sabato 4 febbraio 2023
pc 4 febbraio: DOPO IL PRESIDIO AL CARCERE DI VIA GLENO IL 5 FEBBRAIO IN PIAZZA A BERGAMO PER ALFREDO FUORI DAL 41,BIS
pc 4 febbraio - Airaudo cerca nuovi sbocchi per il sindacato (FIOM) rafforzando la linea della collaborazione di classe
Il riconfermato segretario della Cgil del Piemonte: «Il sindacato deve gestire l’agenda economica»
«Non ho invitato al nostro congresso i top manager di Michelin e di Lavazza e il vicepresidente degli industriali torinese perché sono diventato capitalista. Ma perché credo che il sindacato non può limitarsi a gestire gli effetti delle crisi ma deve diventare protagonista dell’agenda economica e sociale di un territorio». Giorgio Airaudo oggi sarà riconfermato segretario regionale della Cgil del Piemonte.
Una
scelta inusuale aprire un congresso della Cgil ospitando i top
manager.
«Tutt’altro. Prima abbiamo parlato di pace con
Luciana Castellina e di lavoro con i delegati. I top manager erano
lì con noi perché non ci sono più luoghi dove poter stabilire
un’agenda comune di lavoro».
In
che senso mancano i luoghi di dibattito?
«Un tempo
c’era Fiat che regolava e gestiva tutto. Poi certe rotte venivano
disegnate nei salotti. Oggi in Piemonte non c’è più niente. I
problemi sono tanti dobbiamo trovare il modo di affrontarli e
risolverli assieme».
Le
aziende poi puntano sulla flessibilità.
«Questa è
un’emergenza da molti anni. In Italia abbiamo 45 modalità
contrattuali di ingresso nel mondo del lavoro, in Spagna ne hanno
ridotte a due e infatti creano posti di lavoro. Madrid, tra l’altro,
ha appena adeguato gli stipendi al costo della vita, alzando i
salari dell’ 8 percento. Noi non riusciamo neppure a gestire la
crisi sanitaria».
Servono più investimenti pubblici? «Senz’altro. La sanità piemontese è allo stremo. Siamo riusciti con una fatica estrema a stabilizzare un migliaio di infermieri ma è troppo poco soprattutto per una regione che invecchia rapidamente».
Infatti
oggi Cgil parla più di sanità che di Mirafiori. È un segno dei
tempi?
«Abbiamo parlato anche di Mirafiori. Ho chiesto
lumi al governatore Alberto Cirio sull’accordo tra Regione e
Stellantis sul Recycling hub della fabbrica torinese. Si tratta di
un accordo riservato di cui non sappiamo nulla. E tra l’altro da
cui il sindacato è stato, inaspettatamente, escluso».
venerdì 3 febbraio 2023
pc 3 febbraio: Il lavoro alle fabbriche: le operaie, la maggioranza immigrate portano la doppia ragione di lotta
Le operaie della Beretta nell'assemblea organizzata dal Mfpr del 28 ottobre a Trezzo hanno lanciato un appello a tutte le operaie: organizziamoci, uniamoci, dobbiamo essere più forti e imporre la marcia in più come donne/lavoratrici
Dal blog femminismorivoluzionario
A CARTE SCOPERTE. LE OPERAIE ALLA BERETTA LOTTANO CONTRO LE DURE CONDIZIONI DI LAVORO E I PIANI DELL’AZIENDA CHE USANDO L’APPALTO (IMBROGLIO) CERCA DI ELIMINARLE SILENZIOSAMENTE
PER L'UNITÀ DI TUTTELE OPERAIE DELLA BERETTA DIVISE DAI CONTRATTI PRECARI.
La lotta delle operaie in appalto alla Beretta, guarda a tutte le operaie e alla loro condizione. Dalla difesa della salute e del posto di lavoro in fabbrica, all’unità con le altre realtà che lottano, nella partecipazione all’Assemblea Nazionale del 18 febbraio a Roma.
A cominciare dalla difesa della salute. Le operaie in sciopero hanno denunciato ‘basta non ce la facciamo più a correre tutto il giorno, al freddo, cosi ci
pc 3 febbraio - Altri 8 migranti morti a Lampedusa: governo e parlamento complici di quest'ennesima strage
La trimurti Meloni-Piantedosi-Salvini è responsabile! Il decreto anti-ONG e il Memorandum con la Libia sono i 2 strumenti della politica razzista antimmigrati di questo governo da contrastare
7 giorni abbandonati in mare senza alcun soccorsoMentre proprio oggi ci sono stati altri morti di migranti, altri 8 migranti stipati in un barcone partito da Sfax e diretto a Lampedusa, tra cui un neonato, uccisi dalla retorica imperialista razzista della "lotta ai flussi irregolari" di questo governo che, in realtà, maschera la criminale, razzista, politica dei respingimenti in continuità con i precedenti governi.
La politica dei "2 pesi e 2 misure" di questo governo: il Consiglio dei Ministri ha stanziato 55 milioni di euro per la realizzazione degli interventi in relazione all’esigenza di assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale metre, allo stesso momento, è stato rinnovato per altri tre anni il Memorandum di intesa tra l’Italia e il Governo di accordo nazionale libico. Meloni ha sottoscritto con il governo di Tripoli un patto che prevede di proseguire e rafforzare i respingimenti in mare delle persone che fuggono dai lager libici.
L’Italia, con il sostegno economico e politico dell’Ue, ha in questi anni destinato poco più di 124 milioni di euro per la fornitura di mezzi navali e terrestri, di motori, di strumentazione satellitare, di corsi di formazione, oltre che per la rimessa in efficienza di imbarcazioni e la fornitura di moduli abitativi per la creazione di un sistema integrato di controllo delle frontiere marittime e terrestri in Libia.
Si tratta di una stima al ribasso realizzata dall’osservatorio sulla spesa esterna in migrazione dell’Italia, The Big Wall, di ActionAid. Una spesa difficile da monitorare, sia per la complessità nelle modalità di gestione, sia per i continui silenzi e dinieghi che le Pubbliche amministrazioni coinvolte, in particolare ministero dell’Interno e ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, antepongono alle continue richieste di accesso alla documentazione di dettaglio relativa ai progetti”.
“Sullo sfondo un Parlamento che non ha mai svolto quella necessaria funzione di controllo sulla spesa che – secondo ActionAid – andrebbe estesa anche al merito delle attività finanziate, in particolare con riferimento alle conseguenze sui diritti umani delle persone migranti”.
La politica fascio-razzista antimmigrati di questo governo è sostenuta anche dal decreto anti-ONG che punta ad ostacolare o a impedire il soccorso in mare e lo sbarco dei migranti che vengono deportati in porti lontani da quello di approdo
pc 3 febbraio - Profitti al massimo e salari al minimo… La battaglia per gli aumenti salariali è giusta, doverosa e urgente… come è urgente studiare il Capitale
Questi riquadri ripresi dal ‘Il Cruscotto del lavoro
metalmeccanico’ presentato pubblicamente dalla Cisl il 24 gennaio scorso dicono
in maniera esplicita quanto i padroni hanno fatto profitti e gli operai hanno perso del loro salario in tutti
questi anni.
A questo abbassamento dei salari la Cisl ha contribuito
in mille modi aiutando i padroni con accordi, contratti ecc. ecc. e il “cruscotto” (su cui torneremo) che
hanno presentato è appunto pieno di questa posizione; una frase su tutte per
adesso: “la produttività, malattia storica dell’economia italiana, è cresciuta
di 15 punti percentuali in un decennio”.
Questa è proprio la voce del padrone che si lamenta di questa “malattia storica”, mentre la Cisl porta la cifra per dire che nonostante la crisi, la produttività è aumentata, cioè gli operai hanno lavorato di più e più intensamente!
Questa non è una novità visto che “il capitalista cerca
costantemente di ridurre i salari al loro limite fisico minimo e di
estendere la giornata di lavoro al suo limite fisico massimo…” come dice Marx
in Salario, prezzo e profitto dove aggiunge, per rafforzare, che “La
tendenza generale della produzione capitalistica non è di elevare il salario
normale medio, ma di ridurlo.”
È per questo che serve una battaglia quotidiana sul salario,
e non solo, ancora Marx: “Se la classe operaia cedesse per viltà nel suo
conflitto quotidiano con il capitale, si priverebbe essa stessa della capacità
di intraprendere un qualsiasi movimento più grande.”
A questo battaglia dobbiamo affiancare quella della formazione teorica!
pc 3 febbraio - Diffondere, sottoscrivere, fare approvare la Mozione operaia contro la guerra - portiamo questa posizione all'assemblea proletaria anticapitalista nazionale di Roma 18 febbraio
Mozione operaia
NO alla guerra imperialista
NO alla partecipazione italiana alla guerra
NO all’aumento delle spese militari
No al carovita
Noi lavoratori e lavoratrici esprimiamo la netta opposizione al nuovo decreto del governo Meloni e alle mozioni del parlamento che supportano l’invio di armi, equipaggiamenti al teatro di guerra dell’Ucraina. Una decisione che alimenta la guerra, la corsa al riarmo e prosegue nella politica di violazione dell’Art. 11 della Costituzione, con cui l’Italia ripudia la guerra come mezzo di soluzione delle controversie tra Stati.
Noi lavoratori e lavoratrici condanniamo fermamente l’invasione imperialista di stampo neozarista della Russia di Putin dell’Ucraina, cos come l’azione guerrafondaia dei governi Usa/Nato/Ue, Italia compresa, volta a portare le truppe occidentali e Basi militari ai confini della
pc 3 febbraio - FACOLTÀ DI LETTERE OCCUPATA - FUORI ALFREDO DAL 41-BIS.
2 febbraio h22
FACOLTÀ DI LETTERE OCCUPATA CONTRO ERGASTOLO E 41 BIS
PER ALFREDO LIBERO!
Cambiare Rotta Roma
Come studenti e studentesse della Sapienza, nell'assemblea cittadina di oggi, abbiamo deciso collettivamente di occupare la facoltà di Lettere in solidarietà ad Alfredo Cospito, contro ergastolo ostativo e 41 BIS.
A 106 giorni di sciopero della fame di Alfredo Cospito pensiamo sia importante prendere parola sulle problematicità del sistema carcerario. Dall'omicidio di 13 detenuti durante le rivolte carcerarie del marzo 2020, ai pestaggi subiti nelle celle nei mesi seguenti, lo stato conferma l'uso di strumenti di tortura come il 41 BIS e l'ergastolo ostativo prettamente volto a punire il dissenso nel nostro paese.
Fuori si tenta di criminalizzare la solidarietà e le lotte sociali. Le forze dell'ordine e lo Stato si premurano di fare raid nelle sedi sindacali, nei centri sociali, di inseguire ed arrestare studenti e studentesse per le strade del centro, di militarizzare una città intera per il "pericolo anarchico", costruendo un clima di terrore. I "terroristi" scesi in piazza negli ultimi giorni sono studentə, lavoratricə, disoccupatə.
Abbiamo deciso di dare una risposta anche dall'università. Di Recente è diventato sempre più palese quanto questo sia un luogo di mercificazione del sapere, di ricatti e competizione. Specialmente in questa sede è fondamentale avere una possibilità di confrontarsi e iniziare a ragionare insieme delle alternative alla drammaticità del presente e all'inesistenza del futuro.
Non esiste e non chiediamo una "trattativa tra Stato ed anarchici" ma l'abolizione di torture istituzionalizzate.
FUORI ALFREDO DAL 41-BIS.
giovedì 2 febbraio 2023
pc 2 febbraio - Viva Stalingrado - il significato di Stalingrado nelle parole di Mao Tse Tung
"A Stalingrado - scriveva Mao ancor prima della vittoria definitiva - i combattenti dell'Esercito rosso hanno compiuto un'impresa eroica, che influirà sul destino dell'intera umanità. Essi sono i figli della Rivoluzione d'Ottobre. La bandiera della Rivoluzione d'Ottobre è invincibile, e tutte le forze fasciste sono condannate a perire." (Mao, Opere scelte, vol. III, p.109, Ed. in lingue estere di Pechino)
pc 2 febbraio - Viva Stalingrado - Un pò di storia
Trascrizione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
In occasione dell'80° anniversario della vittoria dell'Unione Sovietica a Stalingrado sugli invasori nazifascisti
All'inizio dell'inverno 1942-1943 si apriva sulle rive del Volga e del Don una nuova tappa della lotta mortale contro il nazifascismo, entrata nella storia come il periodo della svolta radicale nel corso di tutta la seconda guerra mondiale. Il merito principale della realizzazione di questa svolta a favore della coalizione antifascista appartiene all'Unione Sovietica.
Nelle accanite battaglie del 1942-1943 sul fronte sovietico-tedesco si decisero i destini storici non solo del popolo sovietico, ma dell'intera umanità.
1. La disfatta delle truppe fasciste sul Volga. L'inizio della svolta radicale nella guerra
LA SITUAZIONE ALL'INIZIO DELLA CONTROFFENSIVA DELLE TRUPPE SOVIETICHE SUL FRONTE MERIDIONALE
Nell'autunno 1942 il fronte sovietico-tedesco, a eccezione di alcuni settori, si stabilizzò su tutta la linea dal mare di Barents alle pendici del Caucaso. Tuttavia la situazione continuò a essere estremamente grave per l'Unione Sovietica. Leningrado era assediata, grandi forze nemiche continuavano a operare sulle lontane vie di accesso a Mosca, gli incessanti aspri combattimenti a Stalingrado assorbivano
pc 2 febbraio - Il governo reprime la campagna democratica e solidale per Alfredo Cospito
Il comunicato di ieri di OSA e Cambiare Rotta:
Basta caccia alle streghe.
È grave l’episodio che oggi ha colpito gli studenti medi e universitari di OSA e Cambiare Rotta: mentre costruivamo materiale divulgativo in solidarietà ad Alfredo Cospito, contro la tortura del 41bis, un esagerato – e al limite del ridicolo – dispiegamento di polizia e carabinieri ha provato a entrare nella sede del sindacato di Usb che ci ospitava, senza mandato, con la pretesa di identificare gli studenti (per lo più minorenni) presenti.
La solidarietà umana e politica ad Alfredo Cospito è più che legittima e non si deve reprimere, così come la lotta contro il 41bis, strumento di tortura e, troppo spesso, vendetta contro chi lotta contro sistema.
Il Governo non solo sta lasciando morire Alfredo ma sta anche innalzando un pericoloso clima da “caccia alle streghe” contro chiunque osi dissentire con le ingiustizie della nostra società. Una caccia alle streghe contro le idee e che andrà a colpire tutte le lotte conflittuali e democratiche nel nostro paese.
È una facile via di fuga, per un governo che ha difficoltà a mantenere le sue promesse elettorali e con una grave situazione sociale nel paese, creare un nemico interno, il “pericolo anarchico” che ciclicamente torna nella storia del nostro paese.
Andrà mantenuta alta la vigilanza democratica per evitare un ulteriore scivolamento verso uno stato di Polizia, la lotta continua.
OSA ROMA
pc 2 febbraio - Profitti record per l'industria di armi Beretta...
Tanto per confermare chi fa profitti a palate con la guerra
In Italia, la crisi non ha toccato questo settore, come dice l'articolo del Sole24Ore… nonostante
l’aumento dei costi energetici “passati da 2,8 milioni a 9,5 di cui 7,5 in
elettricità” … quanto hanno aiutato (tra i tanti altri infiniti aiuti) i grandi padroni i bonus del governo?
pc 2 febbraio: Riprende la Formazione operaia dal prossimo giovedi', su: "Guerra imperialista e proletari"
Sul piano pratico proletari comunisti ha elaborato una mozione operaia, che sintetizza la posizione necessaria adesso, che è stata sottoposta alla firma e all’approvazione degli operai in alcune fabbriche e riportata in assemblee e manifestazioni contro la guerra.
Noi consideriamo che questo oggi sia il compito principale nelle fila della classe operaia e dei proletari in lotta, sulla cui base passare a forme più avanzate di azione, organizzazione contro la guerra imperialista in corso, con epicentro l’Ucraina, che può avere ulteriori sviluppi e sfociare in una terza guerra mondiale.
Proprio per questo è fondamentale comprendere qual’è la posizione che deve guidare l’azione della classe operaia in questa situazione.
In questo primo ciclo useremo gli scritti di Lenin, riprenderemo passi di essi e li commenteremo.
Ogni proletario d’avanguardia, individualmente o collettivamente, può e deve partecipare a questo ciclo nelle forme più impegnate possibili, con interventi, domande, proposte di azione, perché chiaramente questa formazione teorica è al servizio della pratica o indissolubilmente legata ad essa.
Questa Formazione Operaia si svolgerà ogni giovedì su questo blog con esposizioni sia orali sia scritte, così come gli interventi possono essere sia orali che scritti.
mercoledì 1 febbraio 2023
pc 1 febbraio - Bombe nucleari NATO in Italia: l'imperialismo USA e il governo e parlamento italiano complici a tappe forzate ci trascinano nell'escalation bellica
osservatoriodiritti
di Giorgio Beretta
30/1/2023
Rischio nucleare Italia: le nuove bombe a Ghedi e Aviano
Stanno per arrivare dagli Stati Uniti anche a Ghedi (Brescia) e Aviano (Pordenone) le bombe nucleari di “nuova generazione” B61-12. Sostituiranno le vecchie B61-11 dislocate da anni nelle basi militari in Belgio, Germania, Paesi Bassi, Turchia e Italia nell’ambito della cosiddetta dottrina del nuclear sharing,
pc 1 febbraio: Un'assemblea a Lecce alla Casa del popolo 'Silvia Picci' per Alfredo Cospito, contro 41bis. L'intervento della compagna di Taranto per Soccorso rosso proletario
RIPORTIAMO QUI L'INTERVENTO DELLA COMPAGNA DI TARANTO
Sono dello Slai cobas sc e lo Slai cobas sostiene ed è parte di un organismo creato qualche tempo fa, il Soccorso rosso proletario che porta avanti una battaglia di solidarieta’ e sostegno alle lotte contro la repressione dello Stato, in particolare verso i prigionieri politici.
Sono, purtroppo, diventata un po' “esperta” del 41bis, perchè da un po' di anni, dal 2015 abbiamo cominciato a fare una campagna continua e via via estesa per Nadia Lioce che è una delle poche prigioniere politici in 41bis, tra l’altro unica donna che sta in 41bis da 18 anni. Abbiamo fatto una serie di iniziative, presidi a L’Aquila dove è detenuta Nadia Lioce, manifestazioni, abbiamo portato la questione Nadia Lioce nelle manifestazioni nazionali, in particolare quelle delle donne nel 25 novembre a Roma, ecc.; per questo 31 compagni e compagne sono stati denunciati per aver fatto questi presidi e iniziative e tuttora è in corso il processo.
Però c’è stata una questione. Nadia Lioce per poter avere un minimo di voce in un periodo aveva fatto delle battute con una bottiglietta di plastica sulle inferriate della sua cella, per questo era stata processata. A questo processo noi insieme ad altri abbiamo fatto costanti iniziative di protesta, estendendo la mobilitazione anche verso l’area di democratici, avvocati; abbiamo raccolto firme davanti ai Tribunali dicendo che Nadia Lioce era brigatista, che rivendica il fatto di essere delle BR, ma sta da tantissimi anni nel 41bis senza che abbia oggettivamente possibilita’ di interloquire o avere influenza sull’organizzazione esterna dato che, come diceva anche l’Avv. Vitale, questa organizzazione delle BR ormai non c’è più da un po' di anni.
Secondo noi la solidarieta’ è stata importante. E qui in parte comincio a rispondere all’interrogativo che la compagna che ha introdotto questa assemblea poneva prima: noi che facciamo? In quell’occasione abbiamo visto che noi non accettando i divieti che la
pc 1 febbraio - Pubblichiamo due testi dell'organizzazione marxista-leninista Fronte dei lavoratori dell’Ucraina - per far conoscerne le posizioni e discuterle
Per chiarezza
noi siamo marxisti-leninisti-maoisti e consideriamo quella in corso in Ucraina una guerra interimperialista tra USA/NATO/UE - Italia compresa e imperialismo russo. Il governo Zelensky con dentro i nazisti è una pedina dell'imperialismo e non difende quindi nè il diritto dell'autodeterminazione delle nazioni e meno che mai gli interessi dei proletari e masse popolari e quindi sosteniamo tutti coloro che lo combattono di parte proletaria all'interno, così come le analoghe forze in Russia che siano contro l'invasione e la classe dominante in Russia.
testo 1
Un oligarca diacono sotto attacco delle sanzioni di Zelensky
Zelenskyy ha imposto sanzioni personali da parte del Consiglio di Sicurezza e Difesa Nazionale ad una serie di figure religiose dell’UOC-MP [la Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca]. Le sanzioni più eclatanti non riguardano tanto il clero quanto l’oligarca Vadym Novynskyi.
Vadym Novynskyi, diacono dell’UOC-MP, è l’ottavo ucraino più ricco, con una fortuna di oltre un miliardo di dollari USA. Ha accumulato il suo capitale in molti settori: dalla produzione di gas, redditizia in un momento di crisi energetica (la società è Enwell Energy), alla partecipazione del 25% in Metinvest [colosso dell’acciaio e del ferro], che condivide con il maggior sfruttatore del Paese, Akhmetov.
Le sanzioni imposte dal decreto del presidente hanno provocato una serie di conseguenze negative per l’uomo d’affari: il blocco dei beni, l’impossibilità di ritirare capitali dall’Ucraina, la sospensione di tutte le operazioni commerciali, la cessazione di tutte le licenze per l’utilizzo del sottosuolo, il divieto di privatizzare le proprietà statali e persino l’acquisizione della proprietà di appezzamenti di terreno. I beni
pc 1 febbraio: Continuare le iniziative per Alfredo Cospito, su parole d'ordine chiare
Insieme a:
Basta con l'applicazione del 41 bis ai detenuti politici
Appoggiamo il movimento democratico che rivendica oggi l'abolizione del 41 bis
Nello stesso tempo noi che siamo proletari comunisti, e nè radicali nè anarchici, diciamo chiaro che pensare che lo sciopero della fame possa abolire in generale il 41bis e mettere in discussione l'ergastolo ostativo e la politica repressiva di Stato e governo è una linea illusoria alla fine riformista, e perdente.
Solo il cambiamento dei rapporti di forza tra proletariato, masse, proletari e Stato, può incidere su questa battaglia di medio e lungo periodo.
Ma questo richiede che i rivoluzionari e i comunisti lavorino per il Partito, il fronte unito/oggi assemblea proletaria anticapitalista, la forza militante.
proletari comunisti/PCm italia
1 febbraio 2023
martedì 31 gennaio 2023
pc 31 gennaio - Ancora sull'assemblea di Genova contro la guerra : le valutazioni dei compagni di proletari comunisti che vi hanno partecipato
Questo passo in avanti è stato senz’altro l’assemblea del 28 gennaio contro la guerra promossa dai lavoratori portuali del CALP di GE, molto partecipata, con compagni provenienti dal sud (Taranto), dalla Sardegna, dal centro (Roma), dal nord (Pisa, Livorno, Firenze, Padova, Bergamo). L’appello dei portuali per una mobilitazione nazionale il 25 febbraio, ad un anno dall’inizio del conflitto bellico imperialista in Ucraina, ha portato ad un dibattito e alle decisioni su come dare continuità all’opposizione alla guerra. E’ stato deciso una giornata di lotta nazionale, a Genova ci sarà una manifestazione con un corteo che punterà ad entrare nel Porto, e che la mobilitazione sarà sostenuta dalla proclamazione dello sciopero nei porti promosso dall’USB e che, chi non potrà venire a Genova, promuoverà iniziative a livello locale in questa giornata.
Per noi, proletari comunisti che abbiamo partecipato e siamo intervenuti in assemblea, l’iniziativa dei portuali del 25 rimette al centro la battaglia giusta e centrale che veda i lavoratori protagonisti di questa mobilitazione con l’azione diretta di contrasto alle navi (così come è stato fatta negli aeroporti come a Pisa) che trasportano armi dirette nelle zone di guerra e con lo sciopero che parte dai porti. Questo strumento di lotta è un’indicazione da seguire anche per tutte le realtà sindacali, in opposizione ai confederali che sono parte del fronte di conciliazione con le scelte di guerra dei governi,
pc 31 gennaio – Licenziamenti annunciati per 472 lavoratori dell’industria degli occhiali Safilo
Ai 206 tavoli di crisi presentati dalla Cisl con il suo
primo “cruscotto sui metalmeccanici” bisogna aggiungere quello che molto
probabilmente si aprirà per la Safilo, che ha comunicato “prima alla stampa che
ai dipendenti che non considera più strategico lo stabilimento di Longarone” e
quindi i suoi 472 lavoratori, più i tanti dell’indotto.
Dopo aver assicurato in passato che “quel sito avrebbe
dovuto diventare il «gioiellino della produzione di occhiali in metallo».”
Stiamo parlando di una fabbrica nata sulle macerie di una
disgrazia: “è stata costruita coi soldi della ricostruzione del Vajont”, ma arriva
lo stesso la comunicazione dei licenziamenti che ha fatto tanto arrabbiare la
Cgil! “Nel 2019 l’ad dell’azienda ci aveva detto che, grazie ai sacrifici
imposti allora, la sede di Longarone sarebbe rinata. Come può oggi venirci
a dire che sarà l’unica di quattro fabbriche a essere chiusa? Quella fabbrica è
stata costruita coi soldi della ricostruzione del Vajont».
Una fabbrica che ha i conti, e i profitti, a posto! 1 miliardo
di ricavi nel 2022, in crescita dell'11,1% a cambi correnti e del 4,2% a cambi
costanti rispetto ai 969,6 milioni registrati nel 2021. Come riporta la stampa.
Il fatto è che la gigantesca ristrutturazione economica,
messa in atto nel mondo dai padroni, non conosce mezzi termini e continua
imperterrita.
È la risposta degli operai a questo stillicidio che deve
essere messa in campo prima possibile!
lunedì 30 gennaio 2023
pc 30 gennaio - Il governo Meloni sferra un altro attacco ai diritti dei lavoratori: contratti a termine senza limiti e senza causali
Dopo l’introduzione dei voucher con la legge di bilancio, nei prossimi giorni il governo Meloni si appresta a fare altri favori ai padroni liberandoli dai “vincoli” che erano posti ai contratti a termine, vincoli spesso imposti anche da sentenze di tribunale e perfino dalla Corte costituzionale che “è già intervenuta sul Jobs Act di Renzi, per invitare il Parlamento a legiferare in modo più favorevole ai lavoratori per quanto riguarda i risarcimenti nei casi di licenziamenti senza giusta causa.” come riporta il Manifesto del 25 scorso.
È chiaro che i “risarcimenti” sono stati introdotti per attutire
i colpi dei licenziamenti, ma non hanno risarcito e non possono risarcire un operaio
o una operaia che perde il lavoro!
Le nuove norme sui contratti a termine dovrebbero essere
varate “entro l’inizio di febbraio: via il limite di 12 mesi per i contratti
a tempo senza causali, l’ipotesi è tornare a 36 mesi, come ai tempi del
governo Renzi e del ministro Poletti. Con la possibilità di ulteriori 12
mesi da affidare ai contratti collettivi. Si allargheranno anche le causali
per i rinnovi, che oggi sono legati sostanzialmente alla sostituzione di
lavoratori e incrementi temporanei dell’attività.”
Alle normali obiezioni che con queste norme si aggrava la precarietà già estesa, visto che in Italia ci sono ufficialmente oltre 3 milioni di lavoratrici e lavoratori in queste condizioni, si affretta a rispondere la ministra del lavoro (della precarietà e della disoccupazione) Elvira Calderone che bacchetta, per giunta! “«Basta considerare la flessibilità solo in chiave negativa, il contratto a termine non è di per sé
pc 30 gennaio - La guerra in Ucraina si allarga al Medio Oriente: l'imperialismo USA e il suo cane da guardia israeliano hanno attaccato una struttura militare dell'Iran
Israele aiuta l'Ucraina dietro le quinte
Secondo il Wall Street Journal, dietro agli attacchi all'Iran ci sarebbe Israele. Teheran, a livello ufficiale, non attribuisce la responsabilità allo Stato ebraico. In Siria droni israeliani contro convoglio d'armi delle milizie del regime ad alBukamal
L'attacco a Isfahan è avvenuto meno di una settimana dopo un'importante esercitazione militare USA-Israele nella prospettiva dello scontro contro Teheran.
Secondo agenzia Nova i raid sono avvenuti in sei diverse città iraniane e più volte è entrata in funzione la contraerea iraniana. L’ISW riferisce che esplosioni sono state sentite a Karaj, nella provincia di Alborz; Dezfoul, provincia del Khuzestan; e Hamedan City, provincia di Hamedan, nelle ore successive all’attacco dei droni.
Inoltre "Iran e Israele sono impegnati da anni in una guerra ombra su terra, mare, aria e nel cyberspazio con Israele che ha effettuato attacchi contro strutture militari e nucleari iraniane, ha compiuto omicidi mirati con robot telecomandati, colpendo scienziati e persino un alto funzionario militare, il colonnello
pc 30 gennaio: Continua il nostro centrale lavoro nelle grandi fabbriche. Mirafiori: le voci degli operai e le nostre indicazioni e proposte: Assemblea proletaria anticapitalista a Roma 18 febbraio, assemblea delle operaie a Torino nella settimana dell'8 marzo
Iniziativa a Mirafiori alla portineria, con affissione cartelloni con le nostre indicazioni e bandiere dello Slai Cobas a fianco. Si sono diffusi volantini, distribuiti anche per un contatto diretto e uno scambio con le operaie e gli operai che entrano ed escono dalla portineria per il primo e secondo turno.
Appreso che quel giorno al lavoro c’erano anche gli operai del turno centrale della Maserati, siamo tornati alle 16.00 per l’uscita. Ciò ha permesso di parlare anche con gli operai di questo reparto sulla situazione generale e sul contratto aziendale dove manca informazione e prospettiva.
Nel corso della mattinata si era diffusa la notizia che a maggio chiudono gli incentivi per la Lear (sedili) per mandar via e che ci saranno operai in mezzo alla strada, e c’era malumore.
I cartelloni, visti e letti in diversi casi in modo evidente, sono diventati occasione per iniziare a parlare “non è più vita, guerra e carovita, il contratto unico per tutto il gruppo”; le bandiere hanno attirato l’attenzione, è stata infatti, come qualcuno diceva “la giornata dei cobas”.
Questo è stato chiaro fin dal primo operaio che quando ci ha visto preparare i cartelloni, un pò sorpreso, si ha detto “non pensavo ce ne fossero ancora di queste iniziative, non hanno più possibilità queste iniziative a Mirafiori”; abbiamo spiegato che il nostro intervento c’è proprio perchè non abbiamo alternative.
Altri, vedendo le bandiere hanno detto: “anch’io ero dei cobas… c’erano anche i cobas al tempo degli scioperi per la panda (2002 circa) ma poi con i contratti di solidarietà non li hanno più fatti entrare…”; “c’erano anche i cobas quando c’erano i cortei, i cobas adesso sono la’ a schiattare quelli rimasti, c’è gente eliminata, messi fuori...”.
Diversi altri operai hanno parlato di questa presenza passata in vario modo “anch’io ero dei cobas, avete ragione, adesso leggo con attenzione... Arrabbiati e rassegnati non va bene, bisogna essere combattivi... no non mi arrendo”.
Molto evidenti i guardiani, che come al solito osservano il movimento degli operai attorno a noi, e davanti alla portineria i lavoratori erano più sfuggenti, e un paio di operaie lo hanno detto esplicitamente.
In generale gli operai avevano voglia di parlare, e alcuni sono stati nettamente critici verso i sindacati confederali, i delegati “che se ne stanno la’ seduti a non fare niente” rispetto a quello che succede in fabbrica; “noi abbiamo già detto ai sindacati dentro i nostri problemi, ma più di tanto non possono fare.
Di fronte alla ristrutturazione del gruppo, al carovita, alla guerra, al governo Meloni, la proposta dell’assemblea operaia è quella necessaria per unire, organizzare, dare prospettiva agli operai che nelle fabbriche vogliono opporsi. Per questo abbiamo portato nei cartelli e nel volantino l'indicazione della nuova Assemblea proletaria anticapitalista che si terra' a Roma il 18 febbraio.
Operaie raccontano di una situazione in fabbrica molto seria, è d’accordo che senza la lotta degli operai non ci possono essere risultati, ma che c’è paura, individualismo, si pensa che ‘non c’è più niente da fare’; “Il problema di fondo, sai, è la paura, non si fa più lo sciopero. Se qua dentro facciamo gli scioperi, ne paghi le conseguenze. Vieni messa a fare i lavori peggiori, a parte che di belli qua dentro non c’è né, però bisogna ribellarsi tutti quanti assieme... fuori da qua abbiamo una vita, una casa”.
Altri operai e operaie confermano: “Si’ sempre di più, lavoro da 30 anni, arrivo da Grugliasco che hanno chiuso, mi sono rovinata la schiena in linea, non tengono in considerazione le problematiche, ma a fine mese devi pagare l’affitto...”; “dopo 30 anni di lavoro non hai nemmeno la sanità che ti cura. Se non hai i soldi fai in tempo a morire...”; “non mandano noi in pensione e dentro i giovani, ho 30 anni di lavoro ma non ho mai lavorato come adesso, sulla linea di montaggio”, “...non è che siamo poi così giovani da poter stare sulle linee di montaggio; io guido il carrello, scarico camion dalla mattina alla sera, a 56 anni penso di aver già dato”; “Troppo lavoro, troppo carichi di lavoro, prima 10 pezzi, ora 15. Ma ci sono tanti operai a casa! Se dividessero il lavoro sarebbe meglio, tutto il carico a noi, moriremo prima”; “Ritmi più alti si’, ma anche carichi mirati per obbligarti ad
pc 30 gennaio: MILANO: LACRIMOGENI CONTRO 700 MIGRANTI ACCAMPATI FUORI DALL’UFFICIO IMMIGRAZIONE DELLA QUESTURA
Da Radio Onda d'urto
A Milano caos degli uffici immigrazione nelle questure, gestito, lunedì 23 gennaio 2023, a colpi di… lacrimogeni. Verso le 7 fuori dalla caserma della polizia di via Cagni, dove si erano concentrate 700 persone per le pratiche di immigrazione e asilo, la Polizia ha sparato lacrimogeni per disperdere le persone che attendevano l’apertura degli uffici dove ci sono state alcune tensioni.
Alcune di queste si erano accampate da venerdì in attesa riaprissero gli sportelli.
Ci sono tre migranti, due di 25 anni e uno di 38, medicati dal 118, e due di essi sono stati portati al pronto soccorso per escoriazioni ed ecchimosi.
Di seguito, la nota del Naga di Milano:
“Il processo di criminalizzazione dell’immigrazione è in atto da decenni e si manifesta a volte subdolamente nel linguaggio, nella formulazione della norme, nella rappresentazione del fenomeno migratorio, altre volte in modo plastico, violento e spudorato, come è successo davanti agli uffici della Questura di via Cagni a Milano”.
“Dopo anni di incapacità di rispondere tempestivamente alla manifestazione di volontà di richiedere protezione internazionale, la Questura di Milano non ritiene che ci sia di meglio da fare che disperdere
domenica 29 gennaio 2023
pc 29 gennaio - Africa: la bomba del debito, ovvero l’imperialismo degli “Stati falliti”
“Nel 2019 il Fondo monetario internazionale
consacrava l’ascesa del Ghana, l’economia «a più rapida crescita del mondo»
… Nel dicembre 2022, con tre anni di pandemia alle spalle …: terzo
Paese africano finito in default dall’inizio dell’emergenza Covid”.
A proposito di fallimenti, se il FMI dovesse essere valutato
per le sue previsioni sarebbe fallito da tempo! Ma qui non si tratta di capacità
di previsione del FMI, ma come si sa dell’intervento di questo organismo
finanziario internazionale nelle mani dell’imperialismo, che con le sue analisi
interessate trasmette piuttosto i suoi “desideri”.
Il tipo di intervento classico è quello dello “scambio”
tra prestiti e obbligo di ristrutturazione economica e politica interna
al Paese che di regola si trasforma in taglio alla spesa pubblica per pensioni,
sanità, scuola ecc. con forte peggioramento delle condizioni delle masse
popolari; in questo caso ce lo spiega in parte anche questo articolo del Sole
24 Ore del 22 gennaio che riporta le affermazioni stesse del FMI che pochi
giorni prima del “fallimento del Ghana” aveva accordato un prestito da 3
miliardi di dollari per tenere a galla la sua economia… e insieme al Ghana c’è lo Zambia nel 2020
e il Mali nello stesso 2022… ma nel complesso, secondo “una ricognizione
del Chatham House, un think tank britannico”: “I Paesi africani nell’una o
nell’altra situazione sono 22”.
“In valore assoluto – dice il quotidiano di Confindustria - la
mole debitoria è lievitata di cinque volte fra 2000 e 2020, toccando i
696 miliardi di dollari nell’anno di esplosione del Covid: una cifra che
supera, da sola, il Pil aggregato di 40 economie africane.” Su 54 paesi
complessivi.
Che questo debito sia “insostenibile” ce lo dice lo stesso
FMI e l’altro organismo nelle mani dell’imperialismo, la Banca Mondiale: “Il
Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale stimano che il 60% delle
economie a basso reddito si sobbarchi, già oggi, un debito insostenibile o
prossimo a diventarlo in tempi stretti”.
Quali paesi imperialisti hanno nelle mani questo debito?
pc 29 gennaio: Buona assemblea a Genova per la mobilitazione contro la guerra inter imperialista
pc 29 gennaio: La Meloni in Libia consegna i migranti ai torturatori della guardia costiera in cambio di affari per il gas
Meloni sigla con Descalzi, Eni, un’intesa definita “storica" sulla pelle dei migranti: Cinque navi (finanziate dall’Ue) alla guardia costiera libica per il “controllo” dei profughi in fuga da violenze e fame, in cambio di uno storico accordo sul gas da 8 miliardi di dollari.
«Abbiamo parlato di come potenziare gli strumenti per combattere i flussi illegali. È un tema che non riguarda solo Italia e Libia, deve riguardare l’Unione europea nel suo complesso», ripete Meloni. Poi tocca a Tajani: «Ho firmato un memorandum d’intesa tra il governo italiano e quello libico per la consegna di cinque vedette finanziate dalla Ue. Rafforziamo la cooperazione con la Libia, anche per contrastare i flussi d’immigrazione irregolare».
Il rafforzamento della famigerata Guardia costiera libica, denunciata dai migranti per le violenze, gli arresti, portera' a impedire con la forza che i migranti possano scappare dall'orrore o per riportarli nei lager delle torture, stupri delle donne.
I migranti, uomini, donne, bambini vengono sacrificati, consegnati al "boia" per, nella classica politica imperialista, avere in cambio affari.
Meloni ha ricordato come «l'Eni è presente qui dal 1959, ha di fatto contribuito a una parte importante della storia libica di questi anni, dello sviluppo economico della Libia...". Dimostrando come l'Italia imperialista è stata complice degli orrori perpetrati in Libia dall'imperialismo americano e oggi della politica di lager, torture dell'attuale regime verso i migranti, per i profitti del capitalismo italiano.
E Meloni spiega la politica neo coloniale del suo governo, che prende risorse energetiche e lascia briciole nei paesi del nord Africa: «l’Italia vuole giocare un ruolo importante, anche nella capacità di aiutare i Paesi africani a crescere e a diventare più ricchi. Una cooperazione che non vuole essere predatoria, che vuole lasciare qualcosa nelle nazioni».
pc 29 gennaio: La polizia americana è composta di serial killer contro gli afroamericani, contro i poveri
Lo Stato imperialista Usa, qualunque sia il suo presidente, è il "padrino" di questa polizia. e quindi è complice e responsabili dei misfatti quotidiani che seminano lutti e dolore nelle comunita' proletarie e povere di ogni origine e di ogni razza negli Usa.
E' una guerra interna, altra faccia della guerra esterna che l'imperialismo Usa conduce in ogni angolo del mondo.
Massimo appoggio alle masse popolari americane che scendono in piazza contro questo orrore quotidiano.
pc 29 gennaio: Crosetto un ministro della guerra bugiardo e...
Noi siamo contro l'invasione russa dell'Ucraina ma il governo imperialista italiano, Meloni/Crosetto, è bugiardo, ipocrita, serve i piani di guerra dell'imperialismo Usa/Nato e non rispetta in nessuna maniera i bisogni e gli interessi dei proletari e del popolo italiano.
Crosetto è un bugiardo: esiste eccome un accordo Francia/Italia per fornire 700 missili al regime reazionario, co i nazisti dentro di Zelensky, pedina dell'imperialismo e della guerra.
Crosetto mente sapendo di mentire, perchè è vero che ogni passo in questa direzione è una tappa verso una possibile guerra mondiale inter imperialista.
Crosetto è al servizio dell'Industria bellica, si ingrassa in tutti i sensi dei profitti di guerra, fa i suoi interessi in questa guerra e quelli dei padroni, e in nessuna maniera questo rappresenta, sotto nessuna veste gli interessi dei proletari e delle masse popolari nel nostro paese.
pc 29 gennaio: Il vero terrorismo è quello dello Stato di Israele
Il novo governo israeliano, ancor più di prima, è sionista di stampo neonazista, massacra il popolo palestinese con la complicita' di imperialismo, Onu, Usa/Nato, Italia compresa.
I proletari e il popolo palestinese, i ragazzi, le loro organizzazioni riconosciute hanno l'urgenza e la necessita' di usare la lotta di massa e la lotta armata per fermare tutto questo, e mantenere aperta la via della liberazione nazionale sociale.
Ad essi deve andare la massima solidarieta'.
pc 29 gennaio: Fuori Cospito dal 41bis, salvare la vita e la sua identità politica
Fare il massimo sforzo in tutte le forme possibili perchè questo obiettivo venga raggiunto. E' interesse dei comunisti, dei rivoluzionari, dei democratici, coerenti e di tutto il movimento proletario e popolare.
E' chi tiene Cospito ingiustamente e illegittimamente nel 41bis che mette a rischio la sua vita, esercita una violenza di Stato e un "terrore" verso tutti gli oppositori.
Questa carcerazione semina vento e raccoglie tempesta, a livello nazionale e internazionale.
pc 29 gennaio: "Pezzi di Capitale" un teatro in cui gli operai sono protagonisti e gli intellettuali si mettono a disposizione della loro lotta di classe
Il 26 gennaio, alla Casa del popolo di Grassina, centinaia di persone sono andate a vedere la rappresentazione teatrale, dal collettivo di fabbrica della GKN a tanti giovani, a compagni a conferma di questa attrazione solidale.
Pezzi di Capitale è teatro operaio in cui sono gli operai i protagonisti che portano su di un palco la loro esperienza, la loro lotta a difesa del loro posto di lavoro, il loro lavoro, la loro vita, la trasformazione che avviene quando si mette in gioco la propria stessa vita partecipando direttamente ad una lotta..."finchè non arriva quel momento non sai di che pasta sei fatto", dice Dario all'inizio della rappresentazione.
Pezzi di Capitale è il racconto diretto degli operai GKN della loro lotta innescata dai licenziamenti collettivi partiti il 9 luglio del 2019 - perchè i padroni puntano a maggiori profitti con le delocalizzazioni - ma gli operai resistono, non vogliono cedere ai padroni, spontaneamente arrivano in centinaia davanti al cancello chiuso e lo forzano, lo riescono ad aprire con la forza collettiva.
Pezzi di Capitale è la lotta che dirada le nebbie che avvolgono i rapporti sociali e di produzione sotto il Capitale che trova al mercato, compra e usa la forza-lavoro operaia per ricavarne un valore, "lavoro morto che domina e succhia la forza lavoro viva" (Marx). Un modo di organizzare la produzione che gli operai vogliono "mettere in discussione dalle fondamenta".
Pezzi di Capitale è la lotta operaia che attrae la solidarietà di tanti componenti della società.
Pezzi di Capitale è l'intellettuale piccolo-borghese che si mette a disposizione della causa operaia, fa inchiesta, la rappresenta secondo i suoi strumenti e, per farla, va a vivere dentro la fabbrica, partecipa direttamente al presidio. E comincia ad odiare sempre più la sua classe di appartenenza e si trasforma anch'esso, e assume il punto di vista della Rivoluzione.
Pezzi di Capitale sono i frammenti dell'imponente e rivoluzionario lavoro di Marx che l'intellettuale porta nella rappresentazione, che potrebbe essere un palco di un teatro all'interno di una Casa del popolo, uno spazio occupato, una fabbrica in lotta.
Ma...verso questi operai "che non hanno letto Il Capitale di Marx" non bisogna lasciarli a questo stadio, l'intellettuale, per essere effettivamente al loro servizio, deve spiegare agli operai le leggi del Capitale, che Il Capitale non è il singolo padrone come viene descritto nella rappresentazione, che Marx non si limita alla lotta di classe ma è la coscienza della necessità del suo rovesciamento rivoluzionario che spinge in avanti la lotta, che indica la via d'uscita alla stanchezza, alle sconfitte, agli errori. Ti sa dire dove andare. "Insorgiamo" deve essere innanzi tutto l'appello a tutti gli operai, organizzarli, farli tornare ad essere una classe e una classe che "deve dirigere tutto". Altrimenti che senso ha citare Marx quando definisce gli operai come i "becchini del Capitale"?
"Il problema è che non lo abbiamo letto
Se lo abbiamo letto, non lo abbiamo capito
Se lo abbiamo capito non sappiamo che fare
Se sappiamo che fare, poi, non riusciamo a farlo
Il problema è che non abbiamo il tempo
Il problema è che non sappiamo dove andare"
L'operaio Dario alla fine dice: "L’unica sconfitta sarebbe uscire da questa lotta con un’analisi sbagliata."
Gli operai d'avanguardia, come si vede, chiedono più che "pezzi di Capitale" l'intera opera teorica di Marx, una Formazione Operaia marxista per orientarsi e dirigere. Siamo d'accordo con Dario, quando alla fine dice: "Scegliamoci dei buoni compagni di vita e di lotta, e proviamoci a non vivere invano e a non morire soli.". Con Marx diamo senso all'appello di questa lotta operaia che è "insorgiamo": quello dell'obiettivo del potere operaio.
Un ringraziamento alla compagnia che ha realizzato lo spettacolo.
pc 29 gennaio - Solidarieta' al centro sociale ASKATASUNA
Torino: perquisizione poliziesca al centro sociale Askatasuna
Questa mattina, a Torino, il centro sociale Askatasuna ha subito una perquisizione da parte delle forze dell’ordine. Durante le operazioni sono stati sequestrati tutti gli impianti audio presenti all’interno dello spazio sociale, oltre a diversi faretti e altri oggetti.
Sebbene non ancora formalmente confermato, la perquisizione di oggi sembra l’ennesima prova di forza che la procura di Torino mette in atto nei confronti di Askatasuna e della lotta NoTav.
La motivazione di questi sequestri risale infatti al concerto che Askatasuna organizzò il 15 ottobre 2022 per celebrare i 26 anni di vita e raccogliere adesioni per la campagna associazione a resistere. Un concerto che la questura aveva provato a vietare, senza riuscirci.
Ora, a distanza di tre mesi, dopo la consegna di decine di multe per un totale tra i 125mila e i 250mila euro, arriva un nuovo attacco.
pc 28 gennaio - Riprendiamo lo Speciale Brasile con i contributi di valutazione e indicazioni dei compagni brasiliani dal giornale A Nova Democracia -
EDITORIALE SETTIMANALE - LA TESTA DEL SERPENTE GOLPISTA
Ammiraglio Garnier Santos, ex comandante della Marina. Foto: Pedro Ladeira/Folhapress
Secondo
un giornalista della CNN, con informazioni trapelate dietro le quinte, l'Alto
Comando dell'Esercito ha discusso, durante le riunioni di novembre, se prendere
o meno l'iniziativa per un "intervento militare" prima
dell'insediamento di Luiz Inácio. Sempre secondo il monopolio della stampa, a
maggioranza, i generali reazionari hanno concluso che non era il momento di portare
a termine il colpo di stato. L'informazione dà conto anche del fatto che uno degli
uomini che principalmente hanno gestito la propaganda golpista sarebbe Walter
Braga Netto, generale a quattro stelle della riserva e candidato a
vicepresidente sulla lavagna di Bolsonaro, il debole. Ovviamente, il generale
ha negato, ma non ha convinto.
Il mezzo
statunitense in Brasile sottolinea anche che nella Marina c'era maggiore
sostegno per la rottura istituzionale, allora capeggiata dall'ammiraglio
Garnier Santos – lo stesso che, arrabbiato, non partecipò nemmeno alla
cerimonia in cui avrebbe passato il comando. La giornalista Marcela Matos, della
rivista Veja, riferisce anche che ci sono commenti dietro le quinte del nuovo
governo su un'articolazione che coinvolgeva i marines, che sarebbero stati
mobilitati per iniziare una rivolta come scintilla del movimento golpista.
L'iniziativa è stata interrotta, in quanto non ci sarebbe stata unità nell'Alto
Comando delle Forze Armate (ACFA). Fu per questo motivo che il generale Braga
Netto consigliò agli accampati che chiedevano un colpo di stato militare a
Brasilia di aspettare e "non perdere la fede"?
Secondo
la CNN, per questo motivo, a novembre, le foto di cinque ufficiali generali
delle Forze Armate sono state diffuse dall'estrema destra con la frase:
"generali-anguria che hanno impedito l'intervento militare" (angurie,
cioè "verdi fuori, rosse all'interno").
Il
giornalista ultra-reazionario William Waack riferisce anche che, secondo fonti
dell'ACFA, i generali hanno, fondamentalmente, due opinioni sulle elezioni: una
parte, francamente minoritaria, ritiene che ci siano stati brogli elettorali, e
la stragrande maggioranza ritiene – letteralmente – che "le elezioni sono
state strane", cioè che ci sarebbe stata un'interferenza della Corte
Suprema nel processo elettorale e prima di esso a favore di Lula.
Nell'essere
tutto vero – e nulla indica che sia tutta una menzogna – si tratta di un
messaggio forte: le Forze Armate reazionarie sono, infatti, convinte che
potrebbero dover portare a termine un colpo di stato militare, e la divergenza sta
nella definizione del momento e della situazione. Del resto, la logica dice che
se l'ACFA avesse considerato un principio di non intervento, non ne avrebbe
discusso come possibilità (per non parlare della difesa esplicita, sempre fatta
in caserma, anche pubblicamente, che le Forze Armate avrebbero un mandato per
intervenire).
Il fatto
è che la maggioranza dell'ACFA – destra egemonica – non vuole sbagliare sui
tempi, perché un
frettoloso colpo di stato militare può sollevare un mare di masse in risposta e
minare il suo piano controrivoluzionario, quello di essere riconosciuto dalle Forze
Armate come un potere moderatore, una condizione per combattere meglio le masse
rivoluzionarie che inevitabilmente si solleveranno. Ma così come sa che non può
sbagliare il tempismo, è anche convinta che, meglio prima che poi, dovrà
lanciarsi a portare al termine il colpo di Stato. Questo perché le Forze Armate
reazionarie sono, in Brasile, non solo la spina dorsale del vecchio Stato che
sostiene, ma sono anche guardiani di questo Stato e dei suoi governi di turno
e, pretendono, dell'intera nazione.
Le
tanto propagandate rimozioni e dimissioni del personale militare, in
particolare dell'ex comandante dell'esercito, Giulio Cesare Arruda, per
insubordinazione dato che si è rifiutato di rispettare l'ordine del presidente
della repubblica, e la sostituzione con il nuovo comandante Tomás Miguel
Ribeiro Paiva vengono utilizzate, ancora una volta, per ingannare l’opinione
pubblica sul paese che vive nella normalità. Al contrario, il Brasile sta
affrontando la più grande crisi militare degli ultimi 35 anni.
Pertanto,
è totale stupidità credere che la nomina di questo o quel generale, nella pelle
di agnello, alla posizione di comandante possa trasformare la natura stessa
delle forze – il cui ACFA, addirittura, è formato sullo stesso manuale e corsi
definiti dal regime militare, corsi che il governo dell'opportunismo, in più di
14 anni di amministrazione, non ha mai avuto il coraggio da cambiare, e nemmeno
lo farà ora. Questo movimento golpista, che ormai tutti vedono, è stato
concepito nell'ACFA come risposta preventiva alla probabile rivolta popolare
rivoluzionaria di fronte alla putrefazione politica, come parte della
decomposizione della base economica alla quale è arrivato il sistema di
sfruttamento e oppressione attualmente vigente, e che le ribellioni del 2013/14
prefiguravano si sarebbero avverate. Questo movimento golpista è nato nel 2015
con la crociata anti-corruzione, inizialmente incoraggiato da Rede Globo
con la sua ode a Lava Jato, e ora dà i suoi primi respiri di età adulta.
Non c'è rimedio per questo: si deve seppellire.
Tutti
i democratici e i rivoluzionari devono aver chiaro che è necessario combinare
la denuncia con la mobilitazione delle masse, educarle nello spirito di
garantire le loro libertà democratiche come la pupilla dei propri occhi, perché
sono le migliori condizioni per la difesa dei loro interessi più sentiti.
Questo è possibile solo sollevandosi in difesa dei propri interessi
fondamentali, strappando alla reazione miglioramenti nelle proprie condizioni
di vita attraverso l'occupazione della terra nelle campagne, scioperi e cortei
nelle città, in breve, nella lotta di classe: lì impareranno a smascherare golpisti
di alto profilo, che mangiano allo stesso tavolo di sfruttatori e saccheggiatori
del popolo e della nazione mentre ruttano patriottismo a buon mercato per la
piccola borghesia ipnotizzata. Inoltre, e soprattutto: è necessario istruire le
masse, specialmente gli operai, i contadini, i giovani e i piccoli proprietari
che possono avere tutto ciò che vogliono oggi e molto di più con il potere
politico nelle loro mani, strappando la forza ai loro aguzzini, nella lotta
prolungata e piena di peripezie, per la Rivoluzione democratica, agraria e
antimperialista.
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Editorial semanal – A cabeça da serpente golpista
Almirante Garnier Santos, ex-comandante da Marinha. Foto: Pedro Ladeira/Folhapress
Segundo jornalista da CNN, com informações vazadas de bastidores, o Alto Comando do Exército discutiu, durante reuniões em novembro, se tomaria ou não a iniciativa por uma “intervenção militar” antes da posse de Luiz Inácio. Ainda segundo o monopólio de imprensa, por maioria, os generais reacionários concluíram que não era o momento de culminar o golpe. A informação dá conta ainda que um dos principais articuladores da propaganda golpista seria Walter Braga Netto, general de quatro estrelas da reserva e candidato a vice-presidente na chapa de Bolsonaro, o Fraco. Obviamente, o general negou, mas não convenceu.
O veículo norte-americano no Brasil ainda destaca que na Marinha foi onde houve maior apoio à ruptura institucional, então chefiada pelo almirante Garnier Santos – o mesmo que, irado, sequer participou da cerimônia na qual passaria o comando. A jornalista Marcela Matos, da revista Veja,