domenica 20 settembre 2015

pc 20 settembre - Manifestazione san colombiano Brescia: una buona manifestazione di solidarietà, una scarsa coscienza dello scontro necessario nella lotta antirazzista

Alcune considerazioni sulla manifestazione a san colombano frazione di collio nell'alta val trompia Brescia che sta diventando, da circa un mese, la base di gruppi fascisti che legittimati dal sindaco leghista, prefettura, questura-polizia, tengono sotto sequestro 19 profughi del Ghana. Una vera e propria strategia della paura e intimidazione costante che si trasmette anche alla popolazione del paese per ottenere che questi immigrati vengano mandati via dal paese, arrivando fino a minacciare di bruciare l'albergo dove sono ospitati: un'esempio pericoloso che si unisce alla campagna della Lega di Salvini e che non deve passare.
 A premessa per inquadrare la situazione basterebbe ricordare l'analisi dell'Anpi bresciana, che sul suo sito  denuncia"...come il paese dell'alta Valle Trompia sia di fatto controllato da squadristi fascisti e 
razzisti, con i profughi richiedenti asilo resi ostaggi di costoro, come prigionieri". Per l'Anpi, dunque, "si pone la necessità per tutte le forze democratiche di dare a breve tempo una risposta di rilevanza nazionale, una grande vera manifestazione con corteo a San Colombano in nome della Costituzione - che nessuno deve impedire per qualsiasi pretesto - perché la situazione è, sotto tutti i punti di vista inaccettabile. Anche perché la presenza dello Stato si è rivelata finora inadeguata rispetto alla soluzione del problema e per di più ad associazioni antifasciste, partiti e cittadini democratici solidali coi profughi è stata di fatto impedita la possibilità di portare loro concreta solidarietà. Ciò mentre fascisti e razzisti sono liberi di scorazzare a San Colombano nonostante l'incontro rassicurante con il prefetto". Il problema è che poi l'Ampi, il pd e la cgil, non hanno aderito e hanno ostacolato la manifestazione odierna che comunque in termini numerici ha dato una risposta adeguata, mettendo insieme le realtà politico e sociali e di movimento di Brescia e portando al risultato dal punto di vista umano di rompere l'accerchiamento razzista e di permettere di dare coraggio ai profughi che sono arrivati in piazza nonostante l'associazione che gestisce la loro presenza gli avesse consigliato di restare in albergo. Questo ha permesso di portare la solidarietà diretta ai profughi e di far capire che questa esigua minoranza di sub-umani non rappresenta la maggioranza che invece vuole restare umana. 

Detto questo aspetto positivo della manifestazione, il problema è che questo non basta per affrontare la situazione e per battere i razzisti occorre denunciare e colpire chi li legittima e li lascia operare indisturbati in spregio delle stesse leggi e della Costituzione, che sono prefettura-governo e questura-polizia che anche in questa manifestazione hanno imposto agli organizzatori del corteo delle prescrizioni, per noi inaccettabili: il corteo non poteva arrivare all'albergo che ospita i migranti, la piazza era divisa da 5 blindati che a pochi metri di distanza in un ristorante con terrazza, garantivano in contemporanea la presenza e la protesta dei fascio-razzisti che avevano programmato un pranzo per lo stesso giorno, oltre alla chicca finale che mentre si ritornava alle macchine la polizia ha dato la possibilità a questi topi di fogna di muoversi, permettendo che da un cavalcavia il corteo è stato bersagliato da alcuni sassi che casualmente non hanno provocato seri feriti. Questo per dire 2 cose:
1- non bastano certo i presidi-festa per ostacolare la continuazione delle azioni fasciste e non serve certo enfatizzare i numeri dei partecipanti per mettersi a posto la coscienza delle anime belle del movimento, che hanno partecipato con la preoccupazione maggiore che tutto filasse liscio o, come hanno detto dai microfoni: “non accettare provocazioni per evitare che il senso dell'iniziativa possa essere compromesso”
2- dopo aver fatto una cosa giusta ed aver risposto con questa manifestazione, anche se tardiva, serve continuare la mobilitazione, assediare prefettura e questura, che continuano a legittimare l'illegalità della presenza fascista nel paese e nello stesso tempo denunciare con iniziative quelle forze dal pd alla cgil che sono conniventi con questa situazione di cui è responsabile in ultima analisi il governo che sostengono.
Come ha detto un immigrato incazzato che cercava di andare verso i fascisti al termine del presidio in piazza: "non è possibile vivere in questo modo e lasciarsi continuamente insultare", dimostrando che tra i proletari immigrati esiste la rabbia e la voglia di reagire alla violenza con la giusta e necessaria forza, ma per questo serve linea e organizzazione e coscienza di classe, ma che oggi non è presente nel movimento  antagonista bresciano. 
A seguire rassegna stampa:
#REFUGEESWELCOME: OLTRE 600 PERSONE AL CORTEO DI SAN COLOMBANO DI COLLIO (BRESCIA) radioonda d'urto
Sabato 19 settembre 2015, alle ore 14.30, oltre 600 persone hanno preso parte alla manifestazione di San Colombano di Collio (Alta Valle Trompia, provincia di Brescia) “#refugeeswelcome”, organizzata per “il diritto alla libera circolazione, di movimento, ad un’accoglienza degna; contro la guerra tra nativi poveri e migranti poveri, per reddito e dignità per tutte e tutti, per una Val Trompia libera e solidale!”. Nella piccola frazione montana di Collio da settimane una ventina di profughi sono vittime di provocazioni e intimidazioni dell’ultradestra locale e non. Solo quest’oggi i profughi sono usciti liberamente dall’hotel “Al Cacciatore (vedi video in fondo al post) dove risiedono, e sono arrivati nella piazza antirazzista e solidale, accolti da un lungo applauso dei tanti presenti

Manifestazione finita, la carovana autodifesa di compagne e compagni bresciani sta scendendo dall’Alta Val Trompia. Al rientro verso le autovetture da segnalare il secondo patetico tentativo di protagonismo del gruppetto di fascisti locali che, nascosti dietro decine di forze dell’ordine e a una cinquantina di metri dagli ultimi manifestanti, hanno urlato qualche slogan razzista lanciando nel contempo un…sasso. La corrispondenza finale dalla giornata #refugeeswelcome a San Colombano di Collio con Umberto, della nostra redazione e di Diritti per Tutti. Ascolta o scarica qui. La parte numericamente più consistente, oltre la metà, era quella rappresentata dallo spezzone autodifeso delle lotte sociali, partito in carovana dal centro sociale Magazzino 47 di Brescia, assieme a occupanti, sfrattati, associazione Diritti per Tutti e Kollettivo Studenti in Lotta.
Corteo pro-rifugiati La solidarietà sfila nell'indifferenza da bresciaoggi
Cori di scherno e una sassaiola solo abbozzata contro la marcia inscenata da duecento antagonisti Gli abitanti di San Colombano disertano l'iniziativa






Dopo settimane di picchetti «no-profughi», ieri per la seconda volta si è levata a San Colombano una voce in favore dell'accoglienza. Anzi duecento voci. Tanti sono stati gli antagonisti che hanno partecipato al corteo di solidarietà ai 19 migranti che dal 27 agosto sono ospiti dell'albergo «Al Cacciatore». Un soggiorno vissuto da semi-segregati perchè sono finiti loro malgrado nel mirino delle proteste dei residenti che con oltre mille firme hanno chiesto al prefetto di trasferire altrove i rifugiati. IN UNA FRAZIONE «blindata», tutto si è svolto in un clima di relativa tranquillità: in piazza Santa Barbara, capolinea dell'happening, si sono levati cori e insulti da curva contro gli antagonisti che hanno risposto intonando «Bella Ciao». Nel colorato e pacifico corteo - sfilato nella totale indifferenza dei residenti e dell'autorità locali che hanno disertato in massa la manifestazione - sono spuntati anche vessilli dell'Anpi, nonostante il direttivo dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia si fosse ufficialmente dissociato dall'iniziativa. L'unico momento di tensione si è registrato al tramonto della giornata quando un gruppo di manifestanti è stato fatto bersaglio di una sassaiola. L'epilogo stonato di un pomeriggio iniziato in un'atmosfera di festa ignorata da San Colombano che ha ostentato una normalità quasi surreale. Negozi e bar sono rimasti aperti nonostante lo spiegamento di blindati della celere nel piazzale a fianco della strada provinciale, lasciasse presagire tensione. IL CORDONE formato dai carabinieri della compagnia di Gardone Valtrompia al comando del capitano Piermarco Borettaz supportati dal 7° Reggimento Trentino Alto Adige e dagli agenti della questura coordinati dal primo dirigente Domenico Farinacci, sono stati un deterrente efficace ad ogni tentazione di far deragliare il corteo sui binari delle provocazioni. Il corteo è stato aperto da 18 giovani che hanno voluto simboleggiare i Comuni della Valtrompia. In piazza i portavoce del collettivo Michele Borra del Magazzino 47, Walter Saresini del Coordinamento Antifascista e Antirazzista, Battista Carlo Di Giovanbattista della Sinistra Anticapitalista, hanno rivendicato con toni più o meno marcati la necessità di opporsi a «una deriva fascista». Il momento più significativo è stato l'arrivo in piazza dei 19 profughi scortati dalle forze dell'ordine. All'inizio erano frastornati ma sui loro volti è comparso alla fine un sorriso, forse il primo da quando sono arrivati a San Colombano. Il «gelo» però resta. E sull'opportunità del corteo degli antagonisti promosso quando la tensione accumulata si stava stemperando, i dubbi restano. Emblematiche le parole pronunciate dal parroco don Martino Borghetti durante la messa celebrata mentre la manifestazione si stava sciogliendo: «La carità non va fatta a parole ma con i fatti». o
Edmondo Bertussi

«Refuuges welcome» contro «no ai clandestini», ancora tensione a Collio
Non si placano le proteste dei residenti, seppur scemate rispetto ai primi giorni. Sabato saliranno in alta quota i centri sociali, domenica tocca all’estrema destra
di corriere brescia

A San Colombano Collio c’è chi giura di averne fatto un abitudine. Frazione di 500 anime dell’alta Val Trompia, San Colombano è salita agli onori delle cronache per la protesta popolare ormai perpetua contro l’accoglienza di diciannove giovani richiedenti asilo africani. I rivoltosi, con le mamme dei bimbi che frequentano le scuole elementari tascabili in testa, manifestano da ormai due settimane a frequenza alternata e non intendono fermarsi seppur la tensione si è sensibilmente attenuata.
Le manifestazioni in programma
Sabato 19 settembre alle 14.30 è in programma un corteo dei centri sociali promosso dal Magazzino 47 di Brescia, Diritti per Tutti e Kollettivo Studenti in Lotta: si parte alle 13.30 dalla città e quindi, dopo una sfilata nella frazione, la giornata si concluderà con una festa in piazza insieme ai migranti. Il giorno seguente, domenica 20 settembre, saliranno in alta quota gli esponenti di estrema destra riuniti sotto la sigla Brescia ai Bresciani (Nata da un’idea del movimento bresciano di Forza Nuova): alle 12.30 è in programma un pranzo all’hotel Belvedere promosso dalla frangia più ostile all’accoglienza dei residenti stessi. Sebbene la protesta sia gradualmente scemata l’attenzione resta alta.

Nessun commento:

Posta un commento