Il Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India a Palermo, la giornata del 16 ha svolto un volantinaggio mattutino ai cantieri navali della città e nel pomeriggio un'assemblea pomeridiana nella sede dello Slai Cobas per il Sindacato di Classe alla presenza di alcuni lavoratori in particolare delle Cooperative Sociali e del Policlinico in lotta costante e per questo oggetto di repressione con multe e denunce. Partendo da questo dato un ponte di solidarietà internazionale ha avuto luogo l'assemblea in cui i lavoratori hanno ascoltato le ragioni dell'attuale Campagna Internazionale in solidarietà con i prigionieri politici e in particolare Ajith il prigioniero politico che simbolicamente li rappresenta tutti per dedizione e contributo alla causa dei lavoratori indiani, del mondo e perchè avanzi e vinca la rivoluzione proletaria mondiale. Al termine dell'assemblea i lavoratori hanno dato vita un lungo e caloroso applauso come segno di solidarietà ai lavoratori e ai prigionieri politici indiani
REPORT DELL'ASSEMBLEA
Compagna del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario:
...Nonostante siamo in
estate il governo non si ferma il governo continua a lavorare imperterrito allo
smantellamento dei diritti dei lavoratori
delle masse popolari, come stiamo vedendo il Presidente Mattarella ha appena finito di
firmare la riforma della scuola, una riforma della distruzione della scuola
pubblica, il Governo si sta accingendo a cominciare trattare gli altri temi, i
governi non si fermano, lo stiamo vedendo anche con quello che sta succedendo
in Grecia, tutta la gente che si era illusa con
Tsipras che doveva essere l’alternativa,
la soluzione e oggi vediamo nei telegiornali le immagini dello stesso Tsipras che è stato eletto che comunque
ha indetto il referendum che le masse si sono in parte “illuse” e anche in
buona fede, oggi ci sono gli scontri nelle piazze di Atene con città super militarizzate, e Tsipras che si scaglia contro il suo stesso popolo, quindi i
governi non si fermano, e non si fermano manco in termini di repressione,
perché devono prepararsi la strada per continuare a smantellare i nostri
diritti devono prepararsi, non lo fanno solo con le leggi lo fanno anche con la
repressione, utilizzando tutto quello che possono fare in termini repressivi,
sia svuotando anche quelle leggi che ci possono venire in aiuto, per esempio la
riforma della giustizia che voglio mettere in campo, che serve sempre per
svuotare più il ruolo della giustizia borghese, i lavoratori così non hanno più
la possibilità di difendersi, vedi il Jobs act con la cancellazione dell’art.
18, utilizzando anche gli apparati che hanno a disposizione e cercando di
colpire tutti coloro che lottano in maniera coerente fino in fondo per cercare
di difendere non solo il proprio lavoro ma anche la propria vita, perché una
vita senza lavoro non è una vita dignitosa, oggi per i lavoratori dei Cobas,
sappiamo bene da quanti anni lottiamo e cerchiamo di difendere con le unghia e
con i denti il nostro lavoro, sia in termini precari sia anche per i lavoratori
a tempo indeterminato della scuola che nonostante abbiamo il lavoro ci stanno
portando al punto che anche i lavoratori a tempo indeterminato diventano
precari. Quando si lotta con coerenza quando si lotta fino in fondo, bisogna
fermare chi disturba chi va oltre o cerca di andare oltre, chi supera un certo
limite perché vuole uscire dai binari in cui ci vogliono tenere circoscritti va
represso e questo vale per tutti dal
lavoratore all’operaio alle donne ai giovani e poi naturalmente a chi guida le
lotte ai dirigenti sindacali i militanti
i compagni ecc. due esempi per spiegare l’assurdità del sistema, due dirigenti
che guidano lotte specifiche come Donatella e Mimma.
All’interno di questo sindacato Slai Cobas sono piene di provvedimenti
repressivi, non ultimo quello penale, per la lotta che è stata messa in campo
all’interno del Policlinico, sia per i diritti dei lavoratori del policlinico
ma anche per i pulizieri che sono stati licenziati, quando una delegata lo fa
con coerenza scontrandosi non solo con la direzione dell’ospedale ma facendo
una lotta contro gli altri sindacati venduti e opportunisti non fanno una lotta
coerente per gli interessi dei lavoratori ma la fanno per loro per le loro
poltroncine e per i loro bei interessi, è ovvio che per questo sistema si
diventa scomodi e si comincia ad attaccare chi guida la lotta e poi anche i
lavoratori in questo caso in particolare do e mi in particolare, l’ultima cosa
che hanno fatto a queste dirigenti sindacali e quello di un provvedimento
penale una condanna penale per aver
fatto una manifestazione non autorizzata al policlinico, a questo si aggiungono
: multe, denunce che si sono ricevute negli anni, questo è l’ultimo degli episodi.
Così è anche per la nostra coordinatrice, Margherita di Taranto che è pluri denunciata soggetta a diversi processi e non sappiamo se
effettivamente potrebbe essere condannata a fare qualche mese di carcere. E lei
è la coordinatrice nazionale di questo sindacato, e così tanti altri delegati
di questa organizzazione. Per non parlare che siamo colpiti anche come compagni
del circolo, per la politica che portiamo a vanti perché noi diciamo che questo
sistema ccosi non può restare, se il sistema resta così e la gente s’illude che
con qualche miglioramento la cosa cambia, succede esattamente quello che sta
succedendo in Grecia, ma ci piaccia o
non ci piaccia il sistema deve per forza
cambiare e per un reale cambiamento ci vuole la rivoluzione, e la storia,
e i
fatti di tutti i giorni ci spiegano e ci insegnano che cambiare si può solo
con la rivoluzione popolare.
Marx diceva “Proletari di
tutto il mondo unitevi” parafrasando possiamo dire “proletari di tutto il mondo
uniamoci”, se siamo tutti uniti da una condizione di sfruttamento e oppressione
nello stesso tempo siamo unite dal fatto che ci organizziamo per lottare e per
rispondere a questi attacchi, ci sono tanti altri lavoratori nel mondo che
lottano con coerenza fino in fondo anche a rischio delle loro vita e vengono
pure repressi però continuano a lottare non si fermano, questo per noi è solo un
incoraggiamento.
Compagno del Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India
...Purtroppo
c’è la forza dell’abitudine che porta ad
illudersi e a trovare certe soluzioni,
come è successo in Grecia, ma anche li i lavoratori sono scesi di nuovo in
campo contro Tsipras che si è rimangiato tutto quanto
tra le prime cose che aveva detto Tsipras era quella di ritirare tutti i
poliziotti come presidio dai palazzi pubblici in primis il Palmento in piazza
Sintagma già ha ripreso a fare le trattative ha firmato l’accordo la prima cosa
che ha fatto è stata appunto ripristinare la polizia, quindi come evidente
segnale di repressione, che continua come sempre finchè questo sistema non
viene cambiato radicalmente con la rivoluzione. Spesso e lavoratori che ci
frequentano sanno perché negli anni spesso abbiamo parlato della situazione in
India. L’India è uno di quei casi emblematici in cui ci sono i lavoratori che in
alcune lotte che fanno hanno capito che bisogna lottare fino in fondo
radicalmente se no non otterranno niente delle loro richieste, ma questo lo
hanno capito come? Non perché hanno
avuto l’illuminazione, ma perché i loro vari tentativi di lotta che noi potremmo
definire pacifiche e “normali”, dopo aver subito una repressione che noi
neanche ci immaginiamo, una repressione in Indiasignificache, se ce ad esempio
il governo che da l’appalto per lo sfruttamento di una miniera ad una
multinazionale, la multinazionale arriva con un vero e proprio esercito
paramilitare ed ha l’autorizzazione di fatto del Governo di buttare a terra
interi villaggi, arrivano i paramilitari che stuprano le donne, uccidono i
lavoratori che magari bloccano e scioperano, dopo aver pagato sulla propria
pelle questo tipo di esperienza alla fine i lavoratori stanno facendo una vera
e propria rivoluzione organizzati in un partito comunista rivoluzionario,
quindi una rivoluzione vera non come Tsiprase varie.
È
evidente che il Governo fa la sua parte, e questo significa che tanti
lavoratori sono colpiti dalla repressione, vengono arrestati, subiscono
l’arresto, ma non solo addirittura gente comune che semplicemente per il fatto
di abitare in cere zone in cui ci sono queste lotte radicali vengono accusati
di appartenere a queste organizzazioni di lotte radicali e quindi accusati di
essere rivoluzionari e solo per questo vengono incarcerati se non uccisi. Come
si parlava prima oggi la giornata è particolare, si sta cercando di lanciare questo appello ai
lavoratori, ma quando diciamo noi e organizzazioni simili alle nostre che sono
presenti in tutto il mondo in Europa negli SstatiUniti e in altri continenti,
dal nord africa all’Asia, in questo momento ci sono riunioni come questa che
stiamo facendo ora noi, dove tutti i lavoratori del mondo che lottano contro i
propri “Governi” e vengono colpiti, a un certo punto capiscono che bisogna
fermarsi e allargare la visuale per trarre forza dal fatto di ragionare e
capire che non siamo soli nel mondo in questo piano, quindi in questo momento
ci sono riunioni di questo tipo in tutto il mondo dove si denuncia questa
repressione si prende coscienza e si ragiona come ricominciare con il prossimo
turno di lotta con più carica e più forza. Partendo dalla propria esperienza
diretta come stiamo facendo noi e allargando la propria visuale, quindi in
India dove c’è questa lotta che è molto avanzata in questo momento molti
lavoratori sono molto colpiti perché rappresentano un pericolo sia per il Governo
indiano ma non solo perché quest’unione che noi diciamo non è semplicemente
formale ad esempio oggi siamo stati ai cantieri navali e abbiamo parlato con
gli operai di un fatto successodue anni
fa durante un blocco stradale, (immagini della macchina che brucia
scorrono) una macchina che brucia
davanti i cantieri navali di Palermo, una delle tante macchine in giro
abbandonate, che gli operai durante un
blocco stradale misero li e bruciarono per dare più il senso del blocco totale
sia della fabbrica che della strada, per questo dopo due anni circa un mese fa
hanno avuto la prima udienza del processo, altra immagine della fabbrica Maruti
Suzuki che si trova in India dove anche qui la situazione è totalmente diversa,
qui gli operai della Fincantieri lottano in questo momento per avere maggiori commesse e più lavoro, in
India si tratta di lotte che si
potrebbero definire a livello ottocentesche, per avere un salario e un orario di lavoro che per quanto è
stabilito a livello mondiale dall’organizzazione mondiale del lavor, cose che
in teoria dovrebbero essere acquisite ufficialmente già dal dopo guerra, e in
India che si definisce “la più grande democrazia del mondo” questo non avviene,
i lavoratori indiani fanno queste lotte
radicali ed è per questo che vengono repressi e incarcerati.
Quindi,
con gli operai dei Cantieri Navali di
Palermo si parlava di questi fatti e molti dicevano: “noi abbiamo tutti i problemi che abbiamo e
dobbiamo parlare di India” e invece no, perché come abbiamo detto tante volte quando i
padroni italiani delocalizzano e chiudono le fabbriche qua in Italia e vanno in
paesi come l’India o la Cina a sfruttare la manodopera a basso costo, anche se
ora la Cina delocalizza essa stessa e cerca posti con manodopera ancora più a baso
costo come il Vitnam per esempio.
Marchionne
con la Fiat, che è riuscito a chiuderla
qua a Termini Imerese anche perché, per colpa dei sindacati venduti che non
organizzano le lotte fino in fondo. Ma
voleva ridimensionare di molto anche l’assorbimento di Melfi come quello di
roma, Mirafiori, aprendo come ha già fatto in altre parti del mondo Brasile
Serbia Polonia e anche in India, in India non ha aperto proprio per la presenza
di questa rivoluzione che in termini più esatti si chiama guerra popolare,
perché in India sono tanti settori di popolo che fanno questa lotta, li padron Fiat non ha aperto perché c’è questa
lotta che non pone le condizioni di sicurezza adatte per il padrone, perché li
la popolazione si oppone, anzitutto per non essere buttata fuori da casa
propria e per non perdere le risorse, e
poi si arriva a dire, si voi aprite qui per sfruttare doppiamente, già noi
lottiamo nelle nostre fabbriche, tipo questa della Maruti Suzuki per avere un
degno salario e una vita dignitosa.
Tra
tutti questi lavoratori c’è un simbolo, che si chiama Ajit, Ajit è un grande
combattente di questa rivoluzione in India che è stato recentemente arrestato
lo scorso maggio, è importante, l’India è un paese enorme di 1 miliardo e 300
milioni di persone e tutti i lavoratori che lottano e che vengono incarcerati
sono milioni, noi non ce lo immaginiamo se pensiamo che solo il nostro paese in
confronto è un piccolo paese provinciale di 60 milioni di abitanti e i
lavoratori sono molto meno, però fra tutta questa massa, questi milioni di lavoratori come simbolo
Ajit è un “intellettuale” che si messo al servizio della rivoluzione e quindi
del proprio paese, del proletariato e dei lavoratori di tutto il mondo, un
intellettuale al servizio della causa che ha studiato certe questioni in India e quindi ha studiato per contrastare
il proprio governo per dare un’arma in mano ai lavoratori, per lottare meglio,
l’unico crimine di questo
rivoluzionario, Ajit, è quello di
essersi messo al servizio, perché legalmente secondo le leggi indiane e la
costituzione indiana Ajit non ha commesso nessun reato, se non quello di
scrivere dei libri e in particolare in India c’è la questione dei popoli indigeni
“adivasi “, ne abbiamo parlato in altre
occasioni e in altre occasioni approfondiremo ancora di più queste popolazioni
vengono perseguitate dal governo non hanno nessun diritto, ripetiamo nella più
grade democrazia del mondo ufficialmente, quindi lui si è occupato di queste
cose questioni di battersi per i diritti di queste popolazioni, ha analizzato
il sistema India, o ancora di più se ricordate abbiamo diffuso un comunicato
internazionale, in occasione della giornata internazionale di lotta dei lavoratori, che è stato
sottoscritto anche da questa organizzazioni simile a noi nel mondo tra cui
l’India, e in particolare questo compagno è stato determinante per scrivere
questo comunicato, che ha girato il mondo in milioni di copie, e in quelle
occasioni durante uno scambio di corrispondenza, Ajit aveva espresso
l’intenzione di occuparsi anche di questioni che sembrano a noi più vicine, di
cui stiamo parlando anche oggi, vedi la questione Grecia, perché in Grecia i lavoratori s’illudono dopo
tante lotte che Tsipras possa cambiarela situazione in meglio, quando abbiamo visto che non è
così, qual è il ruolo delle lotte degli immigrati nei paesi come il nostro come
l’Italia che potrebbe aiutare la lotta nostra dei lavoratori italiani, a
Bergamo il nostro sindacato e pressochè formato nel 99 % da lavoratori
immigrati, e quando c’è questo mix tra lavoratore immigrato e lavoratore
italiano è un aiuto, una mano reciproca perché dall’esperienza che abbiamo
questi lavoratori spesso sono più
combattivi degli italiani negli stessi contesti. Quindi questo signore che è
stato arrestato da poco in India, aveva chiara la mente, la mente così larga
che si occupa di cose dando una mano anche a noi dicendo, io butto giù qualche riga , poi voi che sapete,
che abitate in quella parte di mondo date anche il vostro, quindi scambio collettivo per avanzare tutti insieme.
Noi dedichiamo questa campagna che è
iniziata il 1 di luglio e finirà il 28 luglio, in tutto il mondo, che da un lato è
per dare solidarietà a questi lavoratori indiani in lotta repressi dallo stato
Indiano, e in particolare per chiedere la liberazione di questo grande
combattente rivoluzionario che è stato arrestato ingiustamente anche secondo le
leggi indiane.
Perché
l’Alta corte del Kerala, che è uno
stato indiano, ha detto che non basta
avere a casa dei libri rivoluzionari o scrivere su certe questioni per essere
in carcere cosi come è stato fatto.
Il
nostro primo dovere era quello di informare i nostri lavoratori cosi come
stiamo facendo in tutto il mondo e dare un contributo che daremo il prossimo 28
luglio con la presentazione di un libro
che noi 2 anni fa abbiamo tradotto in italiano scritto da Ajit, per fare capire
qual è la portata di questo personaggio, per ulteriore contributo a questa
campagna e per fare arrivare una voce dall’Italia all’India di solidarietà per
tutti i lavoratori indiani e per Ajit noi in particolare a parte questa
riunione di oggi che con le foto che si pubblicheranno e arriveranno
direttamente in India e quindi ci sarà
un vero ponte di solidarietà come spesso ci dicono dall’India , questa cosa
rafforza molto i lavoratori cosi come rafforza molto noi quando ci arrivano i
messaggi di solidarietà degli altri
paesi, a parte questo un altro grande
contributo sta avvenendo adesso a Roma perché mentre noi siamo qua a parlare ci
sono altre iniziative. A Roma in questo momento alcuni nostri compagni e
lavoratori stanno presidiando l’ambasciata indiana, appunto per denunciare
tutta questa situazione e smascherare questa finta democrazia che viene
definita la più grande democrazia del mondo.
Do. Queste cose sono molto importanti anche se le
sentiamo lontane, come diceva l’operaio della Fincantieri “con il problema che
ho debbo pensare all’India? Si. Se
pensiamo che i lavoratori della Fiat di Mirafiori o Melfi hanno salvato il loro posto di lavoro grazie
alle rivolte degli operai Indiani perché hanno impedito che Marchionne andasse
a mettere le fabbriche li con manifestazioni, scioperi, con le armi e senza
armi, e gli operai della Fiat dovrebbero dire GRAZIE alle rivolte degli operai
indiani che grazie a questa lotta hanno impedito che il padrone delocalizzasse.
Per questo noi alcune volte insistiamo a iniziare le riunioni in queste forme, a prescindere
che oggi è questa giornata particolare e poi entriamo nel merito delle
vertenze, perché in India cci sono pure gli assistenti ai disabili, in India
cìè pure il personale sanitario, in India ci sono pure i lavoratori della
scuola, e le manifestazioni che hanno fatto li sono megagalattiche sono
grandissime e per noi sono da insegnamento, da stimolo, se andiamo a leggere
come fanno le manifestazioni e come le organizzano.
In
India un delegato sindacale come i nostri già sarebbe in carcere, perché in
molte situazioni, non c’è la libertà di avere un sindacato, leggendo un recente
articolo su come si viene trattati dentro le carceri è spaventoso sentire
quello che subiscono gli operai i lavoratori, gli studenti le donne giovani
quando vengono arrestati. Un’occupazione di palazzo che si è fatta alla provincia
fatta la i lavoratori vengono arrestati tutti in massa, comunque i lavoratori
come abbiamo sentito prima si organizzano, ogni tanto bruciano i padroni,
controbattono a tutta questa repressione, ma la realtà è che la repressione è
grandissima, certo siamo due paesi totalmente differenti e in condizioni
differenti, però, alcune cose sono uguali. Siamo in
manifestazione a Roma a partire dalle 18,00 con i compagni davanti l’ambasciata indiana insieme ad un
altro sindacato USI, e loro a Roma si incoraggiano a sapere che
in contemporanea c’è questa assembla qui a Palermo, condividendo questi
momenti.
Segretario Provinciale dello Slai Cobas per il Sindacato di Classe
...l’iniziativa serve soprattutto a rilanciare, da settembre la
faremo in maniera corposa, la
solidarietà, prima di tutto fra di noi, noi abbiamo due delegate, due delegate che sono colpite e pagano con
soldi alcune bollette che arrivano ogni mese,
ma anche penalmente, non si sa come vanno a finire i processi, noi
dobbiamo prima salvare i nostri, così come diceva Emanu. di Ajit, c’è una
Campagna mondiale, quelli sono i nostri, io vado a leggere il libro di Ajit e imparo delle
cose che quando mi domandate: Tu che ne pensi? – e io dico “dato che Crocetta
adesso si è autosospeso” questo modo di
pensare non mi viene perché sono illuminato o bravo, no, ma è la conoscenza
generale, conoscenza di esperienza altrui, questi operai che bruciano i padroni
della Maruti Suzuki, queste situazioni sono situazioni che ci aiutano a
pensare, quindi è buono non è buono che Crocettta si sia autosospeso? Bene io ho letto Ajit, è ho imparato meglio
come si ragione, anche in termini alti come diceva Emanu. dei problemi dei
lavoratori fino a che punto il capitalismo ha la forza che aveva prima, quanto
conta il numero degli operai? L’ultimo sciopero che c’è stato in India, 1
miliardo e 200 milioni di persone,
l’ultimo è stato di 100 milioni di persone, 100 milioni di persone in
sciopero, in Italia siamo 60 milioni in totale, per cui il paragone è molto
facile.
In questo dossier
sulla situazione in India degli operai ci sono delle cifre che ci fanno
ragionare, i numeri ci servono sempre, un operaio che dice noi qua siamo solo
11 % della forza operaia mentre in Cina sono il 35% , pensiamo alle cifre, in
Cina sono 1 miliardo e 500 milioni di persone, il 35% delle persone fanno 450
milioni di operai di fabbrica, perché il resto circa 500 milioni sono contadini
e il resto sono sparsi, mentre in India
si parla dell’11% di un 1 miliardo e 200 milioni di persone, sono circa 200 milioni di operai di
fabbrica, solo tra Cina e India, noi facciamo parte di una classe operaia di
quasi 1 miliardo di operai in questi due paesi, se ci mettiamo il Bangladesh,
di cui l’Italia è piena soprattutto Monfalcone Fincantieri c’è uno scandalo in
corso perché la Fincantieri fa lavorare questi operai a niente, oggi gli operai
della Fincantieri ci dicevano che è terribile qua a Palermo, che sotto il sole
a 40° ci sono operai sulla banchina che lavorano per 5 o 7 euro globali, si
chiama paga globale, ti do questi e basta questi sono e basta 7 euro l’ora a
40° al cantiere navale nella banchina che già la pece che c’è sotto i piedi si
scioglie e ti ci appiccichi.
Questo è il bel sistema in cui viviamo, per cui per noi i
numeri contano, se siamo così tanti possiamo stare tranquilli che le cose
succedono. Dalla Cina molti padroni, non solo quelli di cui parlavano
prima Emanu. e Do., stanno
tornando, perché? Primo come la storia dell’India, in India c’è la lotta non ti puoi mettere la fabbrica e quindi
Marchionne si incavola, e ok mantiene la fabbrica in Italia, però in Italia
deve levare i diritti ai lavoratori, se Marchionne cerca un operaio che costa
poco e in India non può mettere la fabbrica il governo italiano deve abbassare
il costo dell’operaio in Italia, e così è stato. Prima sono usciti da
Confindustria poi si sono fatti fare il
Jobs Act ora con il DDL “Buona scuola “
hanno fatto la legge per avere i ragazzi a 15 in fabbrica a gratis,
FACILE, e la Cina è uguale, in Cina molte fabbriche stanno tornando in Italia,
“ora si può tornare” tutti contenti gli industriali, “ora si può tornare” non torneranno tutti ,
il processo è in corso, e tornano per
due motivi 1- perché gli operai stanno
lottando, la gli operai hanno uno stipendio di 10 euro al mese, ora vogliono lo
stipendio di 30 – 40 – 50 euro al mese,
questo fatto che gli operai lottano i padroni sono costretti , data la forza,
data l’importanza, una fabbrica sola quella di Scenzen (non so se si scrive così) dove assemblano
gli epaid (?) con cui vi divertiti, in una solo
fabbrica 250 mila operai, quindi appena si muovono un pò di operai in una
fabbrica come questa con gli epaid che arrivano in tutto il mondo succede un
gran casino. Non devono scioperare –manifestare e quindi pur di non farli
lamentare più di tanto ogni tanto aumentano il salario, ma aumentare il
salario significa che al padrone non gli
conviene più tanto, quindi cosa fa il padrone? Torna in Italia, in Francia, in Germania e abbassa il livello qua del
salario, notizia di ieri o forse oggi (16/07/2015) “finalmente si è fermato il numero dei
poveri in Italia….. si è fermato ora sono 4 milioni e qualcosa…” parliamo di 4 milioni ufficiali che non hanno
assolutamente proprio niente ogni
giorno, sono circa 10 milioni quelli che
noi sappiamo che sono i veri poveri, per cui i numeri come dicevamo prima a noi
servono.
Noi abbiamo i nostri delegati che fanno le lotte e vengono
represse a noi tocca difenderli, questa difesa consiste nell’organizzare Casse
di Resistenza, manifestazioni specifiche, specifiche significa, come quella che
abbiamo fatto qualche anno fa sotto la questura, dicendo, “non vi permettete di
caricarci” si sono allarmati in maniera impressionante. Noi usciremo da qui con
un comitato, o lo chiamiamo come vogliamo, lo Slai Cobas lancia Casse di
Resistenza per , anche per raccogliere i soldi che non abbiamo, per pagare le
multe gli avvocati, casse di resistenza e rilancio dell’offensiva nostra perchè
non è possibile difendersi sempre, quindi il comitato per resistere le
manifestazioni che faremo, adesso da questa riunione per far sentire la
solidarietà ai lavoratori agli operai e agli intellettuali in galera, tra gli
intellettuali in galera uscito da poco ce ne uno che è un professore
universitario Saibaba si chiama che è sulla sedia a rotelle, invalido al 90%,
arrestato mentre usciva dall’università lo hanno preso di forza lo hanno
infilato dentro un furgono senza dire chi erano e il perché lo hanno portato
via, “lei è arrestato“ perché
all’università professore d’inglese diceva,
come diceva Ajit, : non può essere più in questo paese c’è troppa repressione ………………. Gli studenti si
debbono ribellare….. e quello che dice il papa ora: “Fate casino ma fatelo organizzato”
finalmente qualcuno lo dice il papa ai giovani
in sud America ha detto “fate casino ma fatelo organizzato” noi questo vogliamo fare che quando colpiamo
dobbiamo colpire per come si deve, quindi faremo queste serie di iniziative e
in particolare per questa storia degli indiani e per la bellissima
manifestazione, guardate che noi le manifestazioni le sudiamo e non solo per il
caldo, come sapete, questa manifestazione a Roma ci proviamo a farla da
anni, e nessuno di tutti quelli che sono
a Roma rivoluzionari ci ha dato mai
conto, si mettono le maschere o non si mettono le maschere, però muti su questa
cosa, pare che solo gli operai dello Slai Cobas e qualche altro, Finalmente ci siamo riusciti con il sindacato
USI che insieme a noi ha indetto lo sciopero delle donne, oggi per la prima volta in Italia, che avrà
una risonanza mondiale, davanti
all’Ambasciata Indiana ci sarà la manifestazione , non sappiamo come andrà, il
fatto è simbolicamente importante, non era mai successo, abbiamo fatto un bliz
una volta all’ambasciata, le donne hanno fatto un bliz all’ambasciata indiana
nel 06 luglio 2013per attaccare uno
striscione e si sono presi quasi a bastonate con due militari che c’erano
davanti l’ambasciata che si spaventavano anche a toccarli “lei non lo può mettere,
chiamo la polizia”.
Quindi abbiamo una serie d’iniziative che organizzeremo
meglio da settembre - con lo slogan
salutiamo i compagni della
manifestazione di Roma
IL PROLETARIATO NON HA
NAZIONE INTERNAZIONALISMO RIVOLUZIONE!
Scambio di saluti dall’assemblea di Palermo alla manifestazione
di Roma
Con il Rappresentante del Comitato Internazionale romano al telefono -
NELLA GIORNATA DI OGGI CERCHIAMO DI UNIRE QUESTE ENERGIE DA
PALERMO A ROMA PER LA SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALISTA AL POPOLO INDIANO, NOI
ABBIAMO LA FORTUNA DI AVERE L’AMBASCIATA QUI A ROMA CERCHEREMO DI RENDERE AL
MEGLIO L’INIZIATIVA QUI E PENSIAMO ANCHE ALL’IMPATTO IMPORTANTE PER L’INDIA
COME IMPATTO MEDIATICO, è CHIARO CHE L’INIZIATIVA DI PALERMO ci rende più forti
anche qui.”
applausi per le iniziative in diretta
Conclusioni:
Oggi la cosa più
importante è quella che stiamo facendo a Roma, le cose importanti sono quelle
che insieme a queste faremo quelle che ho detto e annunciato, ma quello che ci
da il senso vero della legittimità nostra a fare qualsiasi cosa, noi lavoratori
siamo legittimati a prendere le armi i bastoni e altro, perché se voi
immaginate, come molti di voi, quando è
successo hanno immaginato, che Crocetta fosse diverso, oggi l’abbiamo sempre
detto e abbiamo fatto anche le manifestazioni. Quello che è successo è
emblematico, cioè il potere è corrotto, il potere è corrotto dagli altissimi
livelli cioè i grandi capi delle banche a livello mondiale, dalla banca
americana Morgan (?) che è fallita, gente che sta pagando miliardi per
restituirli, a scendere a scendere fino
all’ultimo cretino, Comune di Palermo, Regione ecc. e ogni giorno aprendo
il giornale, presidente della Regione e
altro, questa corruzione è la corruzione della società in cui viviamo
capitalistica, e questo ci da la legittimità di fare quello che vogliamo, ti
dicono: però se tu prendi il bastone ti arrestano può essere, può essere
dipende da come lo prendi, dipende in quale contesto. Il problema è che siamo
legittimati a farlo, questa legittimazione la dobbiamo incarnare vero, qualsiasi cosa facciamo
- quando occupiamo i palazzi ci chiedono qual
è il problema? Che non c’è il lavoro, certo che il palazzo è mio…., perché come
abbiamo visto nell’ultimo incontro che doveva essere con Crocetta, tutti stravaccati nei divani…………. I palazzi sono
nostri e loro sono tutti Abusivi -
Noi abbiamo la legittimità incarnarla fino in fondo questa
lotta dicendo: CHE RIBELLARSI È GIUSTO E
NECESSARIO, e questa cosa tanto più la diremo tanto più diventerà forte quanto
più la sentiranno sempre più, fino a
quando, non solo gli altri come noi che devono lottare nel nostro paese, ma
anche nel mondo, che questo grido veramente forte raggiunga con una cosa di
sostanza che si senta davvero nel mondo anche i compagni indiani che non
avranno bisogno del nostro comunicato ma lo leggeranno probabilmente sui
giornali ufficiali.
Due parole su Crocetta
- ho già detto che ci è capitato, non è
un male anzi spesso è un bene perché smaschera quello che succede, ma anche per
la vertenza specifica spesso avere un tecnico avere un commissario
straordinario è molto più favorevole che avere il politico che si deve gestire
le clientele ed ha la testa costantemente ad altre cose, il tecnico che arriva
o il commissario straordinario nell’immediato devono sbrigare le faccende che
gli camminano davanti, e quindi, a noi è successo quando al Comune di Palermo noi eravamo dipendenti
del Comune, e andava meglio molto meglio di quando c’è il politico, perché il
politico ha sempre un interesse clientelare, e quindi la vertenza dei
lavoratori è un fastidio, come diceva qualcuno - ogni vertenza è una camurria,
ma che vogliono, ma che vogliono questi….. – invece il Commissario
Straordinario è li perché si deve guadagnare il pane, perché deve dimostrare
che sta lavorando per quella cosa specifica è pagato solo per quello e sbriga
le faccende, nel frattempo vediamo cosa succede.
Viva la guerra popolare in India
Viva noi e la solidarietà internazionale.
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