lunedì 7 novembre 2016

pc 7 novembre - La campagna India in Tunisia, verso la giornata intenazionale del 24 novembre

Il comitato di Sostegno alla Guerra Popolare in India- Tunisia é nato l'anno scorso per iniziativa di alcuni studenti e prof universitari. Il comitato é ancora piccolo e giovane ma intende dare il proprio contributo alle campagne internazionali che sostengono i prigionieri politici indiani e la rivoluzione indiana cosi come già fanno altri comitati simili presenti in molti paesi tra cui Italia, Germania, Brasile, Francia, Austria, Stato Spagnolo, Galles, Irlanda, Inghilterra, Olanda, Svezia, Norvegia, Canada, USA, Afghanistan e altri ancora.
Per questo chiediamo a tutti i militanti politici e sindacali, agli intellettuali nazionalisti e progressisti, alle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei disoccupati, ai militanti attivi nelle lotte anti-imperialiste e per la Palestina di sostenere la causa del popolo indiano e della rivoluzione indiana secondo le proprie forze e capacità dando cosi un contributo in maniera creativa allo sviluppo del comitato tunisino secondo le condizioni specifiche del nostro paese.
Iniziamo con la sottoscrizione del presente appello:



Noi studenti, docenti, lavoratori, intellettuali, attivisti politici e sociali sosteniamo la campagna internazionale in corso per la difesa di Ajith e di tutti i prigionieri politici incarcerati dal regime indiano hindu/fascista di Modi.
Nel nostro paese si sa molto poco dell'India e quel poco che sappiamo é un'immagine distorta data da
alcune serie televisive diffuse nel nostro paese.
Nonostante la grande distanza che separa i nostri due paesi e le enormi diversità, ci sono alcune similitudini...
In Tunisia come in India, due democrazie formalmente, gli attivisti politici sono oggetto di persecuzioni degne da stato di polizia.
Gli studenti, gli scioperanti, i militanti politici basta che esprimano il loro dissenso verbalmente o anche sui social network per essere arrestati e prelevati a casa, come successo recentemente a Jamel Saghrouni nella città di Sidi Bouzid e a molti altri prima di lui .
Per questo esprimiamo solidarietà alle organizzazioni studentesche, democratiche e rivoluzionarie indiane che quando denunciano la repressione e i crimini dello stato indiano ne subiscono a loro volta.

Recentemente anche nel nostro paese ci sono state iniziative di solidarietà verso uno dei principali prigionieri politici al mondo per la causa palestinese, George Ibrahim Abdallah, detenuto in Francia da ormai 33 anni.
Nonostante nel nostro paese generalmente il popolo ha a cuore la causa palestinese, solo recentemente si ha notizia di chi é George, allo stesso modo é importante che si inizi a sapere che anche in un paese come l'India, ci siano combattenti che hanno dedicato tutta la propria vita alla lotta per il proprio popolo e per un mondo migliore, per questo chiediamo l'immediata liberazione di Ajith e di tutti i prigionieri politici indiani.

In realtà l'India é più vicina al mondo arabo di quanto sembri, infatti il regime indiano nella sua guerra contro il movimento maoista, la cosiddetta "Operazione Green Hunt" cerca sempre più una "soluzione finale" per soffocare la rivoluzione indiana e in questo é appoggiata dall'imperialismo ma anche dal sionismo. Negli ultimi anni infatti il governo indiano ha intensificato la cooperazione militare con Israele e in particolare con il Mossad prendendo esempio dalle pratiche di annichilimento selettivo dei leader patriottici rivoluzionari in Palestina e comprando alcuni armamenti tecnologicamente avanzati da dare in dotazione alle proprie forze paramilitari.

Ormai la cosiddetta terza fase dell'Operazione Green Hunt punta a fare terra bruciata intorno al movimento rivoluzionario, non solo uccidendo i leader della rivoluzione ma anche innocenti contadini e tutte le minoranze come gli adivasi (popolazioni tribali) i musulmani e i cristiani che sono vittime di massacri da parte dei gruppi fascisti hindu sostenuti dal governo.

L'ultimo di questi massacri e crimini da parte dello stato indiano contro il popolo é avvenuto alla fine di Ottobre a Malkangiri nello stato dell'Odisha in cui circa 30 tra militanti maoisti, contadini e adivasi sono stati interrogati, torturati e uccisi sul posto dai paramilitari indiani che parlano di scontro a fuoco quando invece si tratta di un falso scontro e di un'esecuzione a sangue freddo!

Nelle aree rivoluzionarie invece, i contadini poveri possono finalmente coltivare la propria terra e vivere del proprio lavoro; il governo indiano combatte tutto questo in alleanza con i grandi latifondisti o per vendere la terra alle grandi compagnie multinazionali e per sfruttare le risorse del paese.
Con le dovute differenze avviene qualcosa di simile anche in Tunisia dove lo stato attacca le esperienze contadine di autogestione diretta della terra come nell'oasi di Jemna (Kebili), a Dkhila e Chuiguie (Manouba) e Najeh (Meknassi, Sidi Bouzid) ecc. svende le risorse del paese come fosfati e petrolio alle compagnie e multinazionali straniere mentre la maggioranza dei giovani di questo paese sono disoccupati e spesso molti di loro scelgono la via del suicidio purtroppo.

Contro tutto questo l'alternativa é la lotta per un mondo migliore senza sfruttamento, cio' sta avvenendo in India con la Guerra Popolare diretta dal PCI (m) per questo ribadiamo con forza:

Libertà per Ajith e tutti i prigionieri politici indiani!
Basta con i falsi scontri e le uccisioni mirate a sangue freddo dei rivoluzionari, contadini, Adivasi come successo questo mese a Malkangiri!
Abbasso il regime hindu/fascista di Modi

Viva la Guerra Popolare in India e il PCI (m)

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