A fronte di questo ritengono che l'intervento del governo dovrebbe "concentrarsi sulla formazione nelle scuole e nelle università sulle tematiche di genere, che invece è ignorata o fortemente ostacolata"; e ritenendo quindi inadeguata, o anche nociva, l'azione finora svolta dal governo, dallo Stato, chiedono a queste stesse Istituzioni politiche più efficaci.
Il Movimento femminista proletario rivoluzionario denuncia invece che la violenza sessuale, i femminicidi sono una realtà sistemica, frutto di questo sistema sociale, la punta di iceberg più tragica di una condizione generale delle donne in questa società fatta di oppressione, doppio sfruttamento, discriminazioni, portata avanti dallo Stato, dai governi, dai padroni, dalle loro istituzioni economiche, politiche, culturali, che prima, durante e dopo sono i veri fomentatori delle violenze contro le donne, degli "uomini che odiano le donne".
Ogni uccisione, ogni donna che ha subito violenza, questo lo mostra in maniera sempre più lampante; sempre più le uccisioni delle donne sono morti annunciate, sempre più si assiste a un rovesciamento delle parti: per gli uomini la "giustizia" è lentissima e moderata, per le donne che denunciano gli stupratori e chi li difende è rapida e dura (vedi l'ultimo episodio de L'Aquila); sempre più si portano avanti politiche sessiste, razziste (vedi la campagna della Min. Lorenzin), a cui chiaramente seguono spazzature "culturali".
A questi, ai loro nemici dovrebbero le donne chiedere soluzioni?
Noi diciamo che "le donne devono smettere di avere paura e devono fare paura!"
Che le donne si devono unire, per lottare. E' tempo che siano le donne ad essere "pericolose"!
Occorre una lotta a 360° gradi che porti la battaglia su tutti i fronti.
Parlare solo di battaglia sul fronte culturale è essere ciechi su tutto il resto, è voler lasciare in piedi questo sistema sociale di oppressione, solo un pò riformato. Questo è la battaglia del femminismo borghese.
Ma la maggioranza delle donne, le donne lavoratrici, precarie, disoccupate, le braccianti, le immigrate hanno mille catene da spezzare!
PER QUESTO, QUESTE DONNE IL 25 NOVEMBRE DEVONO SCENDERE IN LOTTA AUTONOMAMENTE, NON POSSONO DELEGARE AL FEMMINISMO BORGHESE.
Dobbiamo portare la lotta contro
i Palazzi del potere. Dobbiamo farla diventare una lotta prolungata, portando l'altra via è anche un'altra iniziativa e forma di lotta.
A questa altra via, ad appoggiarla chiamiamo le espressioni più radicali e combattive del movimento delle donne.
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