In una lettera inviata
martedì al Consiglio d'Europa, il rappresentante della Francia ha comunicato che
alcune delle misure previste dal prolungamento dello stato di emergenza "possono
implicare una deroga agli obblighi che emanano" dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo.
La
CEDU comprende un articolo (15) che afferma che "in caso di guerra o di altro
pericolo pubblico che minacci la vita della nazione, ogni Alta Parte contraente
può prendere misure di deroga agli obblighi derivanti dalla presente
Convenzione." Un
paese può quindi derogare dalla CEDU senza che questo possa subire una condanna,
sempre che ne informi gli altri Stati. Questo
è ciò che ha fatto la Francia, dove gli arresti domiciliari, le perquisizioni
amministrative o ancora i divieti di manifestare sarebbero passibili di condanna
da parte della CEDU. È
comunque impossibile derogare, come si sa, al diritto alla vita o alla
proibizione della tortura.
Per definizione, tale
deroga è una eccezione, dato che è legata ad uno stato di emergenza. Diversi
stati vi hanno comunque fatto ricorso negli ultimi decenni, tra cui la Francia.
Nel
1985, la deroga è stata legata allo stato di emergenza dichiarato in Nuova
Caledonia. Ci
sono stati un sacco di casi con la Gran Bretagna in relazione con l'Irlanda del
Nord, negli anni ’60. Visto che questa deroga è legata ad uno stato di emergenza
e dichiarata in maniera unilaterale da uno Stato, vale lo stesso per la sua
fine. In
Francia, questa deroga cesserà quando verrà abbandonato lo stato di
emergenza.
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