Mesi di proteste di massa in Sri Lanka hanno raggiunto il
culmine sabato scorso quando i manifestanti hanno fatto irruzione nella
residenza ufficiale del presidente e nella casa privata del primo ministro,
facendo cadere il governo e mettendo in fuga la famiglia Rajapaksa al potere
per 17 anni.
Miseria crescente, crisi economica accelerata dalla pandemia e
dalla guerra in Ucraina, hanno spinto le masse a lottare contro una classe
dirigente corrotta e a rovesciarla, serva del capitale dell’imperialismo USA, del
socialimperialismo cinese e della reazionaria India, che ha continuato a
chiedere più prestiti da FMI e dalla Banca Mondiale (WB) nonostante un debito
estero di 56 miliardi di $ (da fonte FMI); così come il governo ha continuato a chiedere
prestiti da banche cinesi e altre a un tasso (di interesse) più alto.
Il governo dello Sri Lanka ha accumulato 51 miliardi di dollari (39 miliardi di sterline) di debito estero. Di cui $ 6,5 miliardi sono dovuti alla Cina e i due paesi sono in trattative su come ristrutturare il debito. Quest'anno dovrà pagare 7 miliardi di dollari (5,4 miliardi di sterline) per onorare i suoi debiti complessivi, con importi simili negli anni a venire. La Banca Mondiale ha accettato di prestare allo Sri Lanka 600 milioni di dollari. L'India ha impegnato 1,9 miliardi di dollari e potrebbe prestare altri 1,5 miliardi di dollari per le importazioni.
Questi
accordi portano a nuove dipendenze e peggioramento delle condizioni di vita dei
lavoratori e delle masse: in caso di impossibilità a ripagarli, la famigerata “trappola
del debito”, i padroni imperialisti diventano i proprietari delle risorse
locali dello Sri Lanka. Non è certo un caso che i manifestanti hanno sfondato
il cancello principale della Banca Centrale chiedendo il cambio dei vertici.
Per le masse questi mesi hanno significato carenza di
carburante, di medicine, aumento dei prezzi di cibo, in particolare
del riso, interruzioni di corrente sistematiche, trasporti pubblici chiusi per
sostenere le forniture di carburante.
Dalla BBC: Nei
quartieri della classe operaia, le famiglie hanno iniziato a riunirsi attorno a
stufe a legna, per preparare i pasti più semplici: riso e sambol di cocco.
Anche il dhal, un
alimento base in tutta l'Asia meridionale, è diventato un lusso. La carne? A tre
volte il prezzo di una volta. Il pesce fresco una volta era abbondante e
conveniente. Ora, le barche non possono andare in mare, perché non c'è diesel.
I pescatori che possono uscire vendono il loro pescato a tariffe ampiamente
gonfiate ad hotel e ristoranti fuori dalla portata dei più.
La maggior parte dei
bambini dello Sri Lanka è stata ora costretta a vivere con una dieta quasi
priva di proteine. Si tratta di una crisi che ha colpito a tutti i livelli, da
quello macroeconomico a quello molecolare.
Il cervello dei
bambini, i loro organi, i loro muscoli, le loro ossa stanno ottenendo ciò che è
necessario? Il latte in polvere, la maggior parte del quale viene importato, è
stato a malapena visto sugli scaffali del mercato”.
Il fiume in piena delle masse ha tracimato e non ha trovato
nessuna resistenza da parte di uno dei pilastri del potere della potente
famiglia Rajapaksa. Una rivolta senza spargimento di sangue che ha rovesciato i
vendipatria al potere, occupato i loro palazzi con ville e piscine ma che
ancora non ha costruito le fondamenta per un nuovo potere in mano ai lavoratori,
ancora non organizzati in maniera indipendente o in un Fronte Unito
antimperialista, gli unici strumenti che possono rovesciare il sistema
economico e il dominio della classe dirigente corrotta e serva del capitale
imperialista.
Nella giornata di ieri le proteste hanno portato il
presidente Gotabaya Rajapaksa e il primo ministro Ranil Wickremesinghe ad
annunciare le proprie dimissioni.
La famiglia Rajapaksa era al potere da 17 anni. Il loro
sostegno viene dalla maggioranza buddista singalese (oltre il 70% della
popolazione) ed è stato rafforzato dalla vittoria dell'esercito sulle Tigri
Tamil nel 2009. Nel 2009, il governo dello Sri Lanka pose fine a una
lunghissima guerra civile, durata 26 anni, contro i separatisti di etnia tamil,
e in particolare il gruppo noto come Tigri Tamil. Nelle sue fasi finali, la
guerra fu eccezionalmente dispendiosa e soprattutto sanguinosa: secondo varie
organizzazioni per i diritti umani l’esercito srilankese compì crimini di
guerra, e le accuse toccarono anche l’allora ministro della Difesa Gotabaya
Rajapaksa; in carica, hanno strumentalizzato il buddismo e chiesto un ritorno
all'"autenticità culturale".
Un fattore del successo dei Rajapaksa dal 2015 è stato il
loro incoraggiamento a movimenti buddisti estremisti anti-musulmani sul modello
birmano; La minoranza musulmana dello Sri Lanka (8% della popolazione) è
arrivata a rappresentare il nemico interno, sostituendo la minoranza tamil
sconfitta. Gli attentati di Pasqua del 21 aprile 2019 contro hotel e chiese
cristiane, che hanno ucciso 258 persone tra cui 42 cittadini stranieri, sono
serviti a rafforzare tali opinioni; il gruppo islamista responsabile era nel
radar dei servizi di intelligence e il governo di Wickremesinghe (2015-19) è
stato accusato di lassismo, sebbene la commissione d'inchiesta che indaga se la
manipolazione del governo abbia avuto un ruolo non è stata in grado di completare
il suo lavoro.
Ma questa rivolta accende i cuori di speranza delle masse oppresse dall'Asia, all'Africa, dall'America Latina all'Europa e rafforza la parola d'ordine dei proletari e delle masse nel mondo: "Ribellarsi è giusto!"