Squinzi:
«Nel Mezzogiorno tessuto produttivo vitale»
di Nicoletta Picchio 25 settembre 2015
di Nicoletta Picchio 25 settembre 2015
Roma
- Un pacchetto di proposte per il Sud, in vista della legge di
stabilità, che vanno dal rilancio degli investimenti al credito di
imposta al rifinanziamento dei contratti di sviluppo. Presentato in
quella città, Taranto, che per le vicende dell’Ilva è diventata
l’emblema delle difficoltà del fare impresa in Italia, soprattutto
nel Mezzogiorno.
«Nel
Sud esiste un tessuto produttivo vivo e vitale, che abbiamo il dovere
di difendere e promuovere con orgoglio. La chiave della ripartenza è
nella ripresa degli investimenti pubblici e privati». Giorgio
Squinzi parla al termine del Consiglio generale di Confindustria, che
ieri in via eccezionale si è riunito appunto a Taranto. Una
decisione presa prima dell’estate, proprio per portare in primo
piano la vicenda dello stabilimento siderurgico e l’urgenza di un
rilancio del Sud. «Il dibattito che questa estate ha riportato
l’attenzione sul Mezzogiorno ha messo in luce i divari
territoriali. Il nostro compito è mostrare al paese che la risposta
c’è: si chiama impresa». Piccole, medie e grandi, come l’Ilva.
«L’Ilva è strategica e decisiva, quest’anno ricorre il
cinquantesimo anniversario dello stabilimento di Taranto, il futuro
di questo impianto è il simbolo del futuro del manifatturiero del
Sud e del paese», ha detto il presidente di Confindustria. «L’Italia
– ha aggiunto – non può rinunciare ad un’industria siderurgica
senza arretrare, passando da un paese di primo piano ad uno di rango
inferiore.
Confindustria ha riunito a Taranto il Consiglio generale
proprio per dare un segnale sull’importanza dell’Ilva e del Sud».
Piuttosto, ha sottolineato Squinzi, è necessario definire in tempi,
che devono essere brevi, e le tappe entro cui l’Ilva sarà
restituita al mercato. Per questo, Confindustria mette a disposizione
del governo e dei commissari «conoscenze e competenze dell’intero
sistema industriale italiano, nell’interesse del più grande
stabilimento siderurgico d’Europa, della nostra industria e di
tutto il paese».
L’appuntamento
di ieri è stato anche l’occasione per presentare il piano di
Confindustria per il rilancio del Mezzogiorno. «Abbiamo messo a
punto un pacchetto di proposte che vuole essere il nostro contributo
al Master Plan per il Sud annunciato dal governo Renzi», sono state
le parole di Alessandro Laterza, vice presidente di Confindustria per
il Sud e le politiche di coesione, presente con Squinzi alla
conferenza stampa. Confindustria, si legge nel comunicato messo a
punto dopo il Consiglio generale, ha già ribadito che la legge di
stabilità dovrebbe puntare sugli investimenti e sul consolidamento
del taglio del costo del lavoro. Ricette valide per tutto il
territorio nazionale, «ma ancora più indispensabili per il
Mezzogiorno». In particolare occorre puntare sul credito d’imposta
per gli investimenti in ricerca, estendendolo a quello incrementale,
e sulla decontribuzione per i nuovi assunti a tempo indeterminato.
Ieri si è discusso in particolare dell’importanza dei fondi
strutturali, «occasione che non si può perdere». Il governo deve
spingere per avere la massima flessibilità possibile, inoltre
Confindustria invita a non perdere tempo sulla programmazione e sulla
spesa: «Ci sono 100 miliardi di euro, risorse vitali per il rilancio
del Mezzogiorno e del paese». In particolare Confindustria ha
proposto un credito d’imposta di almeno tre anni per l’acquisizione
di beni strumentali nuovi, il rifinanzamento dei contratti di
sviluppo, il potenziamento degli strumenti di accesso al credito, il
vaucher per l’internazionalizzazione, un piano per le
infrastrutture, un adeguato stanziamento per il 2016 delle risorse
destinate al Fondo per lo sviluppo e la coesione, la definizione
della governance della politica di coesione, rendendo pienamente
operativa l’Agenzia.
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