E a Palermo, in particolare
questo accordo non si doveva accettare perché non si vede ancora niente per un
vero rilancio e il rientro dalla cassa integrazione di molti operai.
È chiaro che a settembre, insieme
alla questione aperta del contratto nazionale, il “no” contro l’accordo
integrativo detto in questa occasione deve diventare la base di partenza per
una organizzazione sindacale che sia davvero nelle mani degli operai!
***
Fincantieri, passa a maggioranza
l’accordo integrativo
La maggioranza delle tute blu del
Cantiere navale si è espressa favorevolmente all’ipotesi di accordo integrativo
proposto da Fincantieri e firmato circa un mese fa dalle segreterie nazionali
di Fiom, Fim e Uil. Dalle urne del referendum indetto dai sindacati è uscito
vittorioso il “sì”, con il 53,2 per cento:
191 lavoratori su 365 votanti. I “no” sono stati 168; tre schede bianche e tre nulle.
191 lavoratori su 365 votanti. I “no” sono stati 168; tre schede bianche e tre nulle.
“La Uilm aveva previsto questo
risultato – dice soddisfatto Enzo Comella, segretario della Uilm provinciale –
A nostro parere, il piano punta a rilanciare il settore garantendo un salario aggiunto
ai dipendenti. Per questo abbiamo indicato ai 450 tra impiegati e operai di
votare per il sì”.
Comella si toglie anche qualche
sassolino dalle scarpe. “Nelle ultime settimane – dice il sindacalista –
abbiamo assistito a forti attacchi verbali e a campagne denigratorie che
avevano un unico obiettivo: convincere i lavoratori a rigettare questa
piattaforma. Invece, la risposta oggi è stata chiara, i dipendenti ci hanno
dato ragione”.
Sulla stessa lunghezza d’onda è
la Fim Cisl. “Sul voto espresso dai lavoratori ha prevalso il buonsenso, siamo
soddisfatti del risultato, i lavoratori hanno compreso che questa scelta di
dire sì all’integrativo serve a migliorare la loro tutela e a favorire il
rilancio dello stabilimento, grazie agli impegni assunti dall’azienda – dicono Ludovico
Guercio segretario Fim Cisl Palermo Trapani e Nino Clemente Rsu Fim Cisl -. Con
il voto a favore i lavoratori otterranno il salario aggiuntivo e miglioramenti
sul tema della previdenza integrativa, che probabilmente non avrebbero più
ricevuto per molti anni, perché la trattativa con l’azienda si sarebbe
interrotta”.
Se Uil e Fim vedono il bicchiere
mazzo pieno lo stesso non si può dire per la Fiom Cgil, che considera il risultato
del referendum di ieri la conferma del “malcontento di lavoratori”, visto che
il 47 per cento ha respinto l’ipotesi di integrativo.
“L’accordo non ha superato le questioni
da noi poste sulla concreta missione produttiva e sulla ripresa e il rilancio del
cantiere attraverso adeguati carichi produttivi al pari degli altri stabilimento
di Fincantieri – dicono Francesco Foti e Serafino Biondo, Rsu del Cantiere di
Palermo, contrarie all’ipotesi di accordo integrativo – In questa situazione,
anche le nuove regole del premio di produzione sono state valutate negativamente”.
Il Giornale di Sicilia
28 luglio 2016
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