Ieri mattina una delegazione di compagne e compagni dello Slai Cobas per il sindacato di classe si è recata al centro di prima accoglienza al PalaRicciardi di Taranto, per portare la solidarietà ai migranti, fare inchiesta diretta e discutere con loro le proposte e le iniziative da fare per ottenere condizioni di accoglienza e assistenza umane.
Gli immigrati erano una sessantina tra cui 12 donne, alcune in stato di gravidanza e con bambini, anche di pochi mesi. Erano tutti ammassati in uno stanzone (la ex palestra del PalaRicciardi), con la maggiorparte dei materassi per terra, in condizione vergognose e senza un minimo di privacy soprattutto per le donne.
Tranne i pasti, forniti dal Comune tramite una convenzione con una Ditta, tutto quello che serve loro, abbigliamento, brande per dormire, prodotti per l'igiene personale e altro ancora, è lasciato al buon cuore dei volontari della protezione civile e dei cittadini che portano loro quello che serve.
Abbiamo parlato con i migranti, tutti provenienti da zone di guerra; Gambia, Somalia, Nigeria.
Hanno raccontato delle loro condizioni, vogliono andersene al più presto, chiedono di avere un cellulare, che vi sia nel centro un Wi fi per comunicare ai loro familiari per informarli che sono vivi.
Abbiamo spiegato loro della nostra iniziativa che avremmo fatto quella stessa mattina alle 10 davanti all'ammiragliato, contro l'intervento in Libia, li abbiamo esortati a ribellarsi e abbiamo raccontato cosa è successo a Manduria nell' aprile del 2011, in cui grazie alla rivolta dei tunisini e alla lotta dello slai cobas e degli antirazzisti, si ottennero dal governo permessi di soggiorno umanitari temporanei che consentirono a 20mila migranti che volevano andarsene dall'Italia di poterlo fare senza subire angherie e repressione come sta succedendo a Ventimiglia .
Abbiamo ribadito il nostro incondizionato appoggio ad ogni loro protesta, come vi era stata qualche giorno prima, con gruppi di migranti che si era rifiutata di andare al PalaRicciardi e si era riversata al centro città e altri migranti che avevano annunciato uno sciopero della fame (poi rientrato).
I volontari della protezione civile presenti nella struttura hanno parlato delle loro innumerevoli richieste al Prefetto di Taranto, di avere una rete wifi, indispensabile per permettere ai migranti di comunicare con i familiari, ma non hanno avuto mai nessuna risposta.
Non hanno neanche mai visto nessun rappresentante delle istituzioni della città e nè di sindacati.
Insomma disinteresse totale!
Sempre in mattinata i compagni hanno poi raggiunto il presidio davanti all'ammiragliato, dove si è protestato contro la missione militare EuNavForMed in Libia con la partenza da Taranto della portaerei Cavour (fatta partire in fretta e furia il pomeriggio precedente) e contro le condizioni inumane che i migranti devono subire.
Abbiamo detto che Comun e Prefettura devono alloggiare i migranti nelle palazzine della Marina Militare da tempo vuote, e che vengano impiegati i disoccupati per l'assistenza, in modo da sottrarla a chi ci specula in maniera ignobile e alla criminalità di Taranto.
Ma soprattutto pretendiamo dal governo permessi di soggiorno umanitari per tutti i migranti, senza distinzione tra chi viene perchè scappa dalla guerra e chi scappa dalla fame.
NO ALLA GUERRA IMPERIALISTA
NO ALLA MISSIONE NEOCOLONIALISTA
SOLIDARIETA' CON I MIGRANTI
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