#MexicoNosUrge,
appello per i diritti umani a 1 anno dalle sparizioni di Ayotzinapa
Pubblicato il: 24/09/2015 17:24
Un appello per il rispetto dei diritti umani in
Messico a un anno dalla scomparsa dei 43 studenti della Escuela Normal Rural di
Ayotzinapa. E' stato presentato oggi presso la sala stampa della Camera dei
Deputati #MexicoNosUrge, appello rivolto alle istituzioni italiane e
agli altri Paesi Membri, per chiedere di tenere fede all'articolo 1 del
Trattato di libero commercio tra Messico e Unione Europea, articolo che
prevede il rispetto dei diritti umani sanciti dalla Dichiarazione universale
dei diritti dell'uomo.
Relatore della conferenza stampa e tra i
promotori dell'appello - firmato, tra gli altri, dal premio
Nobel Dario Fo, Paco Ignacio Taibo II, Roberto Saviano, Erri De Luca,
Don Ciotti - Federico Mastrogiovanni, giornalista romano residente da
anni in Messico e autore di 'Ni vivos ni muertos'
(DeriveApprodi, prefazione di Gianni Minà), racconto dei meccanismi delle sparizioni
forzate che hanno portato, dal 2007 a oggi, alla scomparsa di
circa 30mila persone.
"Dopo l'omicidio del giornalista Espinosa lo
scorso luglio - ha spiegato Mastrogiovanni - un gruppo di persone impegnate sul
fronte dei diritti umani e della libertà di stampa si è riunito per chiedere
risposte all'Europa e all'Italia sui rapporti commerciali con il Messico. Ci
siamo interrogati su come venisse considerato il Paese in materia di diritti,
sapendo che l'immagine che arriva all'estero è totalmente falsata: il Messico
infatti non viene considerato come un Paese che viola l'articolo 1 del
Trattato, ma basti pensare, ad esempio, alla possibilità per l'esercito di
'abbattere' chiunque venga considerato un delinquente senza un regolare
processo, per capire che il Messico è la tomba dei diritti umani,
regolarmente violentati, Paese in cui la tortura è una pratica costante
strutturale".
"I temi dell'appello - continua Mastrogiovanni -
riguardano la continua aggressione ai giornalisti e alla libertà di
stampa nel Paese. Negli ultimi 15 anni, infatti, ne sono stati uccisi più
di 100 ed Espinosa - assassinato a Citta del Messico, finora considerato un
posto sicuro per i cronisti minacciati -, non è nemmeno l'ultimo di una lunga
serie. Ma con il suo omicidio, il messaggio per chi si occupa di
informazione è stato particolarmente chiaro: non potete nascondervi più da
nessuna parte. Ed è per questo che abbiamo deciso di intervenire con un
appello".
"Il 26 settembre prossimo - spiega il
giornalista - sarà passato un anno dalla sparizione dei 43 studenti di
Ayotzinapa, che tutt'ora rimane irrisolta. La versione ufficiale dei fatti
raccontata dal governo è stata smentita, e ora sappiamo con certezza che
l'operazione è stata condotta in collaborazione fra esercito, polizia federale
e polizia municipale. Lo Stato ha quindi partecipato sotto tutti i
punti di vista, ma il governo messicano continua a negare che si sia trattato
di un delitto di Stato, delitto che si inscrive all'interno di un quadro
che vede decine di migliaia di sparizioni forzate nel corso degli anni come
strategia del terrore".
"L'obiettivo dell'appello - conclude
Mastrogiovanni - è quello di far capire all'opinione pubblica italiana
ed europea cosa sta accadendo veramente, quanto in Messico la violenza non
sia da attribuire ai soli gruppi criminali quanto all'associazione dello Stato
con essi. E' tempo di cambiare il modo in cui il Paese viene raccontato,
perché la verità è un'altra".
Ad affiancare Mastrogiovanni nel corso della
presentazione di #MexicoNosUrge, anche il deputato di Sel Adriano
Zaccagnini: "In Messico - ha spiegato - la situazione è devastante per
violenza, brutalità e corruzione. Per questo abbiamo deciso di recepire
la richiesta di fare pressioni sulle istituzioni italiane per avere chiarimenti
in merito. Ci faremo quindi portavoci del messaggio discutendone con il
ministro Gentiloni, per tentare di capire come l'Italia voglia porsi nei
confronti del Paese".
documentario: https://youtu.be/C4YsPZUj05I
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