Massimo Numa, inviato del quotidiano torinese La
Stampa, è uno dei peggiori scribacchini che il mondo intero conosca: sin dai
tempi dei suoi famigerati réportages dalla val di Susa si è sempre distinto per
la sua assoluta sudditanza alle veline del potere costituito.
Sarà forse a causa della sua acclarata assoluta
incapacità di scrivere due righe nella lingua italiana corrente, ma il su detto
imbrattacarte ha l’abitudine di riprendere così come sono i comunicati di corso
Vinzaglio 10 – la Questura di Torino – senza preoccuparsi di aggiungere qualcosa
di proprio.
Naturalmente, come è suo costume, il sedicente
giornalista – all’interno del suo pezzo comparso sull’edizione torinese digitale
della Stampa di giovedì ventuno luglio – pubblica i nomi e le provenienze degli
otto 'anarchici' costretti all’obbligo di firma a seguito dell’iniziativa
tenuta, all'aeroporto di Caselle, contro la Turkish Airlines nel settembre del
2015.
Tra questi segnala in grande evidenza la presenza
di Daniele Pepino, quarant’anni, di Chiomonte, che è il “figlio dell’ex
presidente della terza sezione del Csm Livio”: il fondato sospetto è che il
magistrato, che è stato tra i fondatori di Magistratura Democratica, faccia
parte dei nemici politici del Numa.
Quello che invece non è un sospetto, ma una
certezza, è che di quest’ultima categoria faccia parte “il No Tav Giuliano
Borio, attualmente in carcere per evasione dai domiciliari”; non si capisce
davvero quale utilità possa avere il rimarcare che il Borio sia attualmente
detenuto, senza peraltro spiegare nei dettagli le motivazioni per cui è
“evaso”.
L’unica motivazione plausibile è la voglia
sfrenata di mettere in cattiva luce – anche a costo di essere nuovamente
condannato per diffamazione – il movimento che si oppone all’insensata linea ad
alta velocità/alta capacità Torino-Lyon.
Bosio (Al), 26 luglio 2016
Stefano Ghio - Proletari Comunisti
Alessandria/Genova
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