LA MOBILITAZIONE ALLA MASCHIO DI GREZZAGO ENTRA IN UNA NUOVA FASE, CON IL RILANCIO DELLA MOBILITAZIONE ALLE FABBRICHE E TRA LE MASSE POPOLARI CONTRO LA REPRESSIONE E PER FAR PAGARE LA LORO CRISI AI PADRONI!
Il piazzale della fabbrica venerdì sera si è riscaldato, tra un temporale e l’altro, con gli interventi e la presenza solidale di giovani operai della zona, dei militanti, studenti del FGC che hanno risposto all'appello come Patto d'azione, lavoratori, delegati e operai dello Slai Cobas per il sindacato di classe, del Si Cobas PT, compatti nella solidarietà agli operai della Maschio ns in lotta e nel sostegno alle nuove iniziative decise in assemblea.
Nell’assemblea, aperta dal messaggio di incoraggiamento giunto dalle lavoratrici dei servizi degli asili di Taranto dello Slai Cobas sc, " ...qui si unisce contro di noi la politica oscena del Comune che fa appalti al massimo ribasso per favorire le ditte e al minimo costo per noi lavoratrici; e l'azione dei padroni che ci sfruttano fino all'osso ma ci danno elemosine.
Per questo siamo sullo stesso fronte di lotta.
I LICENZIAMENTI CONTRO DI VOI NON DEVONO PASSARE!
AVANTI SEMPRE PIU' UNITI NELLA LOTTA!"
è stata ricostruita la ‘storia’ di questi operai, 10/12 anni di soprusi, fino a capire che subire vuol dire essere colpiti uno alla volta senza poter reagire.
In una fabbrica senza diritti perché in tutti questi anni hanno lavorato comandati dai moderni caporali che sfruttano i contratti in appalto alle cooperative, numerosi anche tra le linee di produzione delle fabbriche.
Poi con lo Slai Cobas la presa di coscienza, giorno dopo giorno, l’organizzazione, la resistenza alle pressioni e alle ‘lusinghe’ per cancellare la tessera.
E all’ennesima cacciata di un operaio dalla fabbrica ‘vattene non servi più torna dalla tua cooperativa...’ si risponde con lo sciopero.
La pandemia usata proditoriamente per colpire i lavoratori con una Cig pretestuosa, utile solo a liquidare l’appalto, pensata come anticipo dei licenziamenti, cambia tutto.
Ma non la consapevolezza degli operai che il posto alla Maschio è il loro e che non vogliono essere le nuove vittime degli appalti.
Gli interventi in assemblea hanno fatto sentire forte il sostegno di chi sta combattendo sullo stesso fronte, nei magazzini della logistica ‘l’impero delle cooperative’; nella Montello una grande fabbrica di 500 operaie dove tutte le linee di produzione sono in appalto; negli ospedali dove i lavoratori sono stati mandati allo sbaraglio contro la pandemia a causa del profitto capitalista che si è mangiato la sanità; dalle poste dove i tagli occupazionali si scaricano comunque sui lavoratori e sul pessimo servizio che resta ai proletari; nelle fabbriche sotto attacco perché i padroni dalle crisi ne escono rafforzati accentrando quote di mercato ma anche scaricando i costi sugli operai.
All’orizzonte infatti ci sono cassa integrazione che prepara gli esuberi e una pulizia etnica gestita con gli accordi dei confederali che fara’ piazza pulita degli operai anziani, con ridotte capacità produttive, scomodi... tutti quelli già massicciamente sfruttati per sostituirli con giovani, precari, sottopagati e ubbidienti.
Netto il sostegno dei giovani del FGC che hanno scelto di essere spalla a spalla con i lavoratori per rafforzare il Fronte Unico di Classe.
Tutti per dire che alla Maschio non si molla, il posto di lavoro lo si difende con la lotta e la solidarietà di classe, che gli operai della Maschio sono un buon esempio per tutti i lavoratori, che la mobilitazione va estesa e rafforzata come parte del piattaforma del Patto D’Azione, nello sviluppo più generale dello scontro di classe per far pagare la crisi ai padroni.
L’assemblea ha approvato un piano di lavoro per le prossime due settimane con una ‘carovana per il lavoro’, per portare questi temi tra i lavoratori, tra i giovani, tra le masse popolari con l’obiettivo di una forte manifestazione operaia e popolare per sabato 18 luglio.