Alla Tenaris Dalmine, multinazionale siderurgica, con queste parole
d'ordine e con spirito internazionalista in queste settimane abbiamo
portato ancora tra gli operai italiani e immigrati, la nostra
solidarietà con la guerra popolare in India, perchè siamo coscienti
che quello che ci unisce come proletari è la necessità di una
guerra di liberazione dal sistema imperialista, una guerra che
dobbiamo condurre in ogni paese, contro il sistema fondato sullo
sfruttamento del lavoro salariato degli operai per il profitto dei
padroni, mantenuto in vita dagli stati e dai governi che permettono
ad una esigua minoranza di borghesi di arricchirsi sempre più
riservando alla maggioranza del popolo miseria, guerra e
repressione.
Tutti i giorni lottiamo
per costruire un sindacato di classe nelle mani dei lavoratori,
contro i peggioramenti sui posti di lavoro, le ristrutturazioni delle
fabbriche, i licenziamenti le leggi che cancellano i diritti dei
lavoratori (ultimo il jobs-act del governo Renzi), ma tutti i giorni
i lavoratori che lottano si rendono conto che per difendere anche le
loro condizioni minime servirebbe fare una rivoluzione, perchè oltre
al padrone si trovano contro tutto l'apparato repressivo dello stato
che non esita a criminalizzare le lotte, mentre il governo punta ad
attaccare anche il diritto di sciopero.
Se la tendenza in atto
nei nostri paesi e quella della reazionarizzazione dello stato
borghese, dove fascismo padronale e moderno fascismo si stringono la
mano per mantenere la dittatura dei padroni, resistere e lottare non
basta se non è in funzione della lotta per il potere, per una
società socialista: il comunismo.
Per questo è
importante la lotta di liberazione dei popoli e le sue punte avanzate
come le guerre popolari dirette dai partiti comunisti maoisti in
India.
Proletari di tutto il
mondo uniamoci!
A
seguire un'estratto dall'opuscolo di controinformazione della
campagna:
Nuova ondata di
repressione e di guerra contro il popolo in India da parte del regime
fascista indù di Modi. Rispondiamo intensificando
controinformazione, denuncia, solidarietà internazionale e
internazionalista
Lo stato Indiano, retto dal
regime di Modi al servizio dei padroni indiani e dell’imperialismo,
sta sviluppando una nuova fase di intensa repressione su tutti i
fronti con l’obiettivo di schiacciare il popolo, fermare la guerra
popolare, attaccare i maoisti che la guidano Lo Stato Indiano, per
accelerare i piani di svendita delle risorse del paese alle
multinazionali indiane e straniere. riforma il suo intero apparato
repressivo: esercito, aviazione, polizia, bande paramilitari.
Attacca non solo la “minaccia
naxalita”, ma tutti movimenti che si oppongono alla sua politica e
che resistono alla operazione ‘Green Hunt’. Lo stato indiano
attacca inoltre gli intellettuali democratici, attivisti dei diritti
umani e ogni voce di dissenso che si faccia sentire, per fare tabula
rasa intorno ai movimenti popolari e alla guerra popolare guidata dai
maoisti. Lo Stato attacca le popolazioni adivasi che vivono sui
territori
ricchi di risorse naturali e
dove più forte è la guerra popolare, per soffocare sul nascere il
un nuovo potere.
Nelle ultime settimane in
particolare, lo Stato indiano ha ampiamente propagandato gli arresti
illegali di stimati intellettuali rivoluzionari e attivisti sociali,
già criminalizzati e costretti alla clandestinità e poi marchiati
come terroristi, il cui unico crimine è l’appartenenza al PCI
(Maoista). I compagni Murali Kannampally e Ismail Hamza sono stati
arrestati nell’ospedale di Talegaon Dabhade dove il primo stava
subendo trattamenti medici. Mentre il compagno Roopesh, la moglie
Shyna, ed altri sono stati catturati a Coimbatore.
Ad almeno 2 questi è stata
negata assistenza legale e le cure mediche di cui necessitano, mentre
altri prigionieri hanno denunciato che durante gli interrogatori sono
stati minacciati di essere portati via e giustiziati in “falsi
incontri” o che avrebbero
arrestato i loro familiari. Con
ogni pretesto viene prorogata la loro carcerazione illegale e si
teme, come già avvenuto in molti casi, l’uso della tortura.
Contro questi arresti si sviluppa da giorni in India una
mobilitazione per ottenere la loro scarcerazione e per difenderne
condizioni di vita e detenzione. Non si è mai fermata la
persecuzione contro gli intellettuali e democratici nelle
Università.
GN Saibaba, professore alla
Delhi University, disabile al 90 per cento, è detenuto da un anno
senza che il processo sia neppure iniziato e dopo ripetuti rifiuti di
concedergli la libertà su cauzione, nonostante sia evidente che non
costituisca un pericolo e che non abbia possibilità di fuggire.
Nel frattempo, prosegue la
caccia alle streghe verso studenti e intellettuali marchiati di
‘connessioni con i maoisti’, minacciati, perseguitati, arrestati
detenuti anche per anni senza un processo che, quando si celebra,
alla fine il più delle volte li
scagiona dalle accuse. In India
e nel mondo si moltiplicano e diffondono le iniziative di
solidarietà che rivendicano la loro liberazione immediata e
l’abrogazione delle leggi draconiane di eredità coloniale
applicate per perseguitarli. Quelle stesse che sono servite per
comminare l’ergastolo per la generica accusa di “sedizione”, a
Raja Sarkhel e Prasun Chatterjee, esponenti del Fronte Democratico
Rivoluzionario, organizzazione ufficialmente non bandita, insieme a
Chatradhar Mahato e altri tre noti attivisti del popolo. Il regime di
Modi rilancia su larga scala la repressione e la cacciata, spesso con
massacri, contro gli adivasi e le popolazioni che resistono alla
deportazione delle loro terre per far spazio grandi progetti che
minacciano di devastare per sempre i loro territori. Il PCI (Maoista)
denuncia come lo stato indiano si prepari a lanciare un ‘salva
judum 2’, la replica del primo scatenato negli anni scorsi. Salva
Judum è un nome tristemente noto in India, dato all’esercito di
paramilitari fondamentalisti indù cui fu data mano libera e piena
impunità per atrocità, incendi, distruzioni, stupri,
massacri, commessi conto interi
villaggi adivasi in nome dello ‘sviluppo’. Si tratta di una nuova
intensificazione della guerra scatenata contro il popolo dal 2009 -
GREEN HUNT - che le masse popolari in lotta e tutti i settori
democratici e di opposizione della società indiana stanno
controbattendo su tutti i piani. Come è successo in occasione del
primo Salva Judum, le cui bande sono state sbaragliate e colpite
dalle masse e dalla guerra di popolo, diretta dal PCI (Maoista). In
tutta l’india si moltiplicano le iniziative di resistenza per
fermare la guerra contro il popolo, mentre cresce il movimento
popolare che punta a rovesciare le classi dominanti.
La repressione non ferma ma
alimenta la ribellione. I
compagni arrestati sono conosciuti e amati dal popolo, che esprime
solidarietà e intensifica la lotta. Ma serve molto anche
intensificare la solidarietà internazionale e internazionalista,
che in questi anni si è espressa in tante forme, per fermare la
mano genocida di Modi e sostenere la lotta delle masse indiane. Il
Comitato Internazionale di
Sostegno alla guerra popolare in
India chiama tutto il movimento a mobilitarsi per una campagna
prolungata di controinformazione e denuncia del regime indiano e
dell’imperialismo che lo sostiene.
Fermare Green Hunt,
difendere i compagni arrestati e i prigionieri politici, sostenere le
masse in lotta!
Un mese di azioni e iniziative
alle ambasciate, consolati, centri degli interessi economici delle
multinazionali indiane, assemblee popolari per informare e sviluppare
solidarietà popolare, onorare i martiri della rivoluzione,
presentazioni di libri e pubblicazioni del PCI (Maoista) e di
intellettuali indiani per conoscere la situazione in India e gli
avanzamenti della lotta rivoluzionaria del popolo.
Comitato di Sostegno
Internazionale alla Guerra Popolare in india
per contatti, adesioni,
iniziative:
csgpindia@gmail.com
icspwindia@wordpress.com guerrapopolare- india.blogspot.com
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