)Ho 68 anni e ho passato cinque anni e mezzo nel carcere Tihar
a Delhi con il processo quasi bloccato. Anche
se i trasferimenti di routine per i prigionieri della sezione ad alto rischio
sono previsti ogni 3-5 mesi, per me sono iniziati solo nell’agosto 2014 e ne ho
subiti tre in nove mesi. Prima
erano stati trasferimenti entro lo stesso carcere. Tutti trasferimenti punitivi.
Ho
problemi cardiaci, di pressione sanguigna, un’ernia del disco, spondilite
anchilosante, un problema ai reni e molti altri problemi di salute - e tutti
sono peggiorati in particolare dopo l’agosto 2014.
Durante i trasferimenti, dobbiamo portare da noi le nostre
borse (10-15 chili), subiamo ripetute perquisizioni in cui rivoltano tutte le
nostre cose, rimaniamo fuori dai cancelli per 4-5 ore in attesa di un mezzo,
veniamo stipati come sardine con i nostri
bagagli in un furgone e portati alla nuova destinazione. Subiamo
ancora altre due perquisizioni approfondite e di nuovo dobbiamo portare da noi
tutta la nostra roba. Passiamo la visita medica come ogni nuovo arrivato.
Poi
si deve una correre alle celle, a chi arriva tardi toccano i posti peggiori.
Occorrono
poi 2 o 3 giorni per pulire la cella, che troviamo in uno stato disgustoso, e
sistemare le nostre cose, senza alcun aiuto. Nel
nuovo carcere, tutti i trattamenti medici sono interrotti, le richieste per i
piani sanitari e le altre autorizzazioni devono essere ripetute daccapo, anche
per il letto ortopedico e i servizi igienici occidentali. Questa operazione può
richiedere alcuni giorni o anche alcuni mesi. Anche
i servizi telefonici devono essere rinnovati da zero. Non
appena si siamo sistemati e adattati ai nuovi compagni di cella (alcuni dei
quali possono essere molto cattivi) ecco che arriva il nuovo ordine di
trasferimento, e tutta la trafila ricomincia.
Il mio trasferimento è stato effettuato il 30 maggio, nel bel
mezzo di un esame per un problema cardiaco al GB Pant Hospital. Dopo
la pronuncia dell'Alta Corte del 2012 che chiedeva al carcere di Tihar una
maggiore attenzione per i detenuti anziani (di età superiore ai 65), ho chiesto
di essere trasferito nella sezione riservata agli anziani, o che mi fossero
fornite strutture analoghe nella sezione ad alto rischio, invano. Al
contrario, mentre all'inizio non mi avevano mai trasferito hanno iniziato a
farlo dopo l’agosto 2014, ed è chiaramente una forma di vessazione e distruzione
della mia salute. Dato
che tutti le mie domande, sia su base giuridica che umanitaria, sono stati
ignorate, ho infine fine dovuto far ricorso allo sciopero della fame a oltranza,
a partire dal mio ultimo trasferimento, il 30 maggio.
Kobad Ghandy
Prigione 8/9 di Tihar, Sezione Alto Rischio (Sez.5Nuova ondata di repressione e di guerra
contro il popolo in India da parte del regime fascista induista di
Modi..
Rispondiamo intensificando
controinformazione denuncia solidarietà internazionale e
internazionalista
Nuova ondata di repressione e di guerra
contro il popolo in India da parte del regime fascista indu di
Modi..
Rispondiamo intensificando
controinformazione denuncia solidarietà internazionale e
internazionalista
Lo stato Indiano, retto dal regime di Modi, al servizio
dei padroni indiani e dell'imperialismo stà sviluppando una nuova fase di
intensa repressione su tutti i fronti con l'obiettivo di schiacciare il popolo,
fermare la guerra popolare, attaccare i maoisti che la guidano
Lo Stato Indiano per accelerare i piani di svendita
delle risorse del paese alle multinazionali indiane e straniere riforma il suo
intero apparato repressivo esercito aviazione polizia bande paramilitari
costruendo una sempre pi attacca non solo la “minaccia naxalita”, ma tutti
movimenti che si oppongono alla sua politica e che resistono alla operazione
'Green Hunt'.
Lo stato indiano attacca inoltre gli intellettuali
democratici, attivisti dei diritti umani e ogni voce di dissenso che si faccia
sentire, per fare tabula rasa intorno ai movimenti popolari e alla guerra
popolare guidata dai maoisti.
Lo Stato attacca le popolazioni adivasi che vivono sui
territori ricchi di risorse naturali e dove più forte è la guerra popolare, per
soffocare sul nascere il un nuovo potere.
Nelle ultime settimane in particolare, lo Stato indiano
ha ampiamente propagandato gli “arresti illegali di stimati intellettuali
rivoluzionari e attivisti sociali, già criminalizzati e costretti alla
clandestinità e poi marchiati come terroristi, il cui unico crimine è
l'appartenenza al PCI (Maoista).
I compagni Murali Kannampally e Ismail Hamza sono stati
arrestati nell'ospedale di Talegaon Dabhade dove il primo stava subendo
trattamenti medici. Mentre il compagno Roopesh, la moglie Shyna, ed altri sono
stati catturati a Coimbatore.
Si denuncia che ad almeno 2 di questi sia stata negata
assistenza legale e le cure mediche di cui necessitano, mentre altri prigionieri
h
I compagni si sono moltiplicati quelli che le
associazioni di difesa dei diritti civili, di scrittori e giuristi democratici
vengono denunciati come “arresti illegali di stimati intellettuali rivoluzionari
e attivisti sociali, già criminalizzati e costretti alla clandestinità e poi
marchiati come terroristi, il cui unico crimine è l’appartenenza al PCI
(Maoista)”.
In particolare, lo Stato ha ampiamente propagandato gli
arresti dei presunti dirigenti maoisti Roopesh, della moglie Shyna, e di C.
Kannan, J. Anoop and C. Veeramani, catturati a Coimbatore, e di Murali
Kannampally e Ismail Hamza, arrestati nell’ospedale di Talegaon-Dabhade, dove il
primo stava subendo dei trattamenti medici.
Si denuncia che ad almeno 2 questi sia stata negata
assistenza legale e le cure mediche di cui necessitano, mentre altri prigionieri
hanno denunciato che durante gli interrogatori sono stati minacciati di essere
portati via e giustiziati in “falsi incontri” o che avrebbero arrestato i loro
familiari.
Con ogni pretesto viene prorogata la loro carcerazione
illegale e si teme come già avvenuto in molti casi, l'uso della tortura. Contro
questi arresti si sviluppa da giorni in India una mobilitazione per ottenere la
loro scarcerazione e per difenderne condizioni di vita e
detenzione.
Non si è mai fermata la persecuzione contro gli
intellettuali e democratici nelle Università.
GN Saibaba, professore alla Delhi University, disabile
al 90 per cento è detenuto da un anno senza che il processo sia neppure iniziato
e dopo ben 5 rifiuti di concedere la libertà su cauzione, nonostante sia
evidente che non costituisce un pericolo e che non abbia possibilità di
fuggire.
Mentre prosegue la caccia alle streghe verso studenti e
intellettuali marchiati di 'connessioni con i maoisti'minacciati, perseguitati,
arrestati detenuti anche per anni senza un processo che, quando si celebra, alla
fine il più delle volte li scagiona dalle accuse.
In India e nel mondo si moltiplicano e diffondono le
iniziative di solidarietà che rivendicano la liberazione immediata e
l'abrogazione delle leggi draconiane di eredità coloniale applicate per
perseguitarli
Ma accanto a questo si sono registrati decine di casi di
intellettuali marchiati per “connessioni maoiste” minacciati, perseguitati,
arrestati, detenuti anche per anni senza un processo che, quando si celebra,
alla fine il più delle volte li scagiona dalle accuse.
In India e nel mondo si moltiplicano e diffondono le
iniziative di solidarietà che rivendicano la liberazione immediata e
l’abrogazione delle leggi draconiane di eredità coloniale applicate per
perseguitarli.
Il regime di Modi rilancia su larga scala la repressione
e la cacciata, spesso con massacri contro gli adivasi e le popolazioni che
resistono alla deportazione delle loro terre per grandi progetti che minacciano
di devastare per sempre i loro territori.
Il PCI (Maoista) denuncia come lo stato indiano si
prepara a lanciare un 'salva judum 2', la replica del primo scatenato negli anni
scorsi. Salva Judum è un nome tristemente noto in India, dato all'esercito di
paramilitari fondamentalisti indu cui è dato mano libera e piena impunità per
atrocità, incendi, distruzioni, stupri massacri, che commettono in interi
villaggi adivasi in nome dello ' sviluppo'.
Si tratta di una nuova intensificazione della guerra
scatenata contro il popolo dal 2009 -GREEN HUNT – a cui le masse popolari in
lotta e tutti i settori democratici e di opposizione della società indiana
stanno controbattendo su tutti i piani. Come è successo in occasione del primo
Salva Judum, le cui bande sono state sbaragliate e colpite dalle masse e dalla
guerra di popolo, diretta dal PCI (Maoista)
In tutta l'india si moltiplicano le iniziative di
resistenza per fermare la guerra contro il popolo, mentre cresce il movimento
popolare che punta a rovesciare le classi dominanti.
La repressione non ferma ma alimenta la
ribellione.
I compagni arrestati sono conosciuti e amati dal popolo,
che esprime solidarietà e intensifica la lotta.
Ma serve molto anche intensificare la solidarietà
internazionale e internazionalista, che in questi anni si è espressa in tante
forme per fermare la mano genocida di Modi e sostenere la lotta delle masse
indiane.
Il Comitato Internazionale di Sostegno alla guerra
popolare in India chiama tutto il movimento a mobilitarsi per una campagna
prolungata di controinformazione e denuncia del regime indiano e
dell'imperialismo che lo sostiene. Fermare Green Hunt, difendere i compagni
arrestati e i prigionieri politici, sostenere le masse in
lotta!
Un mese di azioni e iniziative alle ambasciate,
consolati, centri degli interessi economici delle multinazionali indiane,
assemblee popolari per informare e sviluppare solidarietà popolare, onorare i
martiri della rivoluzione, presentazioni di libri e pubblicazioni del PCI
(Maoista) e di intellettuali indiani per conoscere la situazione in India e gli
avanzamenti della lotta rivoluzionaria del popolo.
Comitato
di sostegno internazionale alla guerra popolare in
india
per
contatti, adesioni, iniziative:
csgpindia@gmail.com)
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