Le lotte non si arrestano nè si processano! Il 6 aprile a Palermo In occasione della nuova udienza del processo contro i precari e le precarie delle Coop Sociali Slai Cobas sc iniziativa di denuncia e lotta davanti il Tribunale di Palermo.
Presenti anche compagni e compagne del Cobas Confederazione, dell'Assemblea NoGuerra e del Comitato territoriale No Muos Palermo e del PCL
La solidarietà di classe è un'arma!
Fare fronte contro la repressione che con questo governo fascista Meloni avanza ad ampio raggio una necessità da impugnare!
...dal 30 ottobre 2020 siamo sotto processo a Palermo perché abbiamo difeso il nostro diritto al lavoro, perché dinnanzi all’arroganza della Città Metropolitana che nel 2017 aveva indetto una gara d’appalto irregolare e truffaldina con cui di fatto
licenziava più della metà dei precari, a maggioranza donne, abbiamo risposto con la lotta tempestiva e necessaria, “assediando” i palazzi del potere, contestando apertamente la gara e ottenendo alla fine la modifica del bando e il blocco dei tagli ai posti di lavoro.
Da oltre 25 anni nelle scuole facciamo assistenza agli studenti disabili e in una città del sud come Palermo con sempre più precarietà e rischio di licenziamento per migliaia di lavoratrici e lavoratori ogni giorno subiamo come precari delle Coop Sociali tutte le conseguenze di una condizione di lavoro fatta di contratti a termine sempre più a termine, anche solo di mesi, riduzioni di ore, salari bassi, scaricamento illegale della nostra mansione ad altri lavoratori con cui le istituzioni innescano odiose guerre tra poveri.
Ma contro tutto questo abbiamo lottato e continuiamo a farlo perché giusto e necessario.
La “lenta” giustizia borghese è stata veloce a rinviarci a giudizio, ma in effetti si tratta di un “processo” che avviene in tutta Italia! Siamo una goccia che fa parte di un mare di lavoratrici, lavoratori, operaie, operai, precarie, precari, disoccupate, disoccupati, attivisti delle lotte sociali, migranti... che vengono attaccati da questo Stato borghese che invece di dare risposte a bisogni reali e a diritti si scaglia con la repressione in diverse forme, emanando anche leggi odiose dai decreti sicurezza del fasciorazzista Salvini alle leggi sempre più repressive dell'attuale governo Meloni fascista partire dal decreto anti rave.
Ma la giustezza delle lotte messe in campo in difesa della condizione di lavoro e di vita più generale la rivendichiamo pienamente e diciamo a gran voce che queste lotte non si processano, la repressione non spegne le lotte giuste e necessarie ma alimenta la ribellione!
Questo Stato borghese con l’uso di tutti i suoi apparati repressivi nella marcia moderno fascista che avanza, con i suoi governi al servizio dei padroni, oggi con l’ala più reazionaria e nera del governo Meloni, ci fa la guerra, attaccando le lotte di noi lavoratori, operai, precari, attaccando i migranti, gli studenti, le donne… attaccano il diritto di sciopero, attaccano diritti basilari, attaccando le lotte sociali, politiche, le lotte in difesa dell’ambiente, la condizione di vita della maggioranza delle donne, le lotte contro la guerra imperialista, le basi e gli strumenti di morte al servizio della sporca guerra …
Questi attacchi repressivi trovano il punto culminante verso i prigionieri politici; verso chi, in varie maniere, pone la necessità della lotta rivoluzionaria contro uno Stato che attacca i diritti dei proletari, delle masse popolari, contro un sistema sociale che non può essere cambiato dall'interno ma distrutto. È in questo contesto che va visto l'accanimento dello Stato contro la lotta giusta e legittima di Alfredo Cospito a cui va tutta la nostra piena solidarietà di classe.