lunedì 25 luglio 2016

pc 25 luglio - LO STATO ITALIANO CONTINUA A PERSEGUIRE CHI DENUNCIA LA TURCHIA - ORA BASTA! SOSTEGNO E SOLIDARIETA' ALLA GIUSTA PROTESTA DEGLI IMPUTATI DI TORINO

Una resistenza oltremisura

Per l'ennesima volta, il 21 luglio 2016, siamo stati svegliati all'alba dalla polizia. Questa volta, su mandato del solito p.m. Rinaudo, vorrebbero obbligarci a presentarci in commissariato tutti i giorni, due volte al giorno, come misura cautelare per una iniziativa del settembre 2015, quando visitammo gli uffici della Turkish Airlines di Caselle (Torino), per denunciare la politica terrorista di Erdogan ed esprimere sostegno a chi, in Turchia e in Kurdistan, continua a resistere e a combattere.
Incredibile ma vero, proprio mentre in Turchia dilagano purghe e arresti di massa, mentre Erdogan dichiara la sostanziale destituzione del Parlamento e la sospensione della Convenzione dei diritti umani, in Italia – come in Europa – si finge di scandalizzarsi e intanto si cerca di zittire chi da tempo denuncia il terrorismo dello Stato turco, che non è certo una novità dell'ultim'ora, anzi.
Ebbene, stavolta abbiamo deciso che non ci presteremo a queste limitazioni della libertà.
Primo, perché – come è esplicitato nella stessa ordinanza restrittiva – questa è finalizzata a impedirci di reiterare le condotte in questione, cioè il sostegno alla resistenza del PKK e alla lotta rivoluzionaria in Kurdistan, un sostegno di cui oggi c'è più bisogno che mai e per il quale, semmai ci fosse qualcosa da rimproverarci, sarebbe di non esser riusciti a fare abbastanza.
Poi, perché è ora di reagire a questo stillicidio di misure repressive con cui si stanno tentando di soffocare i movimenti di lotta: soltanto tra la Valsusa e Torino, non si contano più le persone sottoposte a restrizioni. Adesso basta! È improrogabile una risposta collettiva, ognuno secondo le proprie possibilità. Perciò la gran parte di noi non collaborerà più a limitare la propria libertà, e non si presenterà in commissariato. Se vorrete dovrete assumervi la responsabilità di trascinarci in galera. Noi siamo qui. Al limite andremo a raggiungere quei compagni – Luca e Giuliano – che già stanno scontando in carcere il coraggioso rifiuto di sottostare agli arresti domiciliari, e a cui cogliamo l'occasione per mandare un forte abbraccio. Se pensavate di spaventarci, avete sbagliato bersaglio.

Gli imputati e le imputate per l'irruzione alla Turkish Airlines

Torino 22 luglio 2016

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