Il film è ambientato nell’autunno del 1943, quando degli
studenti universitari vicentini decidono di dedicarsi alla lotta partigiana
contro il nazifascismo. Quindi partono per le montagne nell’altopiano di Asiago
nella speranza di incontrare gruppi partigiani per unirsi subito alla lotta e
imparare a fare la guerra contro i nemici.
Per questo primo cineforum si è scelto proprio questo film
per ricollegarsi al 70° anniversario della resistenza, per mantenere viva la
memoria storica che in passato la borghesia e il governo hanno sempre cercato
di cancellare. Come già tentano da sempre alcuni revisionisti storici come Giampaolo
Panza. Ma quest’anno abbiamo avuto per così dire la riqualificazione della resistenza in
Italia, con la rai che ha mandato in onda diversi documentari o film ma anche con lo stesso discorso di Mattarella del 25 aprile, che però dovrebbe adesso dimettersi per dissociarsi da un governo che esprime un moderno fascismo
che avanza, facendo leggi antipopolari, antioperaie e contro il mondo del lavoro reso ogni giorno sempre più precario, rendendo anche molti giovani disoccupati perenni.
Per
questo abbiamo detto nella presentazione il fatto che oggi ci vuole una nuova
resistenza come necessità dei giovani per contrastare la riproposizione del
fascismo in forme moderne. In Italia la presenza dei giovani nella resistenza
fu alta e per sconfiggere il fascismo alcuni hanno dato la vita, e quindi
proprio per avere rispetto di questi morti non possiamo permetterci che
avanzi di nuovo il fascismo guidato da governo e padroni ma anche attraverso forme organizzate letteralmente anticostituzionali come casapound o forzanuova.
Dopo
il film c’è stato un dibattito tra i giovani interessante e di riflessione sulla
necessità che l’unica via per spazzare questo sistema è quella della
rivoluzione, ma ripartendo dalla nostra esperienza storica della resistenza e
quindi costruire una nuova resistenza. Ci sono stati interventi che hanno
spiegato anche le difficoltà che ritrovavano i giovani partigiani nelle scelte
o decisioni da prendere; una compagna ha riportato come esempio le difficoltà
che vengono descritte nel libro di Santo Peli "Storie di Gap", che descrive le
azioni dei partigiani che operavano all’interno delle città chiamati gruppi d’azione patriottica.
C’è stato anche un intervento di una giovane compagna che ha
avuto esperienza (per motivi di studio) in Egitto, descrivendo lo stato fascista
di Al-Sisi, un regime poliziesco che alza sempre di più il tiro
contro i giovani. La compagna ha riportato un’esperienza di un giovane egiziano che
una notte è stato arrestato senza motivo per dei sospetti che facesse parte di
alcuni gruppi terroristici, per il fatto di essere un ultrà, ma sospetti
comunque falsi per giustificare l’arresto, nella casa dove quella notte c’era anche
lei. Poi è stato rilasciato, ma molti
giovani per questi semplici sospetti restano in carcere fino a 2 anni alcune
volte.
Infine
abbiamo concluso con un aperitivo, brindando alla partenza (per motivi
di lavoro) di un compagno che andrà in Tunisia, e che porterà avanti un lavoro
molto importante tra le masse proletarie tunisine in tutti gli ambiti: giovani,
studenti, donne, lavoratori e operai.
Facciamo gli auguri anche qui pubblicamente per l’importante
lavoro a livello internazionale che il compagno porterà di nuovo avanti, dato che già ha
avuto modo di essere in Tunisia per motivi di studio,e che
sicuramente continuerà a dare contributi ampliandoci la visuale della situazione tunisina,
che oggi conosciamo grazie anche a questo importante lavoro.
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