Il Giappone, la terza
economia mondiale, è in crisi economica da anni, e la famosa Abenomics che
doveva dare una svolta, e cioè la politica propagandata dall’attuale primo
ministro Shinzo Abe, come dice questo articolo di Affari e Finanza del 21,
non ha funzionato. E d’altronde, ma qui il giornalista sembra non vedere né sentire,
nell’attuale crisi mondiale, nessuna politica economica “funziona”.
Abe aveva parlato di tre
frecce al suo arco e da qui parte la cosiddetta analisi dell’articolo che
commentiamo tra parentesi quadre:
“Abenomics la terza
freccia ha mancato il bersaglio
“Il segnale l’ha dato
come al solito Standard e Poor’s: mercoledì scorso ha downgradato [vuole
dire abbassato di livello!] il debito del Giappone togliendogli anche la doppia
A (da AA- ad A+). Quanto al Pil, era già sceso dall’1,3% nel trimestre
aprile-giugno, il primo per l’esercizio fiscale del Paese, e quasi certamente
sarà negativo anche per il trimestre che sta finendo certificando la
recessione. Ormai tutti gli uffici studi delle grandi finanziarie globali sono
d’accordo: la tanto attesa Abenomics (dopo vent’anni
di sostanziale stagnazione) ha mancato i suoi obbiettivi. Eppure era
partita bene, due anni e mezzo fa: le prime due “frecce”, l’iniezione di
capitale nel sistema [non era certo una grande trovata dato che questa “iniezione”
l’hanno fatta tutti gli Stati, salvando tra l’altro le banche, nel tentativo
disperato di “superare” la crisi] e il rilancio dei lavori pubblici, avevano
dato i loro frutti. [Aveva dato i “frutti” previsti da una delle ricette dell’economia
borghese, che si chiama keynesismo, e che si applica in caso di crisi e cioè lo
Stato deve spendere quanto più possibile per “rimettere in moto la macchina”
del capitale, ed è qui che i “frutti” attualmente non arrivano!]
“Ma tutto è svanito al
momento di cogliere i benefici della “terza freccia” scoccata ormai un anno fa,
quella delle riforme strutturali, dalle liberalizzazioni alla flessibilità
fiscale, rimaste al palo. Intanto i consumi interni, malgrado la politica monetaria
ultraespansiva non vogliono saperne di riprendersi, condannando Tokyo allo
stillicidio di una persistente deflazione. La
crisi del potente vicino cinese, partner industriale e commerciale
privilegiato, ha fatto il resto. [E così il quadro della crisi che attanaglia l’economia
globale è abbastanza chiaro!]
“Ma la critica più
aspra al premier Shinzo Abe è ancora un’altra: per tutta l’estate anziché
concentrarsi sulla crisi economica, ha perseguito una sua ossessione, quella di
aumentare il ruolo militare all’estero del Giappone. Un’ossessione che buona
parte dei cittadini giapponesi non condivide.”
[Questa “ossessione” è
la “naturale” ossessione che i capitalisti hanno da sempre quando il loro
sistema economico va in crisi profonda e cioè ricorrere alla guerra e
distruggere persone e cose (c’è un loro economista, Schumpeter, che questa
schifezza la chiama “distruzione creatrice”). Questa osservazione è abbastanza
banale, perché è per questo che sono scoppiate le due guerre mondiali e le
tante altre in corso dalla fine della seconda, ma il giornalista, che ci fa
pentire di averlo mandato a scuola, o non lo sa o fa finta di non saperlo,
attribuendo la manovra di Abe alla sua personale “ossessione”. Per i capitalisti
e i loro governi le guerre, anche quando non vengono portate fino in fondo,
sono un modo per “investire” soldi e “far girare la macchina dell’economia”].
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