martedì 19 giugno 2018

pc 19 giugno - DALLA RELAZIONE DEL GARANTE DEI DETENUTI UN PARZIALE SPACCATO DI COME VENGONO TRATTATI I MIGRANTI, A CUI BISOGNA AGGIUNGERE LE TORTURE DENUNCIATE DA AMNESTY INTERNATIONAL E DA VARIE ASSOCIAZIONI - Ma il futuro rischia di essere ancora peggiore

Tra un pò se non fermiamo il governo fascio-razzista, il Min. Salvini, che considera i migranti gente criminale, questo quadro sarà quasi "benevolo"; gli hotspot in Italia verranno trasformati direttamente in campi di concentramento in cui sarà vietato uscire e, senza alcun reato commesso, i migranti saranno trattati alla stregua dei peggiori detenuti.
Sarà solo peggio l'altro progetto, quello di costruire campi di concentramento nei paesi d'origine o di transito, in cui i migranti saranno sotto il controllo militare (a quanti stupri degli eserciti dei paesi "civili" assisteremo?), e selezionati come delle bestie, in "buoni" (utili per lavorare per il capitale ed essere accettati nei paesi imperialisti responsabili della loro condizione) e "cattivi" da respingere. 



Dalla relazione annuale al Parlamento del garante nazionale dei detenuti Mario Palma, consegnata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla presenza del presidente della Camera Roberto Fico e del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

I migranti negli hotspot
Gli hotspot, rileva il Garante, "continuano a essere luoghi dalla natura giuridica incerta, rispondenti a differenti funzioni che ne mutano continuamente il carattere e la disciplina. Se
da un lato appaiono come luoghi di prima accoglienza per chi ha manifestato la volontà di richiedere la protezione internazionale, dall'altro sono luoghi di svolgimento delle procedure di polizia di pre-identificazione/fotosegnalamento e di avvio delle operazioni di rimpatrio forzato". Ma in questo modo "rischiano di generare zone d'ombra divenendo di volta in volta strutture aperte o chiuse a seconda delle esigenze dell'Autorità di pubblica sicurezza e delle procedure messe in atto".
Negli Hotspot si è registrata una crescita del numero delle persone transitate nei centri di trattenimento (+36 %), del numero dei centri stessi e delle persone rimpatriate in maniera forzata con scorta internazionale (+ 25%).
"Scadenti condizioni materiali e igieniche, assenza di attività, mancata apertura dei centri alla società civile, scarsa trasparenza, a partire dalla mancanza di un sistema di registrazione degli eventi critici e delle loro modalità di gestione, non considerazione delle differenti posizioni giuridiche delle persone trattenute e delle diverse esigenze e vulnerabilità individuali, difficoltà nell'accesso all'informazione, assenza di una procedura di reclamo in caso di violazioni dei diritti. Così come critico è il tempo di permanenza delle persone negli hotspot che non dovrebbe superare le 48 ore e che invece va ben oltre.

I rimpatri
Sono state monitorate 16 operazioni di rimpatrio forzato, di cui 13 voli charter verso la Tunisia e tre verso la Nigeria. Lo staff del garante, presente sugli aerei, ha stigmatizzato l'adozione di alcune prassi: migranti con i polsi legati da fascette per ore anche in assenza di comportamenti a rischio, nessun avviso per tempo della partenza, nessun avviso ai familiari e lunghe attese in piedi. Il garante, nella sua relazione, esprime grosse perplessità "sull'opportunità di organizzare voli di rimpatrio forzato verso Paesi come l'Egitto e la Nigeria, che non hanno istituito un meccanismo nazionale di prevenzione della tortura".

Nessun commento:

Posta un commento