proponiamo gli editoriali che indicano la linea politica e l'orientamento che stiamo seguendo sul medio e breve periodo e che sarà ulteriormente approfondita e aggiornata nel prossimo numero del giornale
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Primo, spiegare ai proletari e
alle masse popolari che la pandemia/le pandemie cicliche sono la
manifestazione estrema del sistema capitalista e imperialista in cui
viviamo e che non ce ne potremo realmente liberare se non lottando,
rovesciando questo sistema.
Secondo, che i governi non
creano la pandemia ma contribuiscono a trasformarla in strage di vite
umane, principalmente di vite proletarie, non solo con la gestione
drammatica di una sanità continuamente a rischio collasso, ma con
tutto il sistema di vita e di organizzazione che produce e alimenta
la diffusione della pandemia. Da questo punto di vista non siamo
“tutti nella stessa barca” e il governo, qualsiasi governo, non
tutela la salute pubblica, ma la continuità del sistema in cui
viviamo che ha prodotto il disastro della salute pubblica.
Terzo, per questo è centrale
difendere le condizioni di vita, di lavoro dei proletari e della
masse popolari, non con il governo e i padroni ma contro il governo e
i padroni... Questo vuol dire, quindi, oggi intensificare la
lotta, l'organizzazione dei proletari e delle masse popolari per
difenderne le condizioni e trasformare questa difesa “economica”
in lotta politica fino alla seconda trasformazione: la lotta
rivoluzionaria per il potere proletario.
E' evidente che i padroni
vogliono le fabbriche aperte per sfruttare i lavoratori mettendo a
rischio la loro vita e continuando ad accumulare profitti; rigettano
una tassa patrimoniale perchè le loro ricchezze non si devono
toccare, mentre i proletari e masse si impoveriscono, oltre che
morire si trovano senza lavoro, con salari tagliati e senza futuro;
le donne sono le prime ad essere ricacciate in casa col doppio danno
di vedersi ancor più scaricare su di loro il peso oppressivo dei
servizi e dell'assistenza; gli studenti si vedono negare il diritto
allo studio e fasce intere di popolazione perdono perfino le attività
che ne permettevano la sopravvivenza.
E' giusto quindi ribellarsi,
organizzarsi e lottare. Con le dovute misure sanitarie
indispensabili, non possiamo accettare di essere rinchiusi in casa
quando c'è esigenza di lottare, né possiamo accettare di lavorare
in ogni condizione.
La ribellione dei proletari e
delle masse popolari è e deve essere autonoma dai lamenti dei
commercianti e bottegai, spesso e volentieri sfruttatori di
manodopera a nero, che vogliono solo che i loro affari vadano bene e
che il governo li rimborsi “pronta cassa” di quello che stanno
perdendo. In questo senso le mobilitazioni di questi settori anche se
sono contro il governo sono mobilitazioni di destra, in sintonia con
l'opposizione di destra e ben contente della presenza dei fascisti e
negazionisti nelle loro fila...
La ribellione dei proletari e
delle masse non è una ribellione anarchica contro un generico Stato,
per un'altrettanta generica “libertà”. E' una ribellione che
chiede un altro Stato, un altro governo che le rappresenti, fino ad
un loro Stato, un loro governo che organizzi in forme determinate la
lotta alle pandemie, senza il capitalismo e le sue leggi.
Organizzare la ribellione,
trasformarla in rivoluzione! E' necessario e possibile, E la pandemia
non deve essere considerata un ostacolo ma una opportunità.
Ma serve organizzare la lotta
in forme nuove, con scioperi, manifestazioni che siano vere, incisive
e non quelle pilotate o rituali del sindacalismo collaborazionista,
né quelle che hanno solo come scopo di entrare nel “comitato di
affari”, nel parlamento nelle mani e al servizio dei
padroni.
Servono il sindacato di classe, i comitati popolari,
serve che tutti questi organismi e queste lotte siano unite in un
fronte comune contro i padroni e il governo – a questo serve il
Patto d'azione che ha fatto i suoi primi timidi, incerti e ancora non irreversibili passi. Serve, però,
rispondere ed attrezzarsi contro lo Stato che trasforma l'emergenza
sanitaria in repressione e che vuole impedire l'esercizio delle
libertà di sciopero, di manifestazione, che vuole imporre un
coprifuoco più o meno permanente fondato più che su emergenze
sanitarie necessarie e legittime. sullo stato di polizia e la
militarizzazione.
Opporsi, ribellarsi a tutto
questo è giusto se il fine è conquistare risultati per gli operai e
le masse popolari, opporre soluzioni migliori al contenimento della
pandemia, a partire dall'emergenza sanitaria che richiede qui ed ora
più medici, più infermieri, più ospedali che producano il
risultato pratico di più tamponi, più prevenzione, più cure per
contenere malattia e morte.
Quest'autunno, in cui paghiamo
la crisi e la pandemia sulla nostra pelle, è frutto di un lungo
inverno, dominato dall'affermazione senza limiti del capitalismo e
delle leggi della dittatura dei padroni. Un lungo inverno fatto di
partiti politici divenuti caste affaristiche e corrotte che si sono
ingrassate sulla pelle delle masse sfruttate; un lungo inverno in cui
è stato propagandato il razzismo, sono stati ritirati fuori dalle
fogne i fascisti, sono stati cancellati diritti e conquiste in
materia di salari, lavoro, sanità pubblica, scuola pubblica,
conquistati con la straordinaria stagione del '68, dell'Autunno
caldo, conquistati con una lotta vera in cui gli operai, gli
studenti, le masse hanno messo in discussione il sistema, hanno visto
all'orizzonte un altro potere, un'altra società, un altro modo di
vivere. Questa straordinaria stagione è stata schiacciata dal
tallone di ferro del capitale e del suo Stato, ma anche dalle sue
debolezze interne, in materia di organizzazione politica, coscienza
di classe, forme della lotta armata rivoluzionaria.
Per uscire dalla pandemia e
dalla crisi dobbiamo uscire da questo lungo inverno. Non c'è altra
strada, non c'è altra soluzione. Ne va della nostra vita, intesa a
360°, e del presente e futuro delle nuove generazioni proletarie e
popolari che non possono oggi essere rinchiuse in casa in una
inaccettabile reclusione forzata e uscire poi in un mondo ancora
peggiore.
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Renzi e il governo
E' in corso una manovra
politica attivata da Renzi per mettere in crisi l'attuale governo,
per conto e interesse del centro destra e di un settore dei padroni,
con utilizzatore finale Salvini. In palio oltre che il governo, c'è
il controllo dei Ministeri chiave e la gestione dei fondi
europei.
Se questa manovra va a buon fine avremmo un
governo ancora più a destra in tutte le sue forme possibili:
rimpasto del governo Conte, allargamento della maggioranza, unità
nazionale, ipotesi Draghi, nuove elezioni.
Proletari comunisti è per
l'intensificazione della lotta sulla base degli interessi dei
proletari e delle masse, espresse parzialmente dalla piattaforma del
Patto d'azione contro questo governo, per ottenere risultati concreti
e impedire l'ulteriore scaricamento della crisi economica e della
pandemia sui proletari e sulle masse popolari.
Siamo per la
polarizzazione della lotta di classe, siamo contro ogni governo dei
padroni.
E' importante che questo
orientamento caratterizzi la vera opposizione politica e sociale a
padroni e governo, epurata da ogni sovranismo, populismo di sinistra
che fanno parte non del nostro campo ma del campo dell'avversario di
classe.
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fondi europei - mes ecc
Non abbiamo dubbi che l'azione
di questo governo comporta che i fondi europei in arrivo con il
Recovery fund ed eventuale Mes verranno utilizzati in gran parte da
padroni e banche per tutelare i loro interessi e i loro profitti, e
non sono in grado di impedire lo scaricamento della crisi economica e
pandemica sui proletari e le masse popolari.
Ciò non toglie che essi
debbano essere terreno della lotta di classe e in particolare terreno
della lotta sociale, alzando il tiro delle rivendicazioni operaie e
popolari, in particolare dalle istanze espresse dalla piattaforma del
Patto d'azione anticapitalista, dando il dovuto rilievo soprattutto la
sanità, la salute e la sicurezza sui posti di lavoro, a fronte della
permanenza/aggravarsi della pandemia.
E ancor più della
costruzione del difficile sciopero generale del 29 gennaio '21,
indetto dall'Assemblea nazionale dei lavoratori combattivi. Uno
sciopero che deve avere l'obiettivo di portare dei risultati concreti
a casa e di dare un segnale generale all'intero movimento dei
lavoratori e delle masse popolari.
Consideriamo tutte le
posizioni anti Mes nel movimento di opposizione al governo ispirate
dal sovranismo e dal riformismo. Il loro risultato non è in nessuna
maniera a favore delle masse popolari, ma unicamente a dare valenza e
giustificazione ai rapporti di forza nell'Europa imperialista, e in
particolare alle sue espressioni più reazionarie, espresse da un
lato dai cosiddetti "paesi frugali", sostanzialmente ostili
all'uso dei fondi europei verso Italia, ecc., e dall'altro
dall'estrema destra sovranista dei governi, Polonia, Ungheria che
vogliono i soldi ma continuare nella loro marcia fascista,
condizionando l'intera Europa su questa strada. I proletari e le masse
popolari nel nostro paese devono fare una lotta all'interno di questo
paese contro il nostro governo e lavorare per costruire nella lotta
l'unità internazionale e internazionalista contro tutti i governi
dei paesi imperialisti, dalla Germania alla Francia, alla Grecia,
alla Polonia, ecc.
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le misure del governo per
fronteggiare la pandemia
Queste misure sono chiaramente
a favore degli affari di commercianti, ristoratori, medi e piccoli
padroni - tenuto conto che i grandi padroni non sono stati mai
toccati da provvedimenti restrittivi in questa seconda fase.
Esse,
infatti, non si spiegano altrimenti se non per questa ragione. Le
pressioni di commercianti e ristoratori, dei loro
rappresentanti politici nel governo e nel parlamento hanno pagato,
prima i ristori, poi le aperture quasi indiscriminate, certo non mitigate dal necessario sanitariamente periodo di restrizioni natalizie
I lavoratori, gli studenti
potevano fare e fanno decine di proteste, manifestazioni, lotte per
la difesa della salute, per lavorare e studiare in sicurezza, per
misure effettive e immediate di incremento di trasporti, di aumento
delle strutture sanitarie e scolastiche, di assunzioni nella sanità
e nella scuola, ecc. ecc., non è successo e non succede nulla; i
lavoratori protestano, scioperano, lottano per difendere, aumentare
il salario, per integrare una cassintegrazione che lo riduce al 50%,
per protocolli reali di sicurezza sui posti di lavoro, non hanno
alcuna risposta (se non briciole - pensiamo ai bonus - offensive,
indegne e vessatorie, il cui uso è nella maggiorparte dei casi
sempre a favore delle vendite dei commercianti); i
commercianti grandi e piccoli invece, vengono subito
accontentati.
SI TRATTA SPUDORATAMENTE DI
MISURE DI CLASSE, che migliorano gli affari dei padroni e
padroncini e peggiorano la situazione sanitaria.
Non vi è alcuna logica, se
non appunto quella di classe, di difesa di interessi, profitti
privati: perchè mai una scuola con distanziamenti, controlli,
obbligo di misure di sicurezza era pericolosa e invece piazze e
strade con centinaia, migliaia di persone, inevitabilmente non
distanziate, con negozi pieni di gente no; ma anche perchè mai un
cinema in cui le persone stanno non ad un metro ma a 4/5 metri di
distanza e sempre con la mascherina sarebbe pericoloso e andare sui
bus, nei metrò pieni no; perchè una manifestazione di lotta viene
impedita dalle forze di polizia con la scusa del distanziamento e gli
assembramenti nei centri commerciali no? E potremmo continuare.
La difesa degli interessi dei
settori della borghesia, accontentare, nel gioco al massacro dei
partiti e nella ricerca di Conte di equilibrio, gli interessi
politici, elettorali delle forze sia dell'opposizione che della
maggioranza, valgono bene qualche migliaia di contagiati e morti in
più.
In questo torna a fagiolo nel
natale la rinnovata campagna sui valori della famiglia.
Neanche il papa è arrivato a
tanto...
Le misure di liberalizzazione
così si presentano a due facce: bassamente economiche, per le
"sacre" tasche dei bottegai e ideologiche/spirituali per la
centralità della "sacra famiglia" - che nel "bene"
e nel male è sempre la "responsabile": da un lato il più
grande "ammortizzatore sociale" dello scarico della crisi,
dei nuovi disoccupati, del caricarsi di tutti i servizi sociali - ora
anche in sostituzione della scuola; dall'altro, secondo le comode
statistiche sui contagi, il più grande vettore di contagi - benchè
questo, e non spiegano il perchè, non valga per natale.
L'esaltazione della famiglia,
dei sentimenti familiari è falso, ipocrita ed oppressivo. Alla
fine, insieme ai contagi dovremo conteremo il numero di femminicidi,
il numero di ore delle donne occupate a fare i pranzi di natale per
la famiglia allargata, ecc.
Noi siamo quindi contrari a
queste liberalizzazioni su negozi ecc., sui movimenti da regione
a regione da comune a comune fino a quando i contagi restano sempre di decine di migliaia al giorno,
quando i decessi non calano, quando l'Italia è il quinto paese nel
mondo per morti da covid e il primo in Europa, quando gli ospedali e
la sanità in genere non sonoancorapiù in grado di garantire le
vite umane, co sì sicontinuare a trasformare ancora una
volta la pandemia in strage.
Come abbiamo scritto nella
prima fase, uno Stato socialista, il potere proletario sarebbe stato
più rigido e serio. Avrebbe mantenuto le chiusure, i divieti di
spostamento, contando sulle organizzazioni dei lavoratori, delle
masse, dei giovani, delle donne, che avrebbero realizzato le misure e
i provvedimenti (in primis sulla sanità) effettivamente utili a
contenere la pandemia, con una solidarietà popolare su tutto il
territorio fatta di organizzazione sanitaria, mobilitazione di tutti
i medici - dando loro decisionalità e mezzi - di gestione dei beni
essenziali, di difesa delle condizioni di vita, di una partecipazione
organizzata delle masse.
In questo senso, per dirla in
sintesi, un potere proletario farebbe esattamente l'inverso di questo
governo, questo Stato: sarebbe rigido contro gli interessi privati e
favorirebbe la liberalizzazione del ruolo attivo delle masse,
organizzate e in sicurezza
proletari comunisti/PCm Italia
dicembre 2020