Alcune
considerazioni sulla manifestazione a san colombano frazione di
collio nell'alta val trompia Brescia che sta diventando, da circa un
mese, la base di gruppi fascisti che legittimati dal sindaco
leghista, prefettura, questura-polizia, tengono sotto sequestro 19
profughi del Ghana. Una vera e propria strategia della paura e
intimidazione costante che si trasmette anche alla popolazione del
paese per ottenere che questi immigrati vengano mandati via dal
paese, arrivando fino a minacciare di bruciare l'albergo dove sono
ospitati: un'esempio pericoloso che si unisce alla campagna della Lega di Salvini e che non deve passare.
A premessa per inquadrare la
situazione basterebbe ricordare l'analisi
dell'Anpi bresciana, che sul suo sito denuncia"...come il
paese dell'alta Valle Trompia sia di fatto controllato da
squadristi fascisti e
razzisti, con
i profughi richiedenti asilo resi ostaggi di costoro, come
prigionieri". Per l'Anpi, dunque, "si pone la
necessità per tutte le forze democratiche di dare a breve tempo
una risposta di rilevanza nazionale, una grande vera
manifestazione con corteo a San Colombano in nome della
Costituzione - che nessuno deve impedire per qualsiasi pretesto
- perché la situazione è, sotto tutti i punti di vista
inaccettabile. Anche perché la presenza dello Stato si è
rivelata finora inadeguata rispetto alla soluzione del problema
e per di più ad associazioni antifasciste, partiti e cittadini
democratici solidali coi profughi è stata di fatto impedita la
possibilità di portare loro concreta solidarietà. Ciò mentre
fascisti e razzisti sono liberi di scorazzare a San Colombano
nonostante l'incontro rassicurante con il prefetto". Il
problema è che poi l'Ampi, il pd e la cgil, non hanno aderito e
hanno ostacolato la manifestazione odierna che comunque in termini
numerici ha dato una risposta adeguata, mettendo insieme le realtà
politico e sociali e di movimento di Brescia e portando al risultato
dal punto di vista umano di rompere l'accerchiamento razzista e di
permettere di dare coraggio ai profughi che sono arrivati in piazza
nonostante l'associazione che gestisce la loro presenza gli avesse
consigliato di restare in albergo. Questo ha permesso di portare la
solidarietà diretta ai profughi e di far capire che questa esigua
minoranza di sub-umani non rappresenta la maggioranza che invece
vuole restare umana.
Detto questo aspetto positivo della
manifestazione, il problema è che questo non basta per affrontare la
situazione e per battere i razzisti occorre denunciare e colpire chi
li legittima e li lascia operare indisturbati in spregio delle stesse
leggi e della Costituzione, che sono prefettura-governo e
questura-polizia che anche in questa manifestazione hanno imposto
agli organizzatori del corteo delle prescrizioni, per noi
inaccettabili: il corteo non poteva arrivare all'albergo che ospita i
migranti, la piazza era divisa da 5 blindati che a pochi metri di
distanza in un ristorante con terrazza, garantivano in contemporanea
la presenza e la protesta dei fascio-razzisti che avevano programmato
un pranzo per lo stesso giorno, oltre alla chicca finale che mentre
si ritornava alle macchine la polizia ha dato la possibilità a
questi topi di fogna di muoversi, permettendo che da un cavalcavia il
corteo è stato bersagliato da alcuni sassi che casualmente non hanno
provocato seri feriti. Questo per dire 2 cose:
1- non
bastano certo i presidi-festa per ostacolare la continuazione delle
azioni fasciste e non serve certo enfatizzare i numeri dei
partecipanti per mettersi a posto la coscienza delle anime belle del
movimento, che hanno partecipato con la preoccupazione maggiore che
tutto filasse liscio o, come hanno detto dai microfoni: “non
accettare provocazioni per evitare
che il senso dell'iniziativa
possa essere compromesso”
2-
dopo aver fatto una cosa giusta ed aver risposto con questa
manifestazione, anche se tardiva, serve continuare la mobilitazione,
assediare prefettura e questura, che continuano a legittimare
l'illegalità della presenza fascista nel paese e nello stesso tempo
denunciare con iniziative quelle forze dal pd alla cgil che sono
conniventi con questa situazione di cui è responsabile in ultima
analisi il governo che sostengono.
Come ha detto un immigrato incazzato che cercava di andare verso i fascisti al termine del presidio in piazza: "non è possibile vivere in questo modo e lasciarsi continuamente insultare", dimostrando che tra i proletari immigrati esiste la rabbia e la voglia di reagire alla violenza con la giusta e necessaria forza, ma per questo serve linea e organizzazione e coscienza di classe, ma che oggi non è presente nel movimento antagonista bresciano.
A seguire rassegna stampa:
#REFUGEESWELCOME:
OLTRE 600 PERSONE AL CORTEO DI SAN COLOMBANO DI COLLIO (BRESCIA)
radioonda d'urto
– Manifestazione finita, la carovana autodifesa di compagne e compagni bresciani sta scendendo dall’Alta Val Trompia. Al rientro verso le autovetture da segnalare il secondo patetico tentativo di protagonismo del gruppetto di fascisti locali che, nascosti dietro decine di forze dell’ordine e a una cinquantina di metri dagli ultimi manifestanti, hanno urlato qualche slogan razzista lanciando nel contempo un…sasso. La corrispondenza finale dalla giornata #refugeeswelcome a San Colombano di Collio con Umberto, della nostra redazione e di Diritti per Tutti. Ascolta o scarica qui. La parte numericamente più consistente, oltre la metà, era quella rappresentata dallo spezzone autodifeso delle lotte sociali, partito in carovana dal centro sociale Magazzino 47 di Brescia, assieme a occupanti, sfrattati, associazione Diritti per Tutti e Kollettivo Studenti in Lotta.
Corteo
pro-rifugiati La solidarietà sfila nell'indifferenza da bresciaoggi
Cori
di scherno e una sassaiola solo abbozzata contro la marcia inscenata
da duecento antagonisti Gli abitanti di San Colombano disertano
l'iniziativa
Dopo
settimane di picchetti «no-profughi», ieri per la seconda volta si
è levata a San Colombano una voce in favore dell'accoglienza. Anzi
duecento voci. Tanti sono stati gli antagonisti che hanno partecipato
al corteo di solidarietà ai 19 migranti che dal 27 agosto sono
ospiti dell'albergo «Al Cacciatore». Un soggiorno vissuto da
semi-segregati perchè sono finiti loro malgrado nel mirino delle
proteste dei residenti che con oltre mille firme hanno chiesto al
prefetto di trasferire altrove i rifugiati. IN UNA FRAZIONE
«blindata», tutto si è svolto in un clima di relativa
tranquillità: in piazza Santa Barbara, capolinea dell'happening, si
sono levati cori e insulti da curva contro gli antagonisti che hanno
risposto intonando «Bella Ciao». Nel colorato e pacifico corteo -
sfilato nella totale indifferenza dei residenti e dell'autorità
locali che hanno disertato in massa la manifestazione - sono spuntati
anche vessilli dell'Anpi, nonostante il direttivo dell'Associazione
nazionale partigiani d'Italia si fosse ufficialmente dissociato
dall'iniziativa. L'unico momento di tensione si è registrato al
tramonto della giornata quando un gruppo di manifestanti è stato
fatto bersaglio di una sassaiola. L'epilogo stonato di un pomeriggio
iniziato in un'atmosfera di festa ignorata da San Colombano che ha
ostentato una normalità quasi surreale. Negozi e bar sono rimasti
aperti nonostante lo spiegamento di blindati della celere nel
piazzale a fianco della strada provinciale, lasciasse presagire
tensione. IL CORDONE formato dai carabinieri della compagnia di
Gardone Valtrompia al comando del capitano Piermarco Borettaz
supportati dal 7° Reggimento Trentino Alto Adige e dagli agenti
della questura coordinati dal primo dirigente Domenico Farinacci,
sono stati un deterrente efficace ad ogni tentazione di far
deragliare il corteo sui binari delle provocazioni. Il corteo è
stato aperto da 18 giovani che hanno voluto simboleggiare i Comuni
della Valtrompia. In piazza i portavoce del collettivo Michele Borra
del Magazzino 47, Walter Saresini del Coordinamento Antifascista e
Antirazzista, Battista Carlo Di Giovanbattista della Sinistra
Anticapitalista, hanno rivendicato con toni più o meno marcati la
necessità di opporsi a «una deriva fascista». Il momento più
significativo è stato l'arrivo in piazza dei 19 profughi scortati
dalle forze dell'ordine. All'inizio erano frastornati ma sui loro
volti è comparso alla fine un sorriso, forse il primo da quando sono
arrivati a San Colombano. Il «gelo» però resta. E sull'opportunità
del corteo degli antagonisti promosso quando la tensione accumulata
si stava stemperando, i dubbi restano. Emblematiche le parole
pronunciate dal parroco don Martino Borghetti durante la messa
celebrata mentre la manifestazione si stava sciogliendo: «La carità
non va fatta a parole ma con i fatti». o
Edmondo
Bertussi
«Refuuges
welcome» contro «no ai clandestini», ancora tensione a Collio
Non
si placano le proteste dei residenti, seppur scemate rispetto ai
primi giorni. Sabato saliranno in alta quota i centri sociali,
domenica tocca all’estrema destra
di
corriere brescia
A
San Colombano Collio c’è chi giura di averne fatto un abitudine.
Frazione di 500 anime dell’alta Val Trompia, San Colombano è
salita agli onori delle cronache per la protesta popolare ormai
perpetua contro l’accoglienza di diciannove giovani richiedenti
asilo africani. I rivoltosi, con le mamme dei bimbi che frequentano
le scuole elementari tascabili in testa, manifestano da ormai due
settimane a frequenza alternata e non intendono fermarsi seppur la
tensione si è sensibilmente attenuata.
Le
manifestazioni in programma
Sabato
19 settembre alle 14.30 è in programma un corteo dei centri sociali
promosso dal Magazzino 47 di Brescia, Diritti per Tutti e Kollettivo
Studenti in Lotta: si parte alle 13.30 dalla città e quindi, dopo
una sfilata nella frazione, la giornata si concluderà con una festa
in piazza insieme ai migranti. Il giorno seguente, domenica 20
settembre, saliranno in alta quota gli esponenti di estrema destra
riuniti sotto la sigla Brescia ai Bresciani (Nata da un’idea del
movimento bresciano di Forza Nuova): alle 12.30 è in programma un
pranzo all’hotel Belvedere promosso dalla frangia più ostile
all’accoglienza dei residenti stessi. Sebbene la protesta sia
gradualmente scemata l’attenzione resta alta.
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