martedì 30 giugno 2015

pc 30 giugno - la ribellione nella USB alla firma dell'accordo neocorporativo sulla rappresentanza

Mariopaolo Sami
APPELLO ALLA DIRIGENZA DELL'UNIONE SINDACALE DI
BASE IN MERITO ALLA DECISIONE DEL CONSIGLIO
NAZIONALE CONFEDERALE DI ADERIRE AL TESTO
UNICO SULLA RAPPRESENTANZA DEL 10 GENNAIO 2014
Quello del 10 gennaio 2014 fra Confindustria e sindacati confederali (Cgil,
Cisl, Uil) denominato “Testo Unico sulla Rappresentanza”
è l'accordo sindacale più corporativo del secondo dopoguerra.
Con esso la minoranza di ogni RSU deve sottomettersi alle decisioni della
maggioranza, a pena di sanzioni, anche economiche. Ciò significa che, se
la maggioranza della RSU sigla un accordo aziendale peggiorativo per i lavoratori,
i delegati della minoranza non possono indire scioperi contro di esso.
Il Testo Unico stabilisce poi che possano far parte delle RSU e godere
delle cosiddette prerogative sindacali
solo i sindacati che lo sottoscrivono. Infine conferma la
derogabilità al contratto collettivo nazionale di
lavoro, su quasi tutte le materie, sancendone la demolizione.
Naturalmente, un sindacato che non sottoscrivesse tale accordo,
sarebbe libero di organizzare scioperi,
senza dover sottomettersi al volere della RSU ma si troverebbe
privato delle prerogative sindacali, cioè i
cosiddetti “diritti del sindacato in azienda”: partecipazione alla RSU,
permessi sindacali, possibilità di indire
assemblee sul luogo e in orario di lavoro, disponibilità della
bacheca sindacale, riscossione delle quote
sindacali col metodo della delega (l'azienda preleva dal salario del
lavoratori la quota sindacale e la gira al
sindacato). Questo a meno che no
n abbia la forza di costituire, contro l'azienda e i sindacati firmatari del
Testo Unico sulla Rappresentanza, una RSA.
Il sindacalismo di base inizialmente ha rigettato il Testo Unico compattamente.
Successivamente, però, vi hanno aderito la Confederazione Cobas e pochi giorni
fa l'ORSA.La motivazione adotta è semplice: si ritiene che non sia possibile
svolgere attività sindacale senza le
prerogative sindacali sopra menzionate.
La storia del movimento operaio e sindacale fornisce invece
l'insegnamento opposto. Il sindacalismo di
classe è nato e cresciuto senza questi “diritti del sindacato in azienda”:
le assemblee si svolgevano nella
sede territoriale del sindacato, le Camere del Lavoro, sacrificando il
tempo libero, lontano dagli occhi delle spie padronali, in riunioni che
coinvolgevano i lavoratori al di sopra delle divisioni aziendali, rafforzando così
i legami di fratellanza di classe; i militanti sindacali svolgevano la loro attività
senza permessi ed erano un
esempio di dedizione e sacrificio per la
causa di fronte agli altri lavoratori; le quote d'iscrizione al sindacato
erano raccolte direttamente dai militanti sindacali in fabbrica, con una rete di
cosiddetti “collettori”, senza
che i soldi del sindacato, e la lista dei suoi iscritti, passassero in
mano all'azienda.
Le grandi conquiste del secondo dopoguerra sono state frutto di una
forza operaia costruita con questo sindacalismo,
negli anni '50 e '60, in virtù della tradizione classista della parte
più combattiva della classe
operaia, inquadrata al
lora nella CGIL, che affondava le sue radici nelle grandi battaglie
degli anni di fuoco
della lotta di classe, in Italia e nel mondo, successivi alla prima
guerra mondiale.
I diritti sindacali in fabbrica sono giunti quando la forza della classe
operaia era al suo apice, proprio allo
scopo di allontanarla dalle sue tradizioni e dai metodi della lotta di classe.
Infatti, se da un lato questi
“diritti” hanno agevolato l'attività sindacale all'interno delle aziende, dall'altro
essi hanno agito come forza
corru
ttrice, sono stati la base materiale del sindacalismo collaborazionista, concertativo,
aziendalista e non
sono serviti a difendere le passate conquiste ottenute con la forza, che ora
il padronato sta sottraendo una
ad una alla classe lavoratrice.
L'estromi
ssione del sindacalismo di base da queste prerogative, con
l'Accordo del 10 gennaio 2014, se
costituirà in un primo momento un nuovo muro eretto a difesa
del sindacalismo di regime,
successivamente, col ritorno dei lavoratori alla lotta sotto la spinta
materiale del peggioramento delle
condizioni di vita causato dalla crisi mondiale del capitalismo,
agirà in senso positivo perché instraderà il
sindacalismo conflittuale in modo più deciso verso i sani metodi
del sindacalismo classista: organizzazione
territoriale del sindacato contro l'aziendalismo, ritorno alla riscossione
diretta delle quote sindacali.
L'USB, con delibera del Consiglio Nazionale Confederale di sabato
23 maggio, ha deciso di sottoscrivere
anch'essa il Testo Unico sulla Rappresentanza. Riteni
amo questa decisione gravissima.
Nel comunicato si afferma che “praticamente quasi tutti i sindacati italiani
hanno aderito all'accordo del 10
Gennaio subito dopo la sua definizione ed altre li hanno seguiti dopo poco tempo”.
Il Consiglio Nazionale Confederale di USB parla adesso genericamente
di “sindacati italiani”! Non distingue più fra sindacati di
regime, sindacati concertativi e sindacati di base.
Al Testo Unico hanno aderito subito tutti i sindacati di
regime. Tra i sindacati di base CUB, SI Cobas, S
lai Cobas e USI sono fermi nella decisione di respingerlo.
I dirigenti di USB temono, non aderendo all'accordo, venendo
perciò estromessi dalle RSU e privati delle
prerogative sindacali, di perdere iscritti. Ciò, forse, in parte è vero.
Ma lo è nella misura in cui l'USB ha
attirato questi lavoratori non in quanto sindacato di lotta ma in
quanto sindacato che sta ai tavoli, un po'
più radicale della CGIL.
Se molti lavoratori abbandoneranno l'USB in quanto privata dei
“diritti sindacali in azienda” è perché l
'USB
ha insegnato loro a riporre troppa fiducia in questi strumenti e
poca in ciò che realmente conta: la forza,
ossia la capacità di dispiegare veri scioperi.
Fare un passo indietro allora, se forse comporterà la riduzione
della propria base di iscritti,
sarebbe però
salutare perché significherebbe tornare ad impostare il lavoro sindacale
in modo classista.
Al contrario, aderire all'Accordo del 10 gennaio 2014 significherà legare
USB mani e piedi al carro del
sindacalismo di regime, di CGIL, CISL e UIL. E
significherà d'altronde perdere un'altra fetta di iscritti, forse
minoritaria quantitativamente ma superiore qualitativamente:
quella interessata non a un sindacato che
sta ai tavoli ma non può lottare, a cui delegare la propria difesa,
bensì che vuole par
tecipare alla vita del
sindacato per organizzare vere lotte.
Infine, va sottolineato come il Consiglio Nazionale Confederale
della USB ha deciso di sottoscrivere il Testo
unico all'insaputa della grandissima maggioranza degli iscritti e
dei militanti del sindacato, e solo a
posteriori propone una discussione all'interno dell'organizzazione!
I firmatari di questo appello richiedono alla dirigenza USB di
fare marcia indietro e non firmare il Testo
Unico sulla rappresentanza perché considerano questo atto
l'ennesimo passo verso il rinnegamento del
sindacalismo di classe ed una capitolazione di fronte al
sindacalismo concertativo e di regime.
Lunedì 1° giugno 2015
PRIMI FIRMATARI
Fabio Bertelli
MiBACT
Opificio Pietre Dure
Firenze
Mariopaolo Sami
Vigili d
el Fuoco
Genova
Roberto Rinaldi
Vigili del Fuoco
Genova
Piero Favetta
Comune di Genova
Annamaria Rosaspini
Comune di Genova
Brunella Bensi
Comune di Genova
Federico Menegazzi
USB Trentino
Maria Rosaria Romano
Autoferrotranviere ANM
-
Napo
li
Maria D'Alessandro
Autoferrotranviere ANM
-
Napoli
Antonio Trimarco
Autoferrotranviere ANM
-
Napoli
Antonio Barbato
Autoferrotranviere ANM
Napoli
Achille Mastrojanni
Autoferrotranviere ANM
Napoli
Umberto Cesarano
Autoferrotranviere ANM
Napoli
Lama Giuseppe
Autoferrotranviere ANM
Napoli
Antonio Morra
Autoferrotranviere ANM
Napoli
Sergio Romano
EAV
Benevento
Augusto Mancini
Autoferrotranviere ATAC
Roma
Roberto Mazzarello
KME Serravalle Scrivia (Alessandria)
* * *
Dom
enico Travaglini
Fondazione S. Maugeri Tradate
Enzo Saraco
USB Lavoro Privato
Torino
Bruno Springolo
Arka Service
Buttigliera Alta (Torino)
Yenny Gonzalez
Cooperativa Royal
Livorno
Sacha Lenzi
COTRAL spa
Lazio
Stefania Vassura
-
Cort
e dei conti Roma
Fabio Cocco
Esecutivo USB Regione Abruzzo
Pia Potenza
MiBACT
Segretariato Regionale Emilia Romagna (Bologna)
Luigi Fucchi
Ospedale di Assisi Asl Umbria 1 (Perugia)
Carmine De Lucia
autoferrotranviere
Anm Napoli

Antonio Mammo
ne
-
Reggia di Venaria
-
Torino
Veniero Santin
MiBACT
Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro
Roma
Fabio Bencivenni
MiBACT
Galleria Estense
Ferrara
Diego Busdon
Vigile del Fuoco
Udine
Serafini Brunella
coop
Civita Caste
llana (Viterbo)
Carlo Lorenzi
Luxottica
Trento
Sacha Contu
Reggia di Venaria
Torino
Sergio Mattiello
coordinamento provinciale USB Lavoro Privato Trentino
Monica Bresciani
RSA Gruppo Orvea
Trento
Pasquarelli Romeo
Sevel spa
Atessa (Chi
eti)
Per aderire scrivere a
notestounico@gmail.com


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