Strage di Viareggio, a migliaia sfilano per ricordare la notte dell'orrore
Tutta la città si è stretta ai
familiari delle trentadue vittime del disastro ferroviario del 29 giugno 2009:
sia per testimoniare solidarietà sia per chiedere che sia fatta
giustizia
29 giugno 2015 da Il Tirreno edizione Versilia
Il corteo lungo le strade della strage
VIAREGGIO. Migliaia di persone in fila
per le vie di Viareggio. Un modo per stringersi attorno ai familiari delle
vittime della strage del 29 giugno 2009 ma anche per testimoniare come quei
morti appartengano a una comunità, che tutta intera è stata colpita dall'orrore
della tragedia di sei anni fa.
Il tempo passa ma per Viareggio quella notte maledetta è come fosse ieri: implacabile il dolore dei familiari, spaventoso il ricordo di chi ha assistito a scene inimmaginabili, impossibile dimenticare che il 29 giugno del 2009 poteva essere l'apocalisse per mezza città.
Il tempo passa ma per Viareggio quella notte maledetta è come fosse ieri: implacabile il dolore dei familiari, spaventoso il ricordo di chi ha assistito a scene inimmaginabili, impossibile dimenticare che il 29 giugno del 2009 poteva essere l'apocalisse per mezza città.
Esplose solo una botte di gpl, distruggendo case, devastando strade, seminando morti. Trentadue il conto finale. Ma il bilancio poteva essere ancora - molto - più terribile.
Sei anni dopo i familiari delle vittime continuano a chiedere verità e giustizia per i loro cari: in tribunale - dove va avanti il processo iniziato l'anno scorso - ma anche nelle piazze e in tutti gli spazi pubblici dove possono gridare il loro bisogno di sapere perché accadde quello che accadde quella notte, di chi è la responsabilità dell'incidente e del fatto che un incidente si sia trasformato in un disastro.
Viareggio anche stavolta ha risposto compatta, partecipando al lutto: tantissimi si sono accodati al corteo che ha attraversato mezza città partendo dalla Casina dei Ricordi per poi concludere la manifestazione nella stessa via Ponchielli, epicentro della strage, ma tanti hanno comunque lasciato un segno di solidarietà chiudendo la propria attività commerciale, listando a lutto una bandiera, esponendo striscioni dal balcone.
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Il tempo passa ma per Viareggio quella notte maledetta è come fosse ieri: implacabile il dolore dei familiari, spaventoso il ricordo di chi ha assistito a scene inimmaginabili, impossibile dimenticare che il 29 giugno del 2009 poteva essere l'apocalisse per mezza città.
Strage di Viareggio: sei anni di dolore, delusioni e rabbia
Dalla fine del 2013 c’è il processo all’asse che si è rotto, a cosa ha squarciato la cisterna, alla sicurezza lungo i binariIl tempo passa ma per Viareggio quella notte maledetta è come fosse ieri: implacabile il dolore dei familiari, spaventoso il ricordo di chi ha assistito a scene inimmaginabili, impossibile dimenticare che il 29 giugno del 2009 poteva essere l'apocalisse per mezza città.
Esplose solo una botte di gpl, distruggendo case, devastando strade, seminando morti. Trentadue il conto finale. Ma il bilancio poteva essere ancora - molto - più terribile.
Sei anni dopo i familiari delle vittime continuano a chiedere verità e giustizia per i loro cari: in tribunale - dove va avanti il processo iniziato l'anno scorso - ma anche nelle piazze e in tutti gli spazi pubblici dove possono gridare il loro bisogno di sapere perché accadde quello che accadde quella notte, di chi è la responsabilità dell'incidente e del fatto che un incidente si sia trasformato in un disastro.
Viareggio anche stavolta ha risposto compatta, partecipando al lutto: tantissimi si sono accodati al corteo che ha attraversato mezza città partendo dalla Casina dei Ricordi per poi concludere la manifestazione nella stessa via Ponchielli, epicentro della strage, ma tanti hanno comunque lasciato un segno di solidarietà chiudendo la propria attività commerciale, listando a lutto una bandiera, esponendo striscioni dal balcone.
Le vittime
Rosario Campo, 42 anni, falegname, fu polverizzato mentre passava in motorino a 300 metri dalla stazione. Lo stesso è accaduto ad Antonio Farnocchia, 51 anni, che camminava sulla passerella sopra i binari per andare al lavoro. Era panettiere e padre di due figli. Le fiamme hanno sterminato intere famiglie in un colpo solo: gli sposi Elena Iacopini e Federico Battistini, 32 anni, e i genitori di lei, Emanuela Milazzo, 63, e Mauro, 60. Sara Orsi, 24 anni, giocava a carte sul letto con l'amica e collega Emanuela Menichetti, 21 anni (insieme avevano aperto un'agenzia immobiliare) quando arrivò l'esplosione, che portò via anche la madre di Sara, Roberta Calzoni, 54 anni. Luca Piagentini, 4 anni, è morto carbonizzato in auto, dove i genitori l'avevano messo per fuggire. Con lui non ce l'hanno fatta il fratello Lorenzo, 17 mesi, e la mamma Stefania Maccioni, 40 anni. Solo il primogenito Leonardo, oggi 13 anni, è rimasto illeso, protetto da un materasso che gli era piombato addosso. Il papà Marco, 45 anni, è tornato ad abbracciarlo dopo 6 mesi passati in ospedale a Pavia, con ustioni riportate sul 95 per cento del corpo. Il volto ancora segnato, oggi combatte per la sicurezza in ferrovia. Hamza Ayad, 16 anni, aveva un cuore di leone: riuscì a emergere dalle macerie e tornò tra le fiamme a cercare la sorellina Iman, 3 anni. Soffocato dal gas, svenne prima di poterla salvare. Sono morti entrambi, insieme ai genitori Aziza e Mohammed, 46 e 51. Degli Ayad si è salvata solo Ibitzen, oggi 26 anni. Ana Habic, 42 anni, fu assalita dalle fiamme con in mano la maniglia, mentre usciva per cercare aiuto per il suo assistito, Mario Pucci, 90 anni. Si trovavano in via Ponchielli per pochi giorni, il tempo di ristrutturare casa, Nadia Bernacchi e Claudio Bonuccelli, 59 e 60 anni, anche loro nel conto delle vittime. Alla lista vanno aggiunte le sorelle Ilaria e Michela Mazzoni, 36 e 33 anni, Magdalena Cruz Ruiz Oliva, 40 anni, Alessandro Farnocchia e Marina Galano, 45, Maria Luisa Carmazzi e Andrea Falorni, 49 e 50 anni, Abdellatif e Nouredine Boumalhaf, 34 e 29 anni, Rachid Moussafar, 25, e Angela Monelli, un'anziana stroncata da un infarto. L'ultima a morire è stata Elisabeth Silva, 36, che lottò per 6 mesi in ospedale.
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