pc 28 settembre - DECRETO GENOVA - POCHISSIMI SOLDI, ULTRARIDOTTI I FONDI PROMESSI, TAGLI ANCHE ALLE ASSUNZIONI - CONTINUA LA POLITICA DEL GOVERNO/M5S INGANNAPOPOLO
(Dalla stampa di Genova) - Un documento di 41 pagine, non solo dedicate alla tragedia di Genova. Non
c'è il nome del commissario straordinario, che dovrà essere indicato
entro dieci giorni.
Autostrade paga ma non ricostruisce
All'articolo
1, capoversi 6 e 7 si stabilisce che Autostrade entro 30 giorni deve
pagare "in quanto responsabile dell'evento" ma non può ricostruire. "Nel
caso in cui Autostrade non pagasse o ritardasse le spese di
ricostruzione del ponte sarà lo Stato ad anticiparle, attingendo al
Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo
infrastrutturale. Per assicurare il celere avvio delle attività del
Commissario, in caso di mancato o ritardato versamento da parte del
Concessionario, a garanzia dell'immediata attivazione del meccanismo di
anticipazione, è autorizzata la spesa di 30 milioni annui dal 2018 al
2019".
Il
commissario straordinario affida la realizzazione delle attività concernenti il ripristino
del sistema viario, nonché quelle propedeutiche e connesse, ad uno o
più operatori economici che non abbiano alcuna partecipazione, diretta o
indiretta, in società concessionarie di strade a pedaggio, ovvero siano
da queste ultime controllate o, comunque, ad esse collegate, anche al
fine di evitare un indebito vantaggio competitivo nel sistema delle
concessioni autostradali.
Scendono a 30 milioni i fondi per il porto
Viene
estesa l'area delle imprese che possono ottenere risarcimenti, mentre
diminuisce la cosiddetta zona franca urbana. Si prevedono solo 30
milioni per il porto rispetto ai 90 della prima stesura. Il commissario
straordinario dovrebbe disporre di 20 milioni e potrà nominare sub
commissari. Un testo che dalle prime reazioni non sembra soddisfare le
istituzioni locali, specie per le poche risorse distribuite e in
particolare per le pochissime distribuite per il porto, azienda primaria
della città. Secondo le prime stime, di fatto, al porto di Genova non
verranno trasferiti neanche i30 milioni, ma solo 17, secondo il decreto, perché
gli altri 13 rimanevano già (l'1% dell'Iva) allo scalo. A dare una
dimensione dell'irrisorietà dello stanziamento, è il confronto con la
stima delle perdite: le categorie portuali stimano, in difetto, di
perdere 500 milioni all'anno. Con il decreto gliene verrebbero rifondati
30 milioni. La cifra sta creando molta irritazione, e preoccupazione.
La mazzata all'autotrasporto
Rispetto
alla bozza del 21 settembre, Genova ha perso 160 milioni. Gliene sono
rimasti 20 milioni, per il 2018. Il confronto con la versione precedente
evidenzia come siano stati confermati i 20 milioni sul 2018, ma siano
stati cancellati 80 milioni per il 2019 e 80 milioni per il 2020.
Vengono dunque cancellati precisi impegni di finanziamento, presenti
invece nelle prime versioni del decreto.
Il trasporto pubblico locale
La
versione definitiva del dl Genova abbatte anche i finanziamenti
destinati al trasporto pubblico locale, fondamentali in una città
strozzata dal traffico, dove le strade sono intasate e i mezzi pubblici
sono uno dei pochi antidoti agli ingorghi. Dagli 80 milioni, previsti
nelle prime versioni del provvedimento, rimangono 20 milioni, per il
2018.
Le assunzioni dimezzate
Dimezzato
il personale che Regione Liguria, Città metropolitana di Genova e
Comune di Genova potranno assumere per gli anni 2018 e 2019:
complessivamente potrà arrivare "fino a 250 unità", per far fronte alle
necessità conseguenti al crollo del ponte Morandi, e solo dopo che il
commissario per l'emergenza darà l'assenso. Nelle versioni precedenti,
le assunzioni complessive previste erano 500. Si potranno assumere
lavoratori con contratti a tempo determinato e con funzioni di personale
civile, polizia locale e supporto all'emergenza.
Alla fine, il ponte, chi lo paga?
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