Sanità, gli esami e le visite mediche che diventeranno a pagamento
La Ministra della Sanità Beatrice Lorenzin, insieme al governo Renzi, mette sotto ricatto i medici costringendoli a prescrivere 208 esami clinici, solo se il paziente è moribondo o manifesti chiari sintomi di neoplasia!
Inoltre certi esami clinici con esiti negativi, non potranno essere ripetuti entro 5 anni!
Con
il Jobs act e altre misure, dopo aver creato l’operaio precario
D.O.C., Renzi, vuole farci schiattare sul posto di lavoro, con
accertamenti clinici quando è troppo tardi! Non bastassero già i
ritmi e la tempistica da rispettare in fabbrica, per un salario di
quattro soldi e l’occupazione a singhiozzo! Renzi ha creato
l’operaio usa e getta: dalla fabbrica alla disoccupazione e
all’occorrenza dalla fabbrica al cimitero!
I medici vengono esautorati dalla loro professione, interdetti sul come proseguire negli accertamenti clinici verso i propri pazienti: per loro deciderà la nuova legge, lo Stato, o meglio la ragion di Stato. Se non rispettano le nuove disposizioni i medici saranno sanzionati e trascinati in tribunale come delinquenti.
I medici vengono esautorati dalla loro professione, interdetti sul come proseguire negli accertamenti clinici verso i propri pazienti: per loro deciderà la nuova legge, lo Stato, o meglio la ragion di Stato. Se non rispettano le nuove disposizioni i medici saranno sanzionati e trascinati in tribunale come delinquenti.
Renzi
da un altro calcio in culo alla prevenzione della salute, con un
taglio di 2,3 miliardi di euro, che sommato ai precedenti, arrivano
ad un taglio complessivo della sanità pubblica di 30 miliardi di
euro negli ultimi 5 anni!
Renzi getta nel cesso l’obbiettivo di prevenire prima di curare, che costituì il perno della riforma sanitaria del 1978!
Anche per questo Renzi si merita di essere buttato lui nel cesso, con tutto il sistema che lo tiene a galla e lo manovra come un vanaglorioso burattino.
Renzi getta nel cesso l’obbiettivo di prevenire prima di curare, che costituì il perno della riforma sanitaria del 1978!
Anche per questo Renzi si merita di essere buttato lui nel cesso, con tutto il sistema che lo tiene a galla e lo manovra come un vanaglorioso burattino.
Non
lasciamo passare anche questa sotto silenzio.
(da un commento su operai contro)
(da un commento su operai contro)
Sanità,
dl sugli esami “non necessari”, è scontro. Medici in rivolta:
“Pronti allo sciopero”N; News
Un
decreto "sbagliato" contro il quale "è già in atto
una mobilitazione che potrebbe portare
anche a uno sciopero di tutto il mondo della sanità italiana", annuncia Costantino Troise, segretario dell’Anaao, il maggior sindacato dei medici dirigenti. Sono 205 le prestazioni sanitarie che secondo il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, possono essere tagliate per ridurre la spesa pubblica
anche a uno sciopero di tutto il mondo della sanità italiana", annuncia Costantino Troise, segretario dell’Anaao, il maggior sindacato dei medici dirigenti. Sono 205 le prestazioni sanitarie che secondo il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, possono essere tagliate per ridurre la spesa pubblica
Il
governo stila l’elenco delle 205 prestazioni da tagliare se
“non appropriate“, scaricando i costi sui cittadini e minacciando
di multare i medici,
e i camici bianchi scendono sul piede di guerra. Un decreto
“sbagliato”
contro il quale “è già in atto una mobilitazione che potrebbe
portare anche a uno sciopero di tutto il mondo della sanità
italiana”. Ad annunciarlo è
Costantino Troise,
segretario dell’Anaao,
il maggior sindacato dei medici dirigenti, commentando il decreto in
arrivo sulle prestazioni inappropriate.
Il
taglio, “fatto dall’alto è già al centro di una mobilitazione
intersindacale e interprofessionale già partita, al centro degli
Stati Generali del 21
ottobre“,
con Ordine dei medici, società scientifiche e sindacati.
“L’obiettivo – spiega Troise – è una manifestazione
unitaria. Non è un fulmine a ciel sereno”. “Lo Stato si
sostituisce al giudizio del professionista, assumendone le
prerogative, a prescindere dal malato. Tutto questo – conclude –
per poche centinaia di milioni e con strafalcioni tecnici”.
Sono
205
le prestazioni sanitarie che secondo il ministro della Salute,
Beatrice
Lorenzin,
possono essere tagliate per ridurre la spesa pubblica. Vanno dagli
esami
di laboratorio,
ai test genetici e allergici per arrivare fino a risonanze
magnetiche
e tac. Esami, cioè, che non sono sempre ritenuti
necessari.
In
questo modo l’esecutivo pensa di ridurre gli sprechi,
contenendo la spesa sanitaria che l’esecutivo punta a ridurre di 7
miliardi
entro il 2017. Nelle idee del ministero della salute, la maggior
parte dei risparmi verrà dalle risonanze magnetiche il cui numero
supera quello degli altri Paesi europei. L’esame della colonna
vertebrale senza mezzo di contrasto, ad esempio, potrà essere
prescritto gratuitamente solo se il dolore persiste su un lasso
temporale di almeno
un mese
o nei casi di
fratture.
Nel caso in cui non si evincano patologie, non sarà possibile
ripetere immediatamente l’esame a carico del servizio sanitario
nazionale, ma bisognerà attendere un anno. O, in alternativa,
pagarlo.
Teoricamente
quindi il documento della Lorenzin punta dritto agli sprechi,
caricando sulle casse pubbliche solo quegli accertamenti ritenuti
davvero necessari. Nella pratica però rischia di essere un boomerang
per i pazienti: da un lato infatti i medici saranno condizionati
dalla possibilità di sanzioni pecuniarie, dall’altro, in
coscienza, potranno magari suggerire di procedere comunque agli
accertamenti che ricadranno sulle spalle dei pazienti.
“Il
punto debole del decreto ministeriale della Lorenzin – spiegava
martedì
Domenico Iscaro,
presidente nazionale dell’Anaao – è che mette in moto un
meccanismo, quello sanzionatorio, che oltre a spaventare il medico e
farlo lavorare male, creano un danno al malato che vedendosi negare
la Tac o l’esame rinuncerà a curarsi del tutto o andrà nel
privato. Così salta il delicato e fondamentale rapporto
paziente-medico”. “Abbiamo fatto presente al ministro che
nessun medico si sogna di contestare l’appropriatezza – aggiunge
Iscaro – ma è il metodo che non accettiamo, ovvero realizzare
questo passo con un atto amministrativo”. Quindi secondo l’Anaao
si “rischia di fare una grande confusione e trasferire sulla spalle
dei pazienti più deboli il peso di alcune scelte”.
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