Si è concluso il primo grado del processo per i fatti del 14 dicembre 2010. Smentito l’impianto accusatorio. Lo spettro del 14 dicembre batte il Pm Tescaroli
Il 25 giugno, dopo cinque anni di iter processuale e due ulteriori
rinvii burocratici, sono state lette le sentenze del processo
riguardante 26 imputati per i fatti del 14 dicembre 2010. Sentenze che,
in gran parte, ridimensionano l’impianto accusatorio orchestrato dalla
Procura romana rappresentata, in questo caso, dal Pubblico Ministero
Luca Tescaroli. Il collegio, presieduto dal giudice Zaira Secchi, ha
condannato cinque compagni con pene sproporzionate, che arrivano in un
caso fino ai due anni e sei mesi. Un’assurdità, considerato il
decadimento dell’impianto accusatorio nel suo complesso. Nei fatti,
alcuni imputati pagano per tutti, confermando la dinamica del “capro
espiatorio” da trovare sempre e comunque. La sentenza, nel suo
complesso, smentisce la ricostruzione requisitoria, sostenendo la non
sussistenza dei reati di danneggiamento aggravato e di resistenza
aggravata per la maggior parte degli imputati; riducendo il reato a
semplice imbrattamento e condannando altri otto imputati al pagamento di
800 euro di multa.
Finisce così il primo grado di questo processo, con condanne
inaccettabili e la sensazione che il pm Tescaroli, uscito stravolto
dall’aula, tornerà alla carica in appello. Altro elemento che rende la
vicenda ancora precaria continua ad essere la richiesta da parte del
Comune di Mafia Capitale del risarcimento per danno all’immagine
contestato agli imputati. Una richiesta che dovrà essere valutata in
sede civile e che da oggi risulta debolissima, se non ai limiti
dell’assurdo. Di fronte alle assoluzioni e al ridimensionamento generale
dell’accusa sarebbe fuori dalla realtà che un Comune, praticamente
commissariato per mafia e corruzione, pretendesse soldi per un
improbabile danno alla sua immagine. Dovrebbero essere quei consiglieri
comunali a risarcire i cittadini per l’immagine deturpata della città
che offrono al mondo. Per l’ennesima volta un certo centrosinistra
cittadino continua a scavalcare a destra persino la Procura di Roma.
Un’impresa invidiabile.
Solidarietà e complicità a compagni condannati, nella piazza del popolo nessuno resta solo
Campagna “La Piazza è del Popolo”
da Osservatorio Repressione
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