Il 28 settembre su Il Sole 24 Ore è stata pubblicata un'intervista al Presidente dell'Uganda, Yoweri Museveni, sul rapporto Africa con Europa o Cina/Russia, e chiaramente sulla situazione in Africa.
E' un'intervista interessante perchè mette in chiaro da un lato l'azione di accaparramento/rapina degli imperialismi, vecchi e nuovi, in un continente in crescita in cui tutti i paesi imperialisti vogliono o mantenere, rafforzare la propria atavica presenza o sviluppare la loro recente presenza, date le grandi ricchezze naturali esistenti in questi paesi, materie prime oggi sempre più necessarie per le nuove produzioni dei capitali, così come le opportunità economiche per investimenti.
Dall'altro, l'intervista, se mette in luce lo squilibrio tra azione degli imperialismi e stato di dipendenza dei paesi africani, mostra anche che questi paesi, i loro governi, forti della loro crescita, vogliono decidere maggiormente, per esempio anche a quale imperialismo appoggiarsi, "offrendo" il proprio "grande bacino di consumatori e di produttori".
Questo in parte è vero e condizionerà molto la futura economia dei paesi imperialisti, in parte è illusorio perchè non cambierà nella sostanza il rapporto di dipendenza di questi paesi dalle potenze imperialiste - se non c'è la ribellione e la lotta rivoluzionaria dei popoli dei paesi africani.
Ma cominciamo proprio da questo aspetto di "emancipazione". Dice Yoweri Museveni: "Sono Europa e Stati Uniti che devono venire incontro ai Paesi africani. E non il contrario. Devono abolire i dazi
doganali sui nostri prodotti finiti, portare i loro capitali, investire e costruire insieme, qui, una filiera africana. Senza dirci come dobbiamo comportarci sull'omosessualità, senza imporci con chi e come fare affari. Se con i russi o i cinesi".E rafforzando la differenza attuale tra i "nuovi" capitali e i vecchi paesi imperialisti, Yoweri Museveni continua: "Le società occidentali sono viziate, non sono serie. Le aziende cinesi vengono qua e concludono buoni affari. Mi chiedo cosa impedisce loro di fare affari nello stesso modo in cui li fanno i cinesi o gli indiani?... Se voi (paesi imperialisti occidentali - ndr) avete delle divergenze con i russi e con i cinesi, se avete dei modelli diversi, ebbene noi non le abbiamo queste differenze. Rispetto a loro abbiamo più cose in sospeso con voi europei... Per noi se un modello funziona, allora lo facciamo nostro" E gli imperialismi europei, e l'imperialismo Usa, sono serviti...
Ma è altrettanto chiaro che i paesi imperialisti occidentali non se la tengono certo. E l'affrontano con la guerra, sia commerciale/politica dei dazi - soprattutto nei confronti del socialimperialismo cinese - sia militare; non è che dietro l'azione politico/militare di sostegno ad Israele non c'è la questione dell'assetto geopolitico dell'area, per mantenere, difendere ed espandere le loro rapine.
Dice Yoweri Museveni: "Il mondo occidentale mostra arroganza. Il giro d'affari mondiale del caffè è pari a 460 miliardi di dollari. Di questo ammontare, la quota che arriva ai paesi produttori è di soli 25 miliardi. Il resto finisce alle multinazionali come Starbucks e altre grandi aziende straniere... La Germania ricava dal caffè 65 miliardi ma non produce neanche un chicco".
Questo si chiama "sistema imperialista".
Un sistema che anche paesi di più recente ingresso in Africa , in particolare la Cina, seguono e seguiranno - La Cina imperialista ha in progetto molti investimenti in vari paesi africani (ne abbiamo dato notizia settimane fa in questo blog), che chiaramente presenta come a favore dello sviluppo strutturale, economico/produttivo dei paesi africani, come miglioramento delle condizioni di vita in quei paesi, ma anche la Cina se investe 100 vuole ricavarci 1000/2000, vuole contendere la presenza e accaparramento di materie prime dei paesi imperialisti occidentali, vuole posizionarsi per partecipare alla nuova spartizione del mondo tra le grandi potenze.
Tornando all'intervista, Yoweri Museveni valorizza la propria "mercanzia": "L'Africa sta registrando una crescita impetuosa. La popolazione di oggi è di 1,5 miliardi, saremo 2,5 miliardi nei prossimi 30 anni. Dipende dunque dagli europei smetterla con il loro egoismo".
Ma gli imperialismi non possono "smetterla", perchè senza il loro "egoismo"/imperialista non potrebbero vivere.
Yoweri Museveni continua nel valorizzare le grandi opportunità dell'Africa: "Non stiamo fermi, ci stiamo muovendo. I paesi europei dovrebbero venire in Africa portando il loro Know... in questo Continente esiste un grande volume produttivo, si tratta tuttavia in molti casi di una produzione impostata su metodologie pre-capitalistiche. In Uganda abbiamo uno dei più bassi tassi di inflazione al mondo, 2-3%, produciamo molte cose. Non importiamo alcun alimento. Lo spirito di imprenditorialità già c'è, mancano i capitali e in alcuni settori il Know how". Poi in tutta l'Africa dice che è già creato il mercato comune, l'Unione doganale, e il prossimo passo è la moneta comune.
Chiaramente Yoweri Museveni non dice che nella stessa Uganda è aumentata la disoccupazione, che 10mila lavoratori che lavorano per il governo sono "fantasmi"; sminuisce la corruzione dilagante; la feroce repressione dei diritti civili; la inamovibilità dei regimi, come il suo che sta al potere da 38 anni, non parla delle migliaia di persone che cercano di emigrare dall'Africa, ecc. ecc.
Museveni propaganda il "sol dell'avvenire che si troverebbe in Africa". E questo è vero, ma per l'imperialismo, per l'uscita dalla crisi dei paesi europei, non certo per le popolazioni dell'Africa.
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