Il responsabile dell’Interno austriaco, Herbert Kickl,
esponente di spicco della destra populista Fpoe, ha dovuto smentire che
una mail uscita dal suo ministero sia stata scritta di suo pugno o che
corrisponda al suo pensiero. La mail, che mirava ad aggravare il clima
attorno ai profughi invitando la polizia a citare sempre la nazionalità
dei criminali ma che puntava soprattutto a censurare i media critici con
il governo, ha suscitato una bufera.
Nella missiva riservata, diretta al capi della polizia di tutto il Paese, un portavoce del ministero, Christoph Poelzl,
consigliava apertamente di tagliare fuori alcuni giornali e
settimanali. “Alcuni media - e l’autore ne citava esplicitamente tre, il
settimanale d’inchiesta Falter, il quotidiano progressista Standard e il tabloid Kurier
- raccontano in modo molto negativo o parziale del ministero o della
polizia”. Meglio, allora, questo il suggerimento alla polizia, “limitare
al massimo” il contatto con quei giornalisti, anche tagliandoli
totalmente fuori da richieste di reportage che coinvolgessero agenti
della polizia.
Kickl, noto per essere una delle menti dell’ultradestra austriaca, ha
fatto sapere di aver parlato con Poelzl e di non condividere nulla di
quella mail. Ma in un primo momento il suo dicastero l’aveva persino
difesa, giustificandone l’obiettivo apertamente censorio con
l’”esperienza raccolta in anni di comunicazione da molti responsabili
della stampa”. Una giustificazione quasi peggiore del fatto in sé.
”Ma nei media austriaci molti commentatori mettono in guardia dall'“orbanizzazione” in atto da parte del governo Kurz. Uno dei primi passi degli regimi autocratici di ogni latitudine è sempre, immancabilmente, il bavaglio alla libertà di stampa
”Ma nei media austriaci molti commentatori mettono in guardia dall'“orbanizzazione” in atto da parte del governo Kurz. Uno dei primi passi degli regimi autocratici di ogni latitudine è sempre, immancabilmente, il bavaglio alla libertà di stampa
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