- traduzione ufficiosa
- Nella notte del 5 luglio stavo tornando da un servizio sulla protesta nel centro di Rio de Janeiro contro la kermesse delle Olimpiadi e la mancanza di alloggi per la grande popolazione povera della città. Camminavo insieme ad altri compagni fotografi, cineasti e giornalisti indipendenti.
Per la Abin [Servizi di
sicurezza], chiunque può essere sospettato di "terrorismo"
Il paesaggio della città è cambiato. Una moltitudine di elefanti bianchi e traslochi; maquillage. Nei metro, la pubblicità per l'inganno.
Nei notiziari, spreco e uso
improprio di soldi per riempire le tasche degli appaltatori, trucco che non
maschera il fetore di Baia di Guanabara. Il
popolo protesta per le strade e i governi si baciano e si abbracciano, dicono
che le Olimpiadi si faranno in ogni caso, che saranno garantite, si scusano per
Zika, la mancanza di risorse. Stato
di calamità.
Dopo un'altra
manifestazione del 5, stavamo tornando a casa. Nella
stazione della metropolitana di Uruguaiana, gli uomini della sicurezza hanno
attaccato brutalmente alcuni giovani. Scena che si ripete giorno dopo
giorno.
Con la propaganda delle
Olimpiadi, il grido della reazione per la "sicurezza", che già da molto tempo si
sente a Rio de Janeiro, sta acquistando ancora più forza con il volto
istituzionale, della legalità: persecuzioni, arresti, aggressioni, isteria dei "
maggiori
quotidiani" e telegiornali sulla "violenza". Raggiungerebbe
il massimo del ridicolo se non fosse molto preoccupante, l’avvertimento
dell'Intelligence Agency brasiliana (Abin) a stare attenti alle persone con
"vestiti, zaini e borse dissonanti rispetto alle circostanze e al
clima."
Momento in cui una
manifestante viene aggredita da guardie di sicurezza
Davanti alla brutalità contro i giovani in metropolitana, i giornalisti presenti hanno impugnato le loro
macchine fotografiche per riprendere gli attacchi.
Le guardie di sicurezza,
che stavano attaccando selvaggiamente i giovani, si sono rivoltati contro i
professionisti che erano lì, debitamente identificati, che stavano esercitando
il loro mestiere. Cercando
di fermare le telecamere e la registrazione degli attacchi, le guardie di
sicurezza, in quattro o cinque per ogni fotografo, hanno scaricato tutta la loro
bestialità. Un
fotografo ha ricevuto un "mata leão" [presa al collo letale] e ha quasi perso
conoscenza. Due
giornalisti sono stati portati in maniera criminale in una cabina dalle guardie
di sicurezza.
Le persone che hanno
assistito a tutta la scena, si sono ribellate e hanno cominciato a protestare;
la risposta è stata la chiusura della stazione del metro, ciò che ha
ulteriormente aumentato il quadro del terrore.
Sappiamo bene che l'azione
truculenta della "Sicurezza del Metro Rio" non è una novità. Ci sono stati
diversi casi di aggressioni contro le persone. La
metropolitana di Rio è una società privata che ha la concessione per controllare
questo mezzo che porta milioni di persone ogni giorno nella capitale.
Non
è al servizio della popolazione, ma sta lì per controllarla, per trasportare i
lavoratori in massa, con qualità scadente e prezzi elevati, che vengono ancora
controllati nei loro luoghi di lavoro, e anche aggrediti.
Queste sono immagini del
fascismo olimpico. Il
popolo è stufo di tutto questo e le Olimpiadi sono già un grande fiasco che
costano troppo per la nazione. Il
popolo presenterà il conto.Na noite 5 de julho, eu voltava de mais uma cobertura de protesto no Centro do Rio de Janeiro contra a farra da Olimpíada e a falta de moradia para a grande população pobre da cidade. Caminhava junto de outros colegas fotógrafos, cinematógrafos e jornalistas independentes.
Para a Abin, qualquer um pode ser suspeito de “terrorismo”
Nos noticiários, desperdício e desvio de dinheiro para encher bolsos de empreiteiras, maquiagem que não disfarça o fedor da Baía de Guanabara. O povo protesta nas ruas e os governos se beijam e se estapeiam, dizem que vai ter Olimpíada de qualquer jeito, que vai ser garantida, se culpam pela Zika, pela falta de recursos. Estado de calamidade.
Após mais uma manifestação no dia 5, estávamos voltando para casa. Na estação de metrô da Uruguaiana, seguranças da concessionária atacaram brutalmente alguns jovens. Cena que se repete dia após dia.
Com a propaganda dos Jogos Olímpicos e o clamor da reação por “segurança”, o que já ocorre há muito tempo no Rio de Janeiro vem ganhando cada vez mais reforço com cara de institucional, de legalidade: perseguições, prisões, agressões, histeria dos “grandes jornais” e telejornais sobre a “violência”. Chega as margens do ridículo, se não fosse muito preocupante, a Agência Brasileira de Inteligência (Abin) fazer publicidade alertando para pessoas com “roupas, mochilas e bolsas destoantes das circunstâncias e do clima”.
Momento em que manifestante é agredida por seguranças
Os seguranças, que agrediam com selvageria os jovens, se voltaram então contra os profissionais que ali estavam, devidamente identificados, exercendo seu ofício. Tentando segurar as câmeras e impedir o registro das agressões, os seguranças, em número de quatro ou cinco para cada fotógrafo, descarregaram toda sua bestialidade. Um fotógrafo recebeu um “mata leão” e quase perdeu os sentidos. Dois jornalistas foram criminosamente presos pelos seguranças em uma cabine.
A população que presenciou toda a cena, revoltada, começou a protestar, ao que foi respondida com o fechamento da estação, o que aumentou ainda mais o quadro de terror.
Bem sabemos que a ação truculenta da “segurança do Metrô Rio” não é novidade. Existem vários casos de agressões ao povo por parte deles. O Metrô Rio é uma empresa particular que tem a concessão para explorar esse meio que transporta milhões de pessoas todos os dias na capital. Não está a serviço da população, mas está aí para explorá-la, transportar trabalhadores em massa com péssima qualidade e preços altos para que sejam novamente explorados em seus locais de trabalho, e também agredi-los.
Estes são retratos do fascismo olímpico. O povo está enojado disso tudo e os Jogos Olímpicos já são um grande fiasco que custará muito caro para a Nação. O povo cobrará a conta.
Nessun commento:
Posta un commento