mercoledì 11 maggio 2011

pc 11 maggio - Solidarietà ai compagni di Firenze. No alla criminalizzazione delle lotte studentesche e dei movimenti sociali!

sosteniamo questa presa di posizione di una serie di realtà studentesche

la nostra posizione su queste vicende è ben nota
serve un coordinamento nazionale stabile contro la repressione
che leghi la lotta contro repressione a quella contro il fascismo e il governo del moderno fascismo

la proposta del CAIL di Palermo e red block-studenti di assemblea nazionale delle realtà del movimento studentesco per una lotta comune su questi terreni, fatta già da gennaio era ed è la risposta giusta a questa esigenza ma non è stata raccolta
pensiamo che sia ora che venga raccolta facendola caso mai a firenze
in direzione della mobilitazione contro la madre di tutte le repressioni, il g8 di genova
per questo sosteniamo anche la proposta giusta e avanzata di red block per la costruzione della scadenza di genova 2011 come scadenza comune

infine occorre ribadire che non basta sottoscrivere posizioni giuste, se a questo nelle università e nelle piazze non corrisponde una atteggiamento e linea adeguata
non è così- come criticano apertamente i compagni di redblock èalermo -per quanto riguarda il collettivo 20 luglio, che proprio su repressione e antifascismo hanno mostrato come spesso alle parole non corrispondono i fatti
sarebbe bene che su questo ci fosse un dibattito reale

proletari comunisti
11 maggio 2011


Solidarietà ai compagni di Firenze. No alla criminalizzazione delle lotte studentesche e dei movimenti sociali!
Mercoledì 11 Maggio 2011 11:13 cau .78 indagati, 22 misure cautelari, nello specifico 5 arresti domiciliari e 17 obblighi di firma. È questo il prodotto della retata realizzata il 4 maggio a Firenze. Gli attori sono Digos, Ucigos e AISI, vale a dire tutti gli apparati statali dediti più nello specifico alla repressione. I capi d’imputazione sono diversi e svariati. Il più assurdo è sicuramente quello di “associazione a delinquere”: sminuire il conflitto politico al grado di delinquenza comune è il chiaro segno della volontà delle forze della repressione.

Al centro dell’attacco c’è proprio il conflitto. In una società che si vorrebbe senza tensioni sociali, in cui tutti i soggetti istituzionali ed affini parlano di pace e armonia sociale nonostante viviamo un periodo di durissimo attacco ai diritti, alle condizioni di vita e alle prospettive future, bisogna cercare di mettere a tacere le voci e fermare i corpi di chi parla e pratica il conflitto. Ed allora colpire in primis il movimento studentesco, che è stato capace di mettere in campo durante lo scorso autunno una determinazione ed una radicalità che hanno sorpreso molti in tutta la penisola, ponendosi anche come interlocutore per lotte che trascendono gli angusti confini dei nostri atenei, può diventare una priorità.

Per essere più efficaci e per essere sicuri di riuscire ad isolare hanno preferito agitare quello che ormai è “lo spauracchio” degli anarchici”, sminuendo un’ideologia ed equiparandola a qualcosa di non ben definito, ma di fortemente pericoloso; spauracchio messo in scena dagli organi di stampa, secondo l’ormai noto canovaccio di “Sbatti il mostro in prima pagina”. Sarebbe ben più difficile suscitare un sentimento di condanna se si parlasse di giovani e giovanissimi, fra cui ci sono, ovviamente, sia anarchici che non, per lo più studenti, e se si esponessero le ragioni, le motivazioni profonde, che hanno fatto sì che per mesi, giorno dopo giorno, fossimo nelle strade e nelle piazze per contrastare la “riforma Gelmini”, il paradigma del “piano Marchionne”, la privatizzazione dell’acqua, la distruzione del welfare. In quei mesi, nelle aule universitarie e in qualunque luogo ci siamo incontrati, abbiamo provato ad immaginare traiettorie diverse, un futuro che fosse altro da quello che ci vorrebbero cucire addosso. E abbiamo provato a mettere in pratica ciò che ci dicevamo, ciò che veniva fuori dai tanti momenti di confronto e anche di scontro che abbiamo avuto l’intelligenza e la fortuna di coltivare. Con quest’operazione repressiva si vorrebbe negare la più intima essenza di tutto ciò: si colpisce a Firenze, ma il colpo è avvertito da ognuno di noi, nelle nostre lotte e nelle nostre città.

E, poiché oggi è più evidente che i movimenti che esprimono conflitto danno fastidio ai governanti di un sistema sociale in crisi, indietro non torniamo.

Solidarietà alle compagne e ai compagni di Firenze!
No alla criminalizzazione delle lotte studentesche e dei movimenti sociali!


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Ultimo aggiornamento ( Mercoledì 11 Maggio 2011 13:12 )

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