giovedì 24 settembre 2015

pc 24 settembre - Le politiche moderno fasciste del governo Renzi ci accompagnano fino al cimitero...

Sanità, medici: “Da Renzi giochi di parole per nascondere 3,4 miliardi di tagli”

Sanità, gli esami e le visite mediche che diventeranno a pagamento


La Ministra della Sanità Beatrice Lorenzin, insieme al governo Renzi, mette sotto ricatto i medici costringendoli a prescrivere 208 esami clinici, solo se il paziente è moribondo o manifesti chiari sintomi di neoplasia!
Inoltre certi esami clinici con esiti negativi, non potranno essere ripetuti entro 5 anni!
Con il Jobs act e altre misure, dopo aver creato l’operaio precario D.O.C., Renzi, vuole farci schiattare sul posto di lavoro, con accertamenti clinici quando è troppo tardi! Non bastassero già i ritmi e la tempistica da rispettare in fabbrica, per un salario di quattro soldi e l’occupazione a singhiozzo! Renzi ha creato l’operaio usa e getta: dalla fabbrica alla disoccupazione e all’occorrenza dalla fabbrica al cimitero!
I medici vengono esautorati dalla loro professione, interdetti sul come proseguire negli accertamenti clinici verso i propri pazienti: per loro deciderà la nuova legge, lo Stato, o meglio la ragion di Stato. Se non rispettano le nuove disposizioni i medici saranno sanzionati e trascinati in tribunale come delinquenti.
Renzi da un altro calcio in culo alla prevenzione della salute, con un taglio di 2,3 miliardi di euro, che sommato ai precedenti, arrivano ad un taglio complessivo della sanità pubblica di 30 miliardi di euro negli ultimi 5 anni!
Renzi getta nel cesso l’obbiettivo di prevenire prima di curare, che costituì il perno della riforma sanitaria del 1978!
Anche per questo Renzi si merita di essere buttato lui nel cesso, con tutto il sistema che lo tiene a galla e lo manovra come un vanaglorioso burattino.
Non lasciamo passare anche questa sotto silenzio.  
(da un commento su operai contro)

Sanità, dl sugli esami “non necessari”, è scontro. Medici in rivolta: “Pronti allo sciopero”N; News
Un decreto "sbagliato" contro il quale "è già in atto una mobilitazione che potrebbe portare
anche a uno sciopero di tutto il mondo della sanità italiana", annuncia Costantino Troise, segretario dell’Anaao, il maggior sindacato dei medici dirigenti. Sono 205 le prestazioni sanitarie che secondo il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, possono essere tagliate per ridurre la spesa pubblica
di F. Q. | 23 settembre 2015

Il governo stila l’elenco delle 205 prestazioni da tagliare se “non appropriate“, scaricando i costi sui cittadini e minacciando di multare i medici, e i camici bianchi scendono sul piede di guerra. Un decreto “sbagliato” contro il quale “è già in atto una mobilitazione che potrebbe portare anche a uno sciopero di tutto il mondo della sanità italiana”. Ad annunciarlo è Costantino Troise, segretario dell’Anaao, il maggior sindacato dei medici dirigenti, commentando il decreto in arrivo sulle prestazioni inappropriate.
Il taglio, “fatto dall’alto è già al centro di una mobilitazione intersindacale e interprofessionale già partita, al centro degli Stati Generali del 21 ottobre“, con Ordine dei medici, società scientifiche e sindacati. “L’obiettivo – spiega Troise – è una manifestazione unitaria. Non è un fulmine a ciel sereno”. “Lo Stato si sostituisce al giudizio del professionista, assumendone le prerogative, a prescindere dal malato. Tutto questo – conclude – per poche centinaia di milioni e con strafalcioni tecnici”.
Sono 205 le prestazioni sanitarie che secondo il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, possono essere tagliate per ridurre la spesa pubblica. Vanno dagli esami di laboratorio, ai test genetici e allergici per arrivare fino a risonanze magnetiche e tac. Esami, cioè, che non sono sempre ritenuti necessari.
In questo modo l’esecutivo pensa di ridurre gli sprechi, contenendo la spesa sanitaria che l’esecutivo punta a ridurre di 7 miliardi entro il 2017. Nelle idee del ministero della salute, la maggior parte dei risparmi verrà dalle risonanze magnetiche il cui numero supera quello degli altri Paesi europei. L’esame della colonna vertebrale senza mezzo di contrasto, ad esempio, potrà essere prescritto gratuitamente solo se il dolore persiste su un lasso temporale di almeno un mese o nei casi di fratture. Nel caso in cui non si evincano patologie, non sarà possibile ripetere immediatamente l’esame a carico del servizio sanitario nazionale, ma bisognerà attendere un anno. O, in alternativa, pagarlo.
Teoricamente quindi il documento della Lorenzin punta dritto agli sprechi, caricando sulle casse pubbliche solo quegli accertamenti ritenuti davvero necessari. Nella pratica però rischia di essere un boomerang per i pazienti: da un lato infatti i medici saranno condizionati dalla possibilità di sanzioni pecuniarie, dall’altro, in coscienza, potranno magari suggerire di procedere comunque agli accertamenti che ricadranno sulle spalle dei pazienti.
Il punto debole del decreto ministeriale della Lorenzin – spiegava martedì Domenico Iscaro, presidente nazionale dell’Anaao – è che mette in moto un meccanismo, quello sanzionatorio, che oltre a spaventare il medico e farlo lavorare male, creano un danno al malato che vedendosi negare la Tac o l’esame rinuncerà a curarsi del tutto o andrà nel privato. Così salta il delicato e fondamentale rapporto paziente-medico”. “Abbiamo fatto presente al ministro che nessun medico si sogna di contestare l’appropriatezza – aggiunge Iscaro – ma è il metodo che non accettiamo, ovvero realizzare questo passo con un atto amministrativo”. Quindi secondo l’Anaao si “rischia di fare una grande confusione e trasferire sulla spalle dei pazienti più deboli il peso di alcune scelte”.

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