BOLOGNA MARTEDI 2 GIUGNO 2015
alle ore 10:00 in Piazza 8 Agosto, Bologna
2 GIUGNO - DICHIARIAMO GUERRA ALLA GUERRA
L’articolo 11 della Costituzione proclama il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Nella realtà, il coinvolgimento dell’Italia negli scenari della “guerra globale” è crescente e multiforme: dalla partecipazione dirette alle missioni militari, alla concessione delle basi militari in territorio italiano alle guerre USA e NATO nel Mediterraneo e nel Medio-Oriente, non trascurando l’aumento folle delle spese militari per l’ammodernamento dell’arsenale bellico. Insomma, tutta la politica estera del nostro paese è intrisa della scelta bellica, con una chiara responsabilità in devastazione e massacri sempre meno occultabile. L’Italia permane il solido alleato di Stati apertamente impegnati in politiche di aggressione contro altri Stati sovrani e popolazioni civili inermi. Ciò avviene per Israele contro la Palestina e l’Arabia Saudita contro lo Yemen, o con il sostegno agli “amici della Siria” coalizione complice degli jihadisti (contro cui combatte l’eroica resistenza curda), ma anche in Europa con il sostegno ai golpisti internamente alleati ai nazisti al potere in Ucraina e in guerra per impedire la autodeterminazione delle repubbliche indipendenti ed antifasciste.
MOBILITARSI AFFINCHE’ L’ITALIA ESCA DALLA SPIRALE DI GUERRA
La guerra era e resta sempre solo strumento di distruzione e morte; le devastazioni di intere regioni, i crimini perpetrati contro moltitudini di esseri umani la cui unica colpa è quella di essere nati nelle “parti sbagliate” del globo hanno visto il proliferare di meccanismi di sostegno ideologico agli interventi militari e di mistificazione della loro reali motivazioni, sotto la coltre della guerra umanitaria e di liberazione dai regimi tirannici, operazioni alimentate in modo pressoché unanime da tutto il mondo dell’informazione occidentale. Nel nostro paese inoltre l’assunzione piena della legittimità della “guerra umanitaria o per l’estensione della democrazia” nell’orizzonte politico della maggiore forza politica di derivazione progressista, il Partito Democratico, ha indebolito notevolmente la diffusione di analisi critiche di stimolo alla mobilitazione di massa contro la guerra, che per decenni ha rappresentato una prerogativa
dei movimenti.
RIANNODARE LE RETI DELLA SOLIDARIETA’
Il 2 giugno data della festa della Repubblica, è l’occasione per promuovere una giornata di mobilitazione nazionale contro la guerra, articolata nelle realtà territoriali, concepita come contraltare alle parate militari, rimettendo al centro dell’attenzione il carattere pacifista e antifascista della nostra Costituzione.
COSTRUIAMO LA GIORNATA NAZIONALE CONTRO LA GUERRA
L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA E I GUERRAFONDAI
PER QUESTO LANCIAMO L’APPUNTAMENTO PER IL 2 GIUGNO ORE 10.00
PIAZZA 8 AGOSTO A BOLOGNA
Prime adesioni: Rete dei Comunisti Bologna, Noi Restiamo, Ross@ Bologna, Partito Comunista dei Lavoratori Bologna, Partito comunista d'Italia Bologna, Comitato Palestina Bologna, Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia Onlus, Comitato Ucraina Antifascista Bologna …
Per adesioni: retedeicomunistibologna@gmail.com
ROMA MARTEDI 2 GIUGNO 2015
DA ROMA UN APPELLO PER UNA GIORNATA NAZIONALE CONTRO LA GUERRA IL 2
GIUGNO
Larticolo 11 della Costituzione proclama il ripudio della guerra come
strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Nella realtà, il
coinvolgimento dellItalia negli scenari della guerra globale è crescente
e multiforme: dalla partecipazione dirette nelle missioni militari, alla
concessione delle basi militari in territorio italiano alle guerre USA e
NATO nel Mediterraneo e nel Medio-Oriente, non trascurando laumento folle
delle spese militari per lammodernamento dellarsenale bellico.
Insomma, tutta la politica estera del nostro paese è intrisa della scelta
bellica, con una chiara responsabilità in devastazione e massacri sempre
meno occultabile. LItalia permane il solido alleato di potenze straniere
apertamente impegnate in politiche di aggressione contro stati sovrani e
coalizione complice degli jiadisti (Contro cui combatte leroica resistenza
curda), ma anche in Europa con il sostegno ai golpisti internamente alleati
ai nazisti al potere in Ucraina e in guerra contro le autoproclamate
repubbliche indipendenti ed antifasciste.
ALLORA E ORA DI MOBILITARSI AFFINCHE LITALIA ESCA DALLA SPIRALE DI GUERRA
IN CUI E IMMERSA
Lo scenario della competizione economica, industriale, commerciale,
finanziaria deborda sempre più frequentemente in guerra militare, ponendo in
fibrillazione gli istituti politici e militari sopravvissuti alla guerra
fredda, ONU E NATO in primis, il primo, incapace di fungere da camera di
compensazione delle forze in campo; la seconda, diventata una alleanza di
La costituzione dellUnione Europea , in quello che comunemente si definiva
come il campo occidentale, in veste di competitore globale e portatore di
interessi materiali non sempre armonizzabili con quelli della superpotenza
USA è laspetto peculiare con cui il movimento contro la guerra è chiamato a
confrontarsi.
La distruzione e la conseguente tribalizzazione delle entità statali in
Iraq, Libia, Siria rispondono ad un preciso disegno di dominio
geo-strategico perseguito dagli USA in proprio o in ambito NATO, che lascia
sul campo i suoi frutti avvelenati principalmente ai suoi alleati europei,
vedi situazione in Libia, dove il nostro paese è storicamente coinvolto.
La guerra era e resta sempre solo strumento di distruzione e morte ; le
devastazioni di intere regioni, i crimini perpetrati contro moltitudini di
esseri umani la cui unica colpa e quella di essere nati nelle parti
ideologico agli interventi militari e di mistificazione della loro reali
motivazioni, sotto la coltre della guerra umanitaria e di liberazione dai
regimi tirannici, operazioni alimentate in modo pressoché unanime da tutto
il mondo dellinformazione occidentale. Nel nostro paese inoltre
lassunzione piena della legittimità della guerra umanitaria o per
lestensione della democrazia nellorizzonte politico della maggiore forza
politica di derivazione progressista, il partito democratico, ha indebolito
notevolmente la diffusione di analisi critiche di stimolo alla mobilitazione
di massa contro la guerra, che per decenni ha rappresentato una prerogativa
dei movimenti.
Allora riannodare le reti della solidarietà e della denuncia che, pur in
condizioni di difficoltà, sono attive può essere il punto di rilancio del
di derelitti in fuga dalla guerra ( di cui il nostro paese è direttamente
responsabile); alla contestazione di tutta la politica estera italiana e dei
processi di militarizzazione dei nostri territori ( da ultimo il MUOS in
Sicilia).
Comitati di solidarietà internazionali con le vittime delle guerre e
comitati territoriali impegnati in battaglie contro la presenza delle basi
militari, delle armi di distruzione di massa e delle politiche di incremento
delle spese belliche possono costituire la base materiale per la
ricostruzione del protagonismo di massa contro la guerra.
Il 2 giugno data della festa della Repubblica, può essere loccasione per
promuovere una giornata di mobilitazione nazionale contro la guerra,
Una giornata che si svolga in ogni luogo dItalia con le iniziative ritenute
idonee, presidi, volantinaggi marce, ecc., in prossimità di luoghi simbolo
della militarizzazione e delle vittime delle politiche belliciste, caserme,
CIE, CPT.
Costruiamo la giornata nazionale contro la guerra!
LItalia ripudia la guerra e i guerrafondai!!!
RETE NOWAR
COLLETTIVO MILITANT
RETE DEI COMUNISTI
COMITATO CON LA PALESTINA NEL CUORE
COMITATO PER IL DONBASS ANTINAZISTA
PCDI
ROSS@
Larticolo 11 della Costituzione proclama il ripudio della guerra come
strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Nella realtà, il
coinvolgimento dellItalia negli scenari della guerra globale è crescente
e multiforme: dalla partecipazione dirette nelle missioni militari, alla
concessione delle basi militari in territorio italiano alle guerre USA e
NATO nel Mediterraneo e nel Medio-Oriente, non trascurando laumento folle
delle spese militari per lammodernamento dellarsenale bellico.
Insomma, tutta la politica estera del nostro paese è intrisa della scelta
bellica, con una chiara responsabilità in devastazione e massacri sempre
meno occultabile. LItalia permane il solido alleato di potenze straniere
apertamente impegnate in politiche di aggressione contro stati sovrani e
popolazioni civili inermi. Ciò avviene per Israele contro la Palestina
e
l'Arabia Saudita contro lo Yemen, o con il sostegno agli amici della
Siriacoalizione complice degli jiadisti (Contro cui combatte leroica resistenza
curda), ma anche in Europa con il sostegno ai golpisti internamente alleati
ai nazisti al potere in Ucraina e in guerra contro le autoproclamate
repubbliche indipendenti ed antifasciste.
ALLORA E ORA DI MOBILITARSI AFFINCHE LITALIA ESCA DALLA SPIRALE DI GUERRA
IN CUI E IMMERSA
Lo scenario della competizione economica, industriale, commerciale,
finanziaria deborda sempre più frequentemente in guerra militare, ponendo in
fibrillazione gli istituti politici e militari sopravvissuti alla guerra
fredda, ONU E NATO in primis, il primo, incapace di fungere da camera di
compensazione delle forze in campo; la seconda, diventata una alleanza di
guerra proiettata ad invadere territori di paesi sovrani.
La costituzione dellUnione Europea , in quello che comunemente si definiva
come il campo occidentale, in veste di competitore globale e portatore di
interessi materiali non sempre armonizzabili con quelli della superpotenza
USA è laspetto peculiare con cui il movimento contro la guerra è chiamato a
confrontarsi.
La distruzione e la conseguente tribalizzazione delle entità statali in
Iraq, Libia, Siria rispondono ad un preciso disegno di dominio
geo-strategico perseguito dagli USA in proprio o in ambito NATO, che lascia
sul campo i suoi frutti avvelenati principalmente ai suoi alleati europei,
vedi situazione in Libia, dove il nostro paese è storicamente coinvolto.
La guerra era e resta sempre solo strumento di distruzione e morte ; le
devastazioni di intere regioni, i crimini perpetrati contro moltitudini di
esseri umani la cui unica colpa e quella di essere nati nelle parti
sbagliate del globo hanno visto il proliferare di meccanismi di
sostegno
ideologico agli interventi militari e di mistificazione della loro reali
motivazioni, sotto la coltre della guerra umanitaria e di liberazione dai
regimi tirannici, operazioni alimentate in modo pressoché unanime da tutto
il mondo dellinformazione occidentale. Nel nostro paese inoltre
lassunzione piena della legittimità della guerra umanitaria o per
lestensione della democrazia nellorizzonte politico della maggiore forza
politica di derivazione progressista, il partito democratico, ha indebolito
notevolmente la diffusione di analisi critiche di stimolo alla mobilitazione
di massa contro la guerra, che per decenni ha rappresentato una prerogativa
dei movimenti.
Allora riannodare le reti della solidarietà e della denuncia che, pur in
condizioni di difficoltà, sono attive può essere il punto di rilancio del
movimento contro la guerra: dalla denuncia dell'ignavia della politica
di
fronte alla tragedia quotidiana degli annegamenti dinanzi alle nostre
costedi derelitti in fuga dalla guerra ( di cui il nostro paese è direttamente
responsabile); alla contestazione di tutta la politica estera italiana e dei
processi di militarizzazione dei nostri territori ( da ultimo il MUOS in
Sicilia).
Comitati di solidarietà internazionali con le vittime delle guerre e
comitati territoriali impegnati in battaglie contro la presenza delle basi
militari, delle armi di distruzione di massa e delle politiche di incremento
delle spese belliche possono costituire la base materiale per la
ricostruzione del protagonismo di massa contro la guerra.
Il 2 giugno data della festa della Repubblica, può essere loccasione per
promuovere una giornata di mobilitazione nazionale contro la guerra,
articolata nelle realtà territoriali, concepita come contraltare alla
parata militare sui Fori Imperiali, rimettendo al centro dellattenzione
il
carattere pacifista e antifascista della nostra Costituzione.Una giornata che si svolga in ogni luogo dItalia con le iniziative ritenute
idonee, presidi, volantinaggi marce, ecc., in prossimità di luoghi simbolo
della militarizzazione e delle vittime delle politiche belliciste, caserme,
CIE, CPT.
Costruiamo la giornata nazionale contro la guerra!
LItalia ripudia la guerra e i guerrafondai!!!
RETE NOWAR
COLLETTIVO MILITANT
RETE DEI COMUNISTI
COMITATO CON LA PALESTINA NEL CUORE
COMITATO PER IL DONBASS ANTINAZISTA
PCDI
ROSS@
PISA MARTEDI 2 GIUGNO 2015
MOBILITAZIONE CONTRO LA GUERRA
ORE 18 PRESIDIO IN CORSO ITALIA
(zona Logge di Banchi, di fronte farmacia Petri)
Condividiamo e sosterremo contenuti e obiettivi dell’appello nazionale per una giornata di mobilitazione contro la guerra il 2 giugno e quelli della campagna per l’uscita dell’Italia dalla NATO: http://contropiano.org/documenti/item/30706-appello-per-un-mobilitazione-contro-la-guerra-il-2-giugno
(zona Logge di Banchi, di fronte farmacia Petri)
Condividiamo e sosterremo contenuti e obiettivi dell’appello nazionale per una giornata di mobilitazione contro la guerra il 2 giugno e quelli della campagna per l’uscita dell’Italia dalla NATO: http://contropiano.org/documenti/item/30706-appello-per-un-mobilitazione-contro-la-guerra-il-2-giugno
In continuità con le lotte del recente passato, lo faremo tornando a
denunciare il ruolo centrale che giocano le basi militari, la ricerca
universitaria e le industrie di vecchio e nuovo insediamento a Pisa. Parliamo
della base militare statunitense di Camp Darby, dell’Hub all’aeroporto militare
dall’Oro, del ComFoSe (Comando Forze Speciali), quest’ultimo insediato
recentemente all’interno della caserma dei parà Gamerra. Intorno a queste basi
cresce un’economia di guerra fatta d’industrie specializzate (IDS droni per
truppe speciali), d’investimenti infrastrutturali (darsena pisana, scolmatore,
porto di Livorno) di finanziamenti milionari a una ricerca al servizio delle
tecnologie duali (Scuola Superiore S.Anna).
Questo succede - a Pisa come in tutta Italia - nonostante l’articolo 11 della nostra Costituzione proclami il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali.
Il coinvolgimento dell’Italia negli scenari della “guerra globale” è crescente e multiforme: dalla partecipazione diretta nelle missioni militari, alla concessione delle basi militari in territorio italiano, alle guerre pianificate dall’Unione Europea, dagli USA e dalla NATO nel Mediterraneo, in Medio-Oriente e nell’Est europeo. In questo senso, sosteniamo la campagna per l'uscita dell'Italia dalla NATO per un’Italia neutrale “No guerra No NATO”.
In una situazione di crisi economica sempre più devastante per le classi popolari, queste scelte di guerra costano alle casse dello Stato italiano oltre 80 milioni di euro al giorno, che mancano alla sanità, alla scuola, ai servizi sociali, al lavoro, alla sicurezza del territorio.
OCCORRE QUINDI TORNARE A MOBILITARSI AFFINCHE’ I NOSTRI TERRITORI ESCANO DALLA SPIRALE DI GUERRA IN CUI SONO IMMERSI
I crimini perpetrati contro centinaia di milioni di esseri umani la cui unica colpa è di essere nati nelle “parti sbagliate” del globo sono usati per sostenere ideologicamente nuovi interventi militari, mistificando le loro reali motivazioni. Sotto la coltre di “interventi umanitari” per difendere la popolazione dall'Isis, un terrorismo finanziato dall'imperialismo Usa e dai suoi alleati Arabia Saudita, Qatar, Israele, si prepara la prossima operazione militare in Libia. La tragedia quotidiana degli annegamenti dinanzi alle nostre coste di derelitti in fuga dalle guerre si trasforma così in una nuova occasione di aggressione, finalizzata a difendere gli affari delle multinazionali del petrolio come Total, ENI, BP, EXXON, non certo chi fugge e muore in mare.
Per tutto questo Il 2 giugno data della festa della Repubblica nata dalla Resistenza antifascista, sarà una giornata di mobilitazione nazionale contro la guerra, anche a Pisa.
PRIME ADESIONI: COMITATO NO HUB, CIRCOLO AGORA’, ROSS@ PISA, RETE DEI COMUNISTI, SEZIONE E.BERLINGUER, GIOVANI COMUNISTI-PRC, CIRCOLO CHE GUEVARA PONSACCO (PI)
Per adesioni: agorapi@officinaweb.it
Questo succede - a Pisa come in tutta Italia - nonostante l’articolo 11 della nostra Costituzione proclami il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali.
Il coinvolgimento dell’Italia negli scenari della “guerra globale” è crescente e multiforme: dalla partecipazione diretta nelle missioni militari, alla concessione delle basi militari in territorio italiano, alle guerre pianificate dall’Unione Europea, dagli USA e dalla NATO nel Mediterraneo, in Medio-Oriente e nell’Est europeo. In questo senso, sosteniamo la campagna per l'uscita dell'Italia dalla NATO per un’Italia neutrale “No guerra No NATO”.
In una situazione di crisi economica sempre più devastante per le classi popolari, queste scelte di guerra costano alle casse dello Stato italiano oltre 80 milioni di euro al giorno, che mancano alla sanità, alla scuola, ai servizi sociali, al lavoro, alla sicurezza del territorio.
OCCORRE QUINDI TORNARE A MOBILITARSI AFFINCHE’ I NOSTRI TERRITORI ESCANO DALLA SPIRALE DI GUERRA IN CUI SONO IMMERSI
I crimini perpetrati contro centinaia di milioni di esseri umani la cui unica colpa è di essere nati nelle “parti sbagliate” del globo sono usati per sostenere ideologicamente nuovi interventi militari, mistificando le loro reali motivazioni. Sotto la coltre di “interventi umanitari” per difendere la popolazione dall'Isis, un terrorismo finanziato dall'imperialismo Usa e dai suoi alleati Arabia Saudita, Qatar, Israele, si prepara la prossima operazione militare in Libia. La tragedia quotidiana degli annegamenti dinanzi alle nostre coste di derelitti in fuga dalle guerre si trasforma così in una nuova occasione di aggressione, finalizzata a difendere gli affari delle multinazionali del petrolio come Total, ENI, BP, EXXON, non certo chi fugge e muore in mare.
Per tutto questo Il 2 giugno data della festa della Repubblica nata dalla Resistenza antifascista, sarà una giornata di mobilitazione nazionale contro la guerra, anche a Pisa.
PRIME ADESIONI: COMITATO NO HUB, CIRCOLO AGORA’, ROSS@ PISA, RETE DEI COMUNISTI, SEZIONE E.BERLINGUER, GIOVANI COMUNISTI-PRC, CIRCOLO CHE GUEVARA PONSACCO (PI)
Per adesioni: agorapi@officinaweb.it
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