giovedì 27 settembre 2018

pc 27 settembre - IL "MANIFESTO" DI FEDERMECCANICA: GIU' IL COSTO DEL LAVORO - SU LA PRODUTTIVITA'

Ora i padroni, in primis delle fabbriche metalmeccaniche, si fanno sentire e pretendono molti, ma molti più fatti concreti dal governo che - "cambiamento o non cambiamento", promesse elettorali al "popolo", basse demagogie, ecc - deve prima di tutto rispondere agli interessi del capitale. 

E quindi hanno espresso in un "manifesto" le 5 priorità che vogliono, per, come ha detto Fabio Astori vicepresidente della Federmaccanica "aumentare la forza delle imprese per dare forza al Paese... puntare di più sulla metalmeccanica, vera spina dorsale dell'economia italiana". Quindi "Più metalmeccanica; più flessibilità; più istruzione e formazione; più innovazione; più competitività".

Ma tra queste, la priorità delle priorità, è sempre il problema degli operai: ridurre il costo del lavoro e aumentare la produttività, incentivare ogni forma di collegamento
tra salari e produttività, avere un mercato del lavoro flessibile.

Poi c'è anche la richiesta di nuove forme di incentivazione fiscale, più soldi per innovazione tecnologica e servizi correlati alla produzione; riduzione delle tasse che generano il famoso cuneo fiscale tra costo complessivo delle imprese e retribuzioni dei lavoratori; c'è la richiesta di più istruzione e formazione, cioè una scuola sempre più al servizio di un "capitale umano" - forza-lavoro, anche intellettuale, sfruttabile dai padroni, "personale dotato delle competenze necessarie per - come ha spiegato Elena Falcone, del Centro studi di Federmeccanica .- assumersi i ruoli lavorativi che risultano scoperti in azienda"...

Ma il centro del "manifesto" dei padroni è aumentare il plusvalore degli operai e i loro profitti.
Che vorrà dire? Anche noi possiamo sintetizzarlo in 5 punti:
1) Più sfruttamento: l'aumento della produttività vuol dire che gli operai devono produrre di più in meno tempo o meno operai devono fare la stessa produzione in ugual tempo;
2) Riduzione dei salari: Il collegamento salari/produttività significa in concreto che gli operai devono lavorare di più e avere di meno; così come gli unici aumenti salariali che ci potranno essere saranno solo quelli legati all'aumento del lavoro; sempre più usati come "premio" o "castigo" per dividere gli operai in buoni e cattivi;
3) Più flessibilità: avere mano libera da parte dei padroni nelle assunzioni. Come ha detto la Federmeccanica: "in tempi economicamente incerti, le imprese ci pensano due volte prima di caricarsi nuovi assunti a tempo indeterminato"; "le imprese devono conoscere i propri "candidati" dipendenti; vuol dire semplicemente selezione, a prescindere anche dall'esperienza lavorativa, qualifica, che lascia ampia facoltà di discriminazioni, di violare norme a tutela, ecc.
4) Più contratti a termine, "usa e getta", più licenziamenti sia per tagliare il costo del lavoro sia verso gli operai che non rispettano i canoni di sfruttamento aziendale (tanto non c'è più il "fastidio" dell'art. 18...);
5) e, chiaramente, meno diritti per gli operai, meno legami contrattuali e normativi, rendendo legge quei vincoli fastidiosi (certo, sempre meno) per i padroni che vi sono ancora su sicurezza, su pause, malattie, su maternità, su trasferimento di azienda, ecc, ecc.    

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