All’alba del 27 maggio a Instanbul e Kocaeli oltre 800
poliziotti armati con fucili mitragliatori, giubbotti antiproiettile
hanno e pesanti arnesi da scasso sfondato le porte e devastato le
case di decine di militanti della DHF (Federazione per i Diritti
democratici, organizzazione legale di orientamento rivoluzionario e
maoista) prelevandone e arrestandone oltre 20.
Agli arrestati è stata contestata
l’accusa di appartenere al MKP (Partito Comunista maoista) e di
essere stati protagonisti di scontri di piazza lo scorso primo maggio
a piazza Taksim e nelle manifestazioni per l’assassinio di Berkin
Elvan.
La dimensione e violenza
dell’operazione, le forze esagerate impiegate, l’immediata
campagna stampa di menzogne criminalizzazione dei “terroristi”
arrestati, non lasciano dubbi sulla natura intimidatoria e di
rappresaglia dell’attacco repressivo.
Ancora una volta lo stato turco scatena
la sua forza armata contro l’opposizione, per dare un monito a
tutto il movimento popolare che negli ultimi mesi ha ripreso con
forza le strade di tutto il paese e ripetutamente in scacco gli
apparati di polizia.
Questo attacco segue di poche settimane
quello orchestrato insieme allo Stato tedesco contro un’altra
organizzazione dei lavoratori turchi all’estero, ATIK colpita da
arresti in diversi paesi.
Lo Stato fascista turco si illude di
soffocare la ribellione con arresti, carcere e campagne di
criminalizzazione ma, come affermano i compagni turchi:
“La rivolta di Gezi Park e Piazza
Taksim di tre anni fa ha prodotto un fatto irreversibile: la gente ha
smesso di scappare davanti la polizia, il popolo non ha più paura,
anzi scende in strada e dà battaglia a Istanbul come in tutto il
paese!”
E così anche dopo questo attacco la
risposta popolare è stata immediata e diffusa, affollate
manifestazioni di protesta si sono tenute a Istanbul, Dersim, Ankara,
Izmir, Antalya, Erzincan, Mersin, Adana e in tante altre città in
tutto il paese.
In diversi paesi europei dove è forte
la presenza di masse turche e organizzazioni facenti riferimento
all'organizzazione colpita si sviluppano in questi giorni
manifestazioni protesta e solidarietà.
Lo stato fascista turco che oggi
attacca la DHF è lo stesso che da sempre è fedele alleato
dell’imperialismo, membro NATO, lo stesso che fiancheggia l’ISIS
per soffocare Kobane e la lotta per di liberazione del popolo curdo,
buon amico di tutti i regimi reazionari del Medio Oriente e complice
dei trafficanti di uomini. Un nemico di tutti i popoli della regione
che il governo italiano ha sempre coccolato caldeggiandone
l’associazione all’UE.
Le nostre organizzazioni chiamano tutti
gli antimperialisti, democratici e rivoluzionari a far sentire la
loro voce contro questo nemico comune, al fianco dei rivoluzionari
turchi sotto attacco.
Facciamo appello a tutte le forze
disponibili ad ampliare anche nel nostro paese la solidarietà
internazionale con la DHF, contro l’imperialismo e lo stato
fascista turco.
I rivoluzionari turchi arrestati non
son soli!
Lo stato fascista turco è un nemico
anche nostro e il governo italiano è suo complice!
Viva la solidarietà internazionale!
proletari comunisti –
PCm Italia
Soccorso Rosso
Proletario
Per info, adesioni:
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