L'assemblea
transnazionale di Milano propone la data di
sabato 10 novembre. Prossimo incontro a Roma il 14 ottobre.
sabato 10 novembre. Prossimo incontro a Roma il 14 ottobre.
Nel
report dell’assemblea transnazionale di movimento – tenutasi a
Milano lo scorso 23 settembre – emerge la volontà di proporre il
10 novembre come data possibile per organizzare una manifestazione
nazionale contro le politiche di esclusione sociale, di
discriminazione, di espropriazione dei diritti fondamentali, di
marginalizzazione e di criminalizzazione delle pratiche di
opposizione sociale. Una manifestazione capace di riprendere lo
spirito delle piazze di Macerata, Ventimiglia, Catania, da costruire
attraverso un ulteriore passaggio assembleare prossimo sabato 14
ottobre a Roma in luogo da definire.
Si
è svolta l’Assemblea convocata in seguito alla efficace
manifestazione di Ventimiglia
del 14 luglio.
Hanno partecipato - tra gli altri - compagne/i appartenenti a Nudm
Genova e Milano, movimenti romani per il diritto all’abitare, MiM,
NAGA, Bergamo, Alessandria, Genova, Imperia, Padova, Venezia,
Treviso, Trento, Marche, Roma, Napoli ed hanno partecipato progetti
come
Welcome to Europe, Melting Pot, Arte Migrante, Carovane Migranti ed altre reti/associazioni. Un importante contributo è giunto via skype dalla Tunisia grazie ad un compagno che ha spiegato il caso del fermo e della liberazione dei pescatori di Zarzis. L’esigenza di dare continuità al percorso ed al metodo che hanno portato 7000 persone in piena estate ai confini di Italia, distante da qualunque posto di partenza, è cresciuta durante l’estate assistendo alle prime decisioni della nuova compagine di governo: il precipitare della situazione nazionale ed internazionale con la guerra alle ONG, il blocco della nave Diciotti e la chiusura dei porti, l’intensificarsi delle aggressioni a migranti ed antirazziste/i, la ricerca di alleanze con ultranazionalisti come Orban ed il blocco di Visegrad hanno rimarcato la necessità di organizzare una risposta univoca e potente. Riteniamo la sfida vinta a Ventimiglia come esemplare di una analisi, un metodo di costruzione e di organizzazione che ha saputo coniugare i contenuti più radicali con la larghezza della partecipazione: come a Macerata ed a Catania la piazza ha vissuto grazie ad un’eccedenza rispetto alle reti organizzate che da lungo tempo non si manifestava.
La discussione in
assemblea è stata lunga ed approfondita, evidenziando la ricchezza
di analisi rispetto ai punti specifici dei diritti dei migranti,
delle pratiche di riappropriazione e delle problematiche legate al
diritto all’abitare, nonché rispetto ai provvedimenti che il
governo Conte-Salvini-Di Maio sta attuando con grande velocità: dal
DDL Pillon al Decreto Salvini che diventerà norma nel giro di
pochissimi giorni, alle circolari ministeriali che hanno dato il via
a una ridda di sgomberi di occupazioni abitative. La consapevolezza
di aver a che fare con un attacco ideologico, materiale e
generalizzato, operato a tutto tondo contro le libertà e
l’autodeterminazione degli individui ha determinato la necessità
di approfondire ed allargare i temi, la visione e la partecipazione
alla discussione, in modo da poter intrecciare altri percorsi già
attivi nei territori ed a livello nazionale. Centrale nell’analisi
è stato il dispositivo del confine, sia esso materiale o
immateriale: l’Europa si riempie di muri, il Mediterraneo di morti,
le città si costellano di zone proibite attraverso gli sgomberi ed
il DASPO urbano, i nuovi CPR torneranno a rinchiudere innocenti così
come accade nei lager libici; nel giro di pochi anni centinaia di
migliaia di persone che oggi sono sotto protezione umanitaria
scompariranno dal punto di vista formale, spogliati di ogni diritto e
tutela. Nel corso della discussione è stata ribadita la piena
continuità dell’operato dell’attuale governo con le politiche
già messe in campo dal ministro Minniti e dal precedente governo
targato PD, ed è stata evidenziata la necessità di una opposizione
serrata alla visione reazionaria e patriarcale rappresentata dalla
proposta di legge del Sen. Pillon. Tutti gli interventi hanno
criticato fortemente la proposta di “reddito di cittadinanza”,
riconoscendo come già la proposta iniziale fosse priva di ogni
contenuto emancipatorio e la modifica che limita la misura ai soli
“cittadini italiani” lo trasformi in un dispositivo di
confinamento duplice, che condanna alla povertà i “non italiani”,
né provvede agli “autoctoni” i mezzi materiali per il
sostentamento. Il claim del reddito accomuna numerose lotte e può
dare forza alle rivendicazioni se agito nella stagione di scrittura
della legge di bilancio. I confini dunque si danno lungo le linee del
genere, del colore e del reddito, e funzionano perché incutono
paura. Lo scopo delle forze che compongono l’attuale compagine
governativa (senza differenze tra gialli e verdi) è di intimorire e
gettare nella solitudine le categorie più vulnerabili, attaccando le
reti sociali e le azioni di mutualismo, in primis le occupazioni
abitative, smantellando anche dal punto di vista formale ogni tutela
definita dal Diritto, comprimendo le libertà individuali. Per
rompere questo dispositivo di governo occorre un respiro ampio,
maggioritario e radicale, affiancato a una comunicazione accessibile
e allo stesso tempo sia comune sia peculiare dei territori. Occorre
rendere visibili i volti e le pratiche di chi non vuole accettare il
paradigma sociale e normativo che si sta delineando, riprendere
parola con franchezza e determinazione attraverso una narrazione
radicalmente altra, frutto dell’intersezione dei molti percorsi di
lotta e di elaborazione che caratterizzano ogni territorio, per
travalicare i perimetri di ciascuno e confluire in un grande momento
plurale: una
piazza nazionale, a Roma, collocata nella finestra temporale in cui
confluiranno la conversione in legge del decreto Salvini, l’avvio
del dibattito sulla finanziaria e la discussione sul DDL Pillon, per
una presa di parola comune contro le politiche di esclusione sociale,
di discriminazione, di espropriazione dei diritti fondamentali, di
marginalizzazione e di criminalizzazione delle pratiche di
opposizione sociale.
Centrale sarà coordinare le diverse campagne territoriali e
rafforzarle vicendevolmente. Supportare i vari percorsi partecipando
alle mobilitazioni che via via nasceranno e avere la capacità di
scendere in piazza coordinate/i sia nei tempi che nei contenuti che
nelle forme. L’Assemblea
a conclusione della discussione ha ritenuto di proporre il 10
novembre come data possibile per organizzare una manifestazione
nazionale, capace di riprendere lo spirito delle piazze di Macerata,
Ventimiglia, Catania e
di rilanciarlo in uno spazio che in cui possano confluire ed assumere
la forza di un discorso comune le molteplici iniziative che già
attraversano i territori e la voce di tante e tanti che sentono il
bisogno ed il desiderio di reagire. Nel corso dell’assemblea è
emerso che per il 10 novembre sono già in cantiere alcune proposte
di mobilitazione a Roma, una a dimensionamento cittadino contro
l’esclusione sociale, l’altra di respiro nazionale contro il DDL
Pillon: per questo con la nostra proposta chiediamo di capire insieme
se i diversi percorsi in discussione possono intersecarsi e
convergere reciprocamente sul terreno comune della mobilitazione.Welcome to Europe, Melting Pot, Arte Migrante, Carovane Migranti ed altre reti/associazioni. Un importante contributo è giunto via skype dalla Tunisia grazie ad un compagno che ha spiegato il caso del fermo e della liberazione dei pescatori di Zarzis. L’esigenza di dare continuità al percorso ed al metodo che hanno portato 7000 persone in piena estate ai confini di Italia, distante da qualunque posto di partenza, è cresciuta durante l’estate assistendo alle prime decisioni della nuova compagine di governo: il precipitare della situazione nazionale ed internazionale con la guerra alle ONG, il blocco della nave Diciotti e la chiusura dei porti, l’intensificarsi delle aggressioni a migranti ed antirazziste/i, la ricerca di alleanze con ultranazionalisti come Orban ed il blocco di Visegrad hanno rimarcato la necessità di organizzare una risposta univoca e potente. Riteniamo la sfida vinta a Ventimiglia come esemplare di una analisi, un metodo di costruzione e di organizzazione che ha saputo coniugare i contenuti più radicali con la larghezza della partecipazione: come a Macerata ed a Catania la piazza ha vissuto grazie ad un’eccedenza rispetto alle reti organizzate che da lungo tempo non si manifestava.
Per
dare continuità alla discussione ed al percorso organizzativo della
manifestazione è stata indetta la prossima assemblea, che si terrà
a Roma il 14 ottobre, con l’obiettivo di allargare il più
possibile la partecipazione, favorire veramente l’intersezione
delle lotte ed intrecciare la capacità di analisi e di
comunicazione.
Il
luogo è da definire, quindi sottolineiamo la necessità di proposta
di un posto neutro e accessibile. Auspichiamo che questa proposta
aperta sia raccolta da tante e tanti così da rendere l’assemblea
del 14/10 davvero capace di assumere e diffondere una chiamata
trasversale in modo che il percorso che si darà riveli nuovamente
quell’eccedenza rispetto alle reti organizzate che da lungo tempo
non si manifesta. Sebbene l’assemblea sia stata molto ricca
sentiamo l’esigenza di diffondere ancor di più il dibattito
attorno alla prossima data e coinvolgere nel percorso quante più
realtà e soggetti singoli sia possibile: intravediamo questa come la
via per ampliare e concretizzare le proposte che già ci sono e
quelle che si potranno aggiungere. Invitiamo tutte e tutti ad una
discussione che coinvolga i territori, dove la predisposizione al
confronto sano e intelligente si accorpato a franchezza, chiarezza e
condivisione creando un metodo comune, in modo che si possa costruire
un percorso ampio, trasversale ed allo stesso tempo radicale.
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