"Operai contro padroni? Contrapposizioni fuori dal tempo"
Francesco Battistini,
consigliere regionale del Movimento cinque stelle, interviene sul caso
Labocolor.
Val di Magra
- "In questi giorni, per il caso Labocolor di Santo Stefano, ho sentito
spesso parlare di operai contro padrone come se il mondo fosse rimasto fermo a
mezzo secolo fa. Oggi, infatti, sono convinto che suddividere la società in
classe operaia contro imprenditoria sia veramente, oltre che fuori dal tempo,
profondamente sbagliato". Parola di Francesco Battistini, santostefanese,
consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Liguria. "Sempre più spesso,
infatti, in una società complessa come la nostra - prosegue -, gli interessi
del datore di lavoro - perché i padroni non esistono - finiscono per
coincidere, per
buona parte, con quelli del lavoratore stesso. È con questa riflessione che vorrei invitare tutte le parti sociali e le forze politiche, indipendentemente dagli errori fatti, ad abbandonare la strada dello scontro e a ritrovare l'unità per tentare di raggiungere, con urgenza, l'obiettivo: salvare i lavoratori della Labocolor e dare loro un futuro. Ripercorrendo brevemente la storia di questa azienda scopriamo che la Labocolor, nonostante le commesse lavorative non siano mai mancate, entra in crisi profonda fino a spingere la proprietà a richiedere il concordato per i debiti, ingenti, contratti con i fornitori. La crisi si fa sempre più ampia e la necessità di trovare un imprenditore disposto ad investire, prima di un fallimento, si palesa sempre più, sia per la proprietà che, appunto, per i dipendenti stessi. Nei mesi scorsi, tra le offerte pervenute da altri laboratori fotografici, spicca, per qualità del piano aziendale quella di una società di Pordenone.
Questa, a differenza delle altre due aziende interessate a rilevare il laboratorio santostefanese, formula un'offerta in grado di conservare l'occupazione per almeno 18 impiegati, su 34, e delinea investimenti a favore del ramo d'azienda a cui è maggiormente interessata e a cui vorrebbe dare nuovo impulso: il settore matrimoniale.
Lo scenario incredibile, dunque, è che: vista l'assenza di unanimità tra i lavoratori, alcuni di essi, 5 per l'esattezza, anche creditori nei confronti di Labocolor, e la spaccatura fra le sigle sindacali, nonostante vi fosse una chiara via d'uscita, l'accordo sfuma e l'azienda santostefanese viene chiusa, posta sotto sigilli e dichiarata fallita dal giudice preposto. Oggi la situazione ci parla di una azienda, l'ennesima, chiusa e di 34 persone, alcune di esse con famiglia e senza altro reddito, a casa e senza prospettive. Un disastro, quindi, al quale pensiamo si possa rimediare solo abbandonando la polemica e lo scontro e facendo fronte comune almeno per cercare di limitare e circoscrivere i danni. Il settore in cui operava Labocolor basa tutto sulle tempistiche di risposta e su quelle di produzione per questo dobbiamo, ora, accelerare il più possibile i tempi di risoluzione del fallimento in modo da bloccare l'emorragia di clienti e non intaccare l'appetibilità, da parte dei probabili nuovi acquirenti, di una azienda che sul mercato, con i suoi prodotti di qualità, ci sa stare. Il MoVimento 5 Stelle è pronto a fare la sua parte, in Regione come in Comune, e ci auguriamo di poter lavorare fianco a fianco, nell'interesse della comunità, sia con le altre forze politiche sia con i sindacati".
buona parte, con quelli del lavoratore stesso. È con questa riflessione che vorrei invitare tutte le parti sociali e le forze politiche, indipendentemente dagli errori fatti, ad abbandonare la strada dello scontro e a ritrovare l'unità per tentare di raggiungere, con urgenza, l'obiettivo: salvare i lavoratori della Labocolor e dare loro un futuro. Ripercorrendo brevemente la storia di questa azienda scopriamo che la Labocolor, nonostante le commesse lavorative non siano mai mancate, entra in crisi profonda fino a spingere la proprietà a richiedere il concordato per i debiti, ingenti, contratti con i fornitori. La crisi si fa sempre più ampia e la necessità di trovare un imprenditore disposto ad investire, prima di un fallimento, si palesa sempre più, sia per la proprietà che, appunto, per i dipendenti stessi. Nei mesi scorsi, tra le offerte pervenute da altri laboratori fotografici, spicca, per qualità del piano aziendale quella di una società di Pordenone.
Questa, a differenza delle altre due aziende interessate a rilevare il laboratorio santostefanese, formula un'offerta in grado di conservare l'occupazione per almeno 18 impiegati, su 34, e delinea investimenti a favore del ramo d'azienda a cui è maggiormente interessata e a cui vorrebbe dare nuovo impulso: il settore matrimoniale.
Lo scenario incredibile, dunque, è che: vista l'assenza di unanimità tra i lavoratori, alcuni di essi, 5 per l'esattezza, anche creditori nei confronti di Labocolor, e la spaccatura fra le sigle sindacali, nonostante vi fosse una chiara via d'uscita, l'accordo sfuma e l'azienda santostefanese viene chiusa, posta sotto sigilli e dichiarata fallita dal giudice preposto. Oggi la situazione ci parla di una azienda, l'ennesima, chiusa e di 34 persone, alcune di esse con famiglia e senza altro reddito, a casa e senza prospettive. Un disastro, quindi, al quale pensiamo si possa rimediare solo abbandonando la polemica e lo scontro e facendo fronte comune almeno per cercare di limitare e circoscrivere i danni. Il settore in cui operava Labocolor basa tutto sulle tempistiche di risposta e su quelle di produzione per questo dobbiamo, ora, accelerare il più possibile i tempi di risoluzione del fallimento in modo da bloccare l'emorragia di clienti e non intaccare l'appetibilità, da parte dei probabili nuovi acquirenti, di una azienda che sul mercato, con i suoi prodotti di qualità, ci sa stare. Il MoVimento 5 Stelle è pronto a fare la sua parte, in Regione come in Comune, e ci auguriamo di poter lavorare fianco a fianco, nell'interesse della comunità, sia con le altre forze politiche sia con i sindacati".
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