martedì 2 ottobre 2012

pc 2 ottobre - Elezioni regionali in Sicilia: sindacalisti candidati per sbaglio?

“Palermo, una candidata per sbaglio” è il titolo di un articolo del 28 settembre scorso a proposito della candidatura “in extremis” di Giovanna Marano già segretaria regionale della Fiom Cgil che è stata chiamata a sostituire il candidato di Claudio Fava (escluso per un errore formale) per la lista sostenuta da Sinistra ecologia e libertà di Vendola, Rifondazione Comunista, Verdi e Italia dei Valori. La Marano, che ha acquisito un po’ di notorietà perché si è trovata a dover “gestire” la vertenza della Fiat di Termini Imerese, i cui risultati sono noti a tutti, è solo l’ultima arrivata tra i sindacalisti candidati. C’è anche Mariella Maggio dirigente regionale della Cgil in lista con Crocetta e cioè Pd, Udc. Quindi due dirigenti della Cgil in due schieramenti diversi! C’è il segretario generale della Uiltucs Pietro La Torre. C’è Mimmo Russo il fascistone dell’Mpa di Lombardo che da tempo sfrutta la lotta dei lavoratori ex PiP. C’è Salvo Barone “operaio Gesip” e dirigente del sindacato autonomo Asia con la lista dell’Italia dei Valori di Orlando. E probabilmente altri nomi meno conosciuti. Per non parlare di quelli delle precedenti elezioni come l’attuale segretario del Pd Lupo che è stato dirigente della Cisl e di quelli che diventano pure ministri.
Tutti a provare a fare carriera sulla spalle delle lotte e delle vertenze dei lavoratori e degli operai che questi individui dicono di rappresentare e i cui problemi non possono risolvere. Non è affatto per sbaglio che i sindacalisti vengono candidati dal momento in cui i partiti non sono più in grado di raccogliere voti come prima, ed è grande anche la rabbia contro la “casta” politica che si è espressa con una grande astensione. L’appello ai sindacalisti a candidarsi è naturale sia perché la borghesia in Italia non ha una scuola per la formazione dei dirigenti dello Stato e quindi un bacino per il ricambio del “personale politico” come in Francia, per esempio, e soprattutto perché deve ricucire il velo strappato della “democrazia” del capitalismo che dalla crisi viene messo particolarmente in mostra e servono persone che siano “vicini alla gente” e possano continuare ad ingannarla dicendo che questo sistema si può riformare… e i sindacalisti pronti corrono in aiuto!

Nessun commento:

Posta un commento