12 ottobre: studenti in piazza contro il governo
In questi giorni è suonata la prima campanella per milioni di studenti delle scuole superiori. Un'apertura dell'anno scolastico all'insegna della repressione e della continuità rispetto agli anni precedenti. Infatti, fin dalle primissime ore di lezione in centinaia di scuole si sono svolti blitz della polizia. Una stretta repressiva che, sotto lo slogan "Scuole Sicure", si inserisce nella politica securitaria promossa dal Ministro Salvini e costruisce un clima asfissiante, che ci abitua a un ambiente scolastico sempre più autoritario. La ricetta del governo di fronte alle mille carenze e contraddizioni del sistema educativo sta nel sorvegliare gli studenti con nuove telecamere e controlli di polizia, sfruttando queste misure a scopo di propaganda. Uno sviluppo coerente con le basi poste dalla Buona Scuola, che vuole presidi-manager autorizzati a gestire in tutto e per tutto la vita scolastica, e che oggi si manifesta nel suo volto più preoccupante.
Mentre il governo insiste con la propaganda razzista sull'immigrazione per alimentare una guerra tra poveri, i problemi reali che vivono gli studenti delle classi popolari restano irrisolti e crescono ogni giorno che passa. L'emergenza dell'edilizia scolastica, nonostante i proclami dei
governi, mette quotidianamente in pericolo milioni di studenti, costretti a studiare in strutture fatiscenti e prive dei materiali strettamente necessari. I costi spropositati dei libri di testo e dei trasporti alzano una barriera economica insostenibile per migliaia di famiglie. L'alternanza scuola-lavoro, ormai entrata a regime, garantisce alle aziende la presenza costante di studenti non pagati, che spesso sostituiscono con mansioni di base il ruolo dei lavoratori. Una vera occasione per anticipare la formazione aziendale e risparmiare sui costi, a discapito di un'educazione complessiva dei giovani. Non è un caso che negli ultimi mesi si siano verificati numerosi infortuni a danno dei ragazzi impegnati nei progetti di scuola-lavoro, esposti al rischio e privi di tutele effettive.
Di fronte a tutte queste problematiche reali il ministro dell'Istruzione Bussetti conferma l'intenzione di proseguire nel solco tracciato dalla Buona Scuola di Renzi e delle precedenti riforme. La proposta di aumentare le ore di alternanza negli istituti tecnici e professionali è una dimostrazione evidente di questo indirizzo, che esige una ferma risposta degli studenti. Se esiste il cambiamento tanto sbandierato dal governo Lega-M5S, questo finora si è dimostrato soltanto in peggio.
Questa scuola di classe nega a milioni di studenti un futuro dignitoso, e il governo decide di incatenare il nostro presente. Sappiamo bene che la colpa di questa situazione non è dei nostri compagni di banco immigrati, come vorrebbe farci credere la propaganda razzista, che punta a dividerci e a creare falsi nemici. La responsabilità delle nostra condizione è delle politiche europee, che hanno modellato il mondo dell'istruzione sui profitti delle multinazionali. Proprio sui temi fondamentali il governo giallo-verde dimostra di non voler invertire la rotta rispetto al passato. A questo inganno dobbiamo rispondere uniti, perché gli studenti italiani e immigrati vivono la stessa condizione e hanno un solo nemico contro cui battersi: questo sistema e i suoi servi che ci vogliono divisi e a testa bassa. Di fronte a tutto questo non possiamo restare a guardare, perché ogni minuto passato in silenzio significa stringere le nostre catene. Vogliamo dire con forza che non è questa la scuola di cui abbiamo bisogno, che questo modello di istruzione piegato al profitto di pochi non lascia spazio alle nostre aspirazioni e necessità reali.
Per questo lanciamo un appello alla mobilitazione, rivolto a tutti gli studenti che sentono sulla loro pelle il peso di questa situazione, le barriere imposte da una scuola sempre più esclusiva. Ci rivolgiamo a tutti i giovani che non sono disposti ad accettare l'ennesimo furto sul proprio futuro.
Il 12 ottobre costruiamo una grande mobilitazione studentesca in tutte le città d'Italia, per smascherare questo governo e lottare per una scuola diversa. Scendiamo in piazza contro le politiche dell'Unione Europea, che hanno costruito questa scuola di classe con la complicità di tutti i governi, a prescindere dal colore politico. Alziamo la voce contro lo sfruttamento in alternanza, chiedendo una giusta paga per le ore lavorate e tutele reali agli studenti. Battiamoci per poter studiare in strutture adeguate e attrezzate, con laboratori e materiali al passo coi tempi. Lottiamo per eliminare ogni finanziamento alle scuole private, per la piena copertura statale dei costi dell'istruzione pubblica. Perché tutti abbiano la possibilità di studiare senza dover spendere migliaia di euro l'anno tra libri e tasse mascherate. Scendiamo in piazza contro la repressione e i tentativi di militarizzare le nostre scuole.
Governo del cambiamento? Repressione e sfruttamento!
Riprendiamoci il futuro!
Fronte della Gioventù Comunista (FGC) | gioventucomunista.it
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