Mafia Capitale, il gip: “Gramazio capitale istituzionale del clan.
Il figlio del senatore Domenico e recordman di preferenze, arrestato oggi in Mafia capitale due, era già stato pesantemente coinvolto nella prima tranche dell'inchiesta. Ma si è limitato a dimettersi da capogruppo dei berlusconiani, restando in consiglio e nel partito. E dell'ex terrorista nero diceva: "Incontro milioni di persone"
Indagato già nella prima puntata Gramazio, figlio del parlamentare missino-pidiellino Domenico e recordman di preferenze per l’allora Pdl alle regionali del 2013 con oltre 10mila voti, si era dimesso soltanto dalla carica di capogruppo del parito in consiglio, “per dedicarmi con tutto il mio impegno alla difesa della mia onorabilità e della mia storia politica, caratterizzata da coerenza, impegno sociale e lealtà”, aveva spiegato. Neppure la grave ipotesi formulata già allora dai magistrati, messa nera su bianco negli atti dell’indagine, aveva scalfito il proverbiale garantismo di Forza Italia: “Le indagini”, scriveva il gip, “hanno delineato un quadro indiziario tale da indurre ad ipotizzare che Gramazio possa essere un collegamento dell’organizzazione (il gruppo mafioso secondo gli inquirenti guidato da Carminati, ndr) con il mondo della politica e degli appalti”. Ipotesi che nella prosecuzione delle indagini si sono rafforzate, dato che il gip ha firmato per lui un ordine di custodia cautelare.Gramazio non ha mai negato il pranzo con Carminati, la cui epopea criminale è universalmente nota e rivaleggia con quella della Banda della Magliana, a maggior ragione entro le mura capitoline. “Incontro
tantissime persone, non ho da rimproverarmi nulla sulla mia condotta”,
ha affermato davanti alle telecamere di Announo. Ma è normale che un
politico incontri un personaggio come quello, lo incalzava il
giornalista Luca Bertazzoni? “Io incontro milioni di persone”.
La famosa cena da Er bruttone risale al 23 luglio 2013 ed è stata documentata dagli investigatori del Ros,
come risulta dagli atti di Mafia Capitale uno. I partecipanti sono,
oltre a Luca Gramazio, il padre Domenico che fino a marzo sedeva in Senato
per il Pdl, e “er cecato” Carminati (ma il terzetto s’incontra anche in
altre occasioni, quando Gramazio senior è senatore in carica, per
esempio al Bar Valentini il 19 novembre 2012). A tavola, l’ex terrorista
promette fra l’altro di interessarsi alla nomina, niente meno, del
presidente della Commissione trasparenza del Comune di Roma: “Mo te sto a guarda’ ‘sta cosa per la..(…) commissione trasparenza, mo devo parlare con coso, con Michele”.
Il gruppo conversa anche su una rapina notturna al Centro iniziative sociali che
fa capo al senatore Gramazio. Carminati, che se ne intende, teme sia un
trucco della polizia per piazzare microfoni e videocamere, dunque
suggerisce: “Faglie fa ‘na bonifica”. Conversazione curiosa per un ex
senatore e un capogruppo regionale, ma nessuno nel palazzo pare
impressionarsi. Luca Gramazio ha continuato a frequentare il consiglio
regionale fino a ieri.
Così si arriva la disvelamento del secondo filone d’inchiesta. Dove
il consigliere regionale laziale è così descritto dal gip Flavia
Costantini: “Luca Gramazio svolge un ruolo di collegamento
tra l’organizzazione da un lato e la politica e le istituzioni
dall’altro, ponendo al servizio della stessa il suo ‘munus publicum’ e
il suo ruolo politico e può ricondursi al capitale istituzionale di Mafia Capitale“.
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