Maroni: facciamo come la Tunisia, chiudiamo le moschee a rischio
Regione
all’attacco. De Corato: stop al bando comunale
di Massimiliano
Mingoia
Milano, 28 giugno 2015 - Dopo gli attentati terroristici
in Francia, Tunisia e Kuwait e la decisione della Prefettura milanese di
intensificare i controlli nei punti sensibili, ecco che scoppia la polemica
sulle moschee. A dar fuoco alle polveri è il governatore lombardo Roberto
Maroni: «Il capo del governo tunisino ha deciso di chiudere 80 moschee, quando
lo dice la Lega veniamo accusati di essere beceri razzisti. Bisogna prendere
esempio da ciò che sta facendo il presidente tunisino e fare così anche in
Italia». Tema caldo, a Milano, quello delle moschee. Perché oltre ai luoghi di
culto già presenti sul territorio, il Comune ha lanciato un bando per
assegnare tre luoghi della città alle comunità religiose: l’area dell’ex
Palasharp, gli ex bagni pubblici di via Esterle e un terreno in via Marignano.
Due di questi luoghi potrebbero essere assegnati ad associazioni islamiche. La
commissione tecnica di Palazzo Marino sta valutando i nove progetti arrivati
(sette quelli firmati da sigle musulmane) ed entro l’estate dovrebbe procedere
all’assegnazione delle offerte ritenute migliori dal punto di vista progettuale
ed economico. Il venerdì nero del terrorismo, però, scatena le reazioni dei
partiti del centrodestra. L’aumento dei controlli nei punti sensibili (dal
Duomo alla Stazione Centrale fino all’area Expo) deciso venerdì sera dal
Comitato per l’ordine e la sicurezza coordinato dal prefetto Francesco Paolo
Tronca non è sufficiente per disinnescare l’allarme terrorismo. Dopo la presa
di posizione del leghista Maroni, il consigliere comunale e regionale di
Fratelli d’Italia Riccardo De Corato nota: «Il Comune e il Governo si sveglino.
Il pericolo di infiltrazioni di terroristi fra gli immigrati, la cui
identificazione è spesso difficile, è ora più che mai concreto e reale. La
Tunisia ha deciso di chiudere alcune moschee, il Comune almeno blocchi subito
il bando per le moschee che è illegittimo». Bando illegittimo, secondo l’ex
vicesindaco, perché sarebbe in contrasto con la legge regionale sui luoghi di
culto. Un altro fronte di polemica dopo gli attacchi terroristici riguarda
l’immigrazione. Maroni riparte all’attacco: «Avevo già detto di
sospendere Schengen per garantire la sicurezza a Expo, ma il governo ha
deciso diversamente. I barconi in arrivo dalla Libia e dalla Tunisia potrebbero
avere a bordo gli stessi che venerdì hanno commesso la strage». Il presidente
della Regione chiosa così: «Siamo molto preoccupati. Le Nazioni Unite devono
bloccare la partenze in Libia e Tunisia, altrimenti c’è il rischio molto forte
che quanto accaduto sulla spiaggia tunisina accada anche da noi. Nessuno è in
grado di dire che non succederà». Su una cosa Maroni e Angelino Alfano sono
d’accordo. L’altro ieri il ministro dell’Interno ha detto che «nessun Paese è a
rischio zero». massimiliano.mingoia@ilgiorno.net
Nessun commento:
Posta un commento