Dalla prima campanella torneremo nelle scuole e nelle piazze!
La tanto indesiderata e contestata Buona Scuola è
stata approvata durante il periodo estivo, dopo una serie di rimpalli tra
Senato e Camera, riletture, emendamenti che hanno peggiorato il già impresentabile
testo, le solite fittizie promesse di ascolto e dialogo che non hanno
trovato alcun riscontro nella realtà. Mossa sapientemente studiata, questa,
attendendo il momento in cui la grande forza che in piazza si era espressa
durante l’intero anno scolastico e oltre, fosse diminuita, a causa delle scuole
chiuse, le ferie che gli studenti passano con i genitori, gli esami di
maturità.. Non ci stupiamo per nulla di questi metodi utilizzati dagli anziani
che fanno politica in Italia, su una poltrona lussuosa, guadagnando milioni
all’anno e che, in una scuola vera, non ci entrano forse da quand’erano
ragazzi. Persone che non si interessano evidentemente dei troppi
“incidenti” che quest’anno sono avvenuti nelle scuole, dove interi soffitti
sono crollati sulle teste degli alunni; quegli stessi alunni che ogni anno
pagano un contributo “volontario” che dovrebbe garantirgli un buon ambiente di
studio. Invece noi studenti ci troviamo sempre più in edifici vecchissimi e mai
ristrutturati, senza supplenti in caso di malattia del docente, nella totale
assenza di materiali e laboratori per provare ciò che studiamo teoricamente, in
classi stracolme da anche 30 ragazzi e ragazze, in un istituto che non può
permettersi di assumere personale ATA per pulire le aule e i corridoi. E a
causa della crisi e delle speculazioni, i problemi non finiscono usciti dalle
nostre scuole praticamente ridotte all’abbandono. Fuori, per raggiungerle,
prendiamo mezzi di trasporto i cui prezzi aumentano spessissimo e, malgrado
ciò, la loro qualità va proporzionalmente diminuendo, con autobus e treni
perennemente in ritardo e in cui piove dentro. Le nostre famiglie inoltre
devono sopportare un costo dei libri scolastici che aumenta anch’esso
esponenzialmente, anche se i contenuti sono sempre gli stessi e le case
editrici rinnovano le edizioni solamente per poter guadagnarci di più.
Ci sono
anche tanti ragazzi e ragazze che abbandonano la scuola perché
impossibilitati a pagarne gli enormi costi e costretti ad aiutare le loro
famiglie ad arrivare a fine mese, trovandosi un lavoro che impiega troppo del
loro tempo per poter studiare. Essendo l’emergenza abitativa in Italia
gravissima, come possono i genitori di questi ragazzi,senza una casa, un
lavoro, un aiuto, anche solo pensare di riuscire a garantir loro una formazione
da istituto superiore? La crisi non può essere una scusa per abbandonare le
persone più in difficoltà a loro stesse, né lo può essere per fare in modo che
l’istruzione, base fondante di una società civile, divenga un privilegio per i
pochi che possono permettersene il “lusso”. Come rete Studaut ci siamo sempre
battuti per una scuola accessibile a tutt*, sicura, libera da interessi
finanziari dei privati e da quelli di propaganda dei politici. In questi anni,
ci sono state molte riforme che hanno portato la scuola pubblica allo stato in
cui è ora, ma non ci siamo mai arresi davanti alle difficoltà incontrate. E’
necessario continuare a mobilitarsi ed essere sempre più determinati nel
rifiutare l’idea che la scuola possa diventare un luogo di profitto e
creazione di menti pronte solo a entrare in una fabbrica, come piccoli
ingranaggi nel grande meccanismo del capitalismo. Per questo non rifiutiamo
solo la Buona Scuola, ma anche il Jobs Act, il Piano Casa
e tutto ciò che vuole le persone come robot, non uomini pensanti e in grado di
vivere degnamente la propria esistenza senza essere sfruttati né trattati come
oggetti. Non aspetteremo dunque di vedere i cambiamenti che inizieranno ad
avvenire in seguito all’approvazione della riforma sulla scuola, con l’accentramento
del potere in mano ai presidi-manager e l’aumento delle ore di stage
nelle aziende per licei, tecnici e professionali.Già dalla prima campanella torneremo nei nostri istituti pronti a farci sentire ancora e più forte. Ci troveremo davanti alle scuole per volantinaggi e banchetti informativi, rilanceremo la prima data di mobilitazione nazionale che sarà il 2 Ottobre e le assemblee dentro e fuori delle scuole, per organizzarci e prepararci a un altro intenso anno di lotte!
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