Ma l'unica risposta è rompere i divieti, che non dimentichiamo diventano realtà oggi dopo le minacce dei giorni scorsi di Salvini: «Non possono esserci scioperi di 24 ore. Se i sindacati aderiranno alle richieste della commissione di garanzia bene, altrimenti c’è lo strumento della precettazione. L’ho già fatto».
Salvini chiede e la presidente Paola Bellocchi esegue a dimostrazione del servilismo governativo e affinità ideologica delle nomine ai vari livelli istituzionali, in questo caso della commissione di garanzia che già l'anno scorso era stata al centro di una interrogazione parlamentare per un'altra mobilitazion
e sindacale generale in quanto aveva affermato che:"...i presupposti dello sciopero generale non ricorressero».La replica di Cgil e Uil: «Non decide lui, è un diritto garantito dalla Costituzione».
Quindi ora non ci sono vie di fuga per i sindacati che vogliono difendere i lavoratori e i loro diritti, di fronte all'avanzata di un governo di stampo fascista che quelle di non rispettare le imposizioni della commissione di garanzia e fare scioperare comunque tutti i lavoratori.
Vediamo se alle parole di Landini, che denuncia la precettazione come "un atto politico gravissimo" e che "il governo Meloni mette in discussione il diritto al conflitto" seguiranno i fatti visto che come dice: ".. mettere in discussione il diritto di sciopero vuole dire mettere in discussione la democrazia nel nostro paese"
Sicuramente questa denuncia di attacco politico e necessità di mobilitazione è portata dallo Slai Cobas per il sindacato di classe tra le fila dei lavoratori nella campagna dello sciopero del 29 come parte centrale e motivo di scendere in piazza verso una reale rivolta sociale necessaria contro il sistema dei padroni che marcia verso una dittatura aperta.
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