Il sole 24 ore stamattina annunciava la presentazione da
parte da Ichino e soci di un disegno di legge di definitivo affossamento
del diritto di sciopero. Per tutto il giorno i media hanno utilizzato
in maniera assolutamente strumentale ed inaccettabile l'indizione di
un'assemblea unitaria dei lavoratori del Ministero Beni Culturali che ha
chiuso per due ore i principali siti museali romani per lanciare
l'intenzione di Renzi di introdurre ulteriori restrizioni già da oggi
pomeriggio in consiglio dei ministri.
Che piovesse si sapeva, che grandinasse si poteva prevedere.
Lo scontro tra capitale e lavoro non ha mai visto, dalla liberazione, il lavoro in una condizione di sconfitta come quella attuale. La mancanza di conflitto generale sulle trasformazioni, sulle scelte economiche , sull'etero direzione dell'Unione Europea, della BCE, del Fondo Monetario Internazionale, l'abbandono di fatto di ogni forma di resistenza alle continue aggressioni ai diritti del mondo del lavoro hanno spianato la strada ad un incessante e continuo affondo per destrutturare definitivamente ogni forma di resistenza collettiva. Non parliamo di emancipazione, di crescita dei diritti, di lotte, parliamo dell'incapacità di resistere!
Siamo nella necessità di riflettere, e rapidamente, su come affrontare questa valanga di ulteriori restrizioni al diritto di sciopero e al conflitto che si preannuncia. Non possiamo permettere che ci tolgano gli strumenti democratici del confronto tra capitale e lavoro senza lottare, senza opporci, senza praticare lo sciopero.
CI PERMETTIAMO DI AVANZARE UNA PROPOSTA A TUTTI COLORO CHE COME NOI RITENGONO INDISPENSABILE ORGANIZZARE LA RISPOSTA:
PROCLAMIAMO UNO SCIOPERO IN DIFESA DEL DIRITTO DI SCIOPERO, PRATICHIAMO AL PIÙ PRESTO LO STRUMENTO CHE CI VOGLIONO TOGLIERE ALTRIMENTI IL CONFLITTO ENTRERÀ IN CLANDESTINITÀ E CON ESSO LA TUTELA COLLETTIVA DEI LAVORATORI.
Che piovesse si sapeva, che grandinasse si poteva prevedere.
Lo scontro tra capitale e lavoro non ha mai visto, dalla liberazione, il lavoro in una condizione di sconfitta come quella attuale. La mancanza di conflitto generale sulle trasformazioni, sulle scelte economiche , sull'etero direzione dell'Unione Europea, della BCE, del Fondo Monetario Internazionale, l'abbandono di fatto di ogni forma di resistenza alle continue aggressioni ai diritti del mondo del lavoro hanno spianato la strada ad un incessante e continuo affondo per destrutturare definitivamente ogni forma di resistenza collettiva. Non parliamo di emancipazione, di crescita dei diritti, di lotte, parliamo dell'incapacità di resistere!
Siamo nella necessità di riflettere, e rapidamente, su come affrontare questa valanga di ulteriori restrizioni al diritto di sciopero e al conflitto che si preannuncia. Non possiamo permettere che ci tolgano gli strumenti democratici del confronto tra capitale e lavoro senza lottare, senza opporci, senza praticare lo sciopero.
CI PERMETTIAMO DI AVANZARE UNA PROPOSTA A TUTTI COLORO CHE COME NOI RITENGONO INDISPENSABILE ORGANIZZARE LA RISPOSTA:
PROCLAMIAMO UNO SCIOPERO IN DIFESA DEL DIRITTO DI SCIOPERO, PRATICHIAMO AL PIÙ PRESTO LO STRUMENTO CHE CI VOGLIONO TOGLIERE ALTRIMENTI IL CONFLITTO ENTRERÀ IN CLANDESTINITÀ E CON ESSO LA TUTELA COLLETTIVA DEI LAVORATORI.
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