Una
domanda provocatoria nell’epoca del razzismo di stato che Salvini
rivendica fieramente. Con piacere viene smentito il solito refrain
del Matteo padano: secondo i dati di forniti da Eurostat e da
UNHCR è alquanto difficile sostenere che gli immigrati in Italia
siano “troppi”.
“Io
non sono razzista, ma in Italia ci sono troppi immigrati”. Quante
volte abbiamo sentito questa frase? E poi c’è un’altra frase che
ricorre sempre più spesso: “l’Europa ci ha lasciati soli” a
gestire gli immigrati che chiedono la protezione internazionale. A
questo punto – di conseguenza – si pongono alcune domande.
Quand’è che possiamo considerare “troppi” gli immigrati?
Quante sono effettivamente le richieste di asilo presentate in
Italia? E quanti sono i rifugiati riconosciuti dal nostro Paese? Per
cercare di fornire risposte documentate si possono prendere in
considerazione alcuni dati – riferiti al 2017 – forniti da
Eurostat e da UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati.
Anzitutto, quanti sono gli immigrati nati in Paesi extra Unione
Europea (UE) che risiedono nei 28
Paesi dell’Unione? Secondo i dati Eurostat nel 2017 gli abitanti dell’Europa erano oltre 511 milioni, di cui 37 milioni nati in Paesi extracomunitari. In percentuale gli immigrati extra UE erano il 7,21% della popolazione europea. La nazione con la percentuale più elevata di immigrati extracomunitari era l’Estonia, con il 13,10%. A seguire la Svezia (12,43%), la Lettonia (11,48%), la Croazia (11,34%), il Lussemburgo (10,96%) e l’Austria (10,37%). Tra i Paesi europei più popolosi troviamo all’ottavo posto la Francia (8,86%), al decimo la Germania (8,79%), all’undicesimo la Spagna (8,77%), al tredicesimo la Gran Bretagna (8,63%) e soltanto al diciottesimo posto l’Italia (6,96%), al di sotto della media europea (7,21%).
Paesi dell’Unione? Secondo i dati Eurostat nel 2017 gli abitanti dell’Europa erano oltre 511 milioni, di cui 37 milioni nati in Paesi extracomunitari. In percentuale gli immigrati extra UE erano il 7,21% della popolazione europea. La nazione con la percentuale più elevata di immigrati extracomunitari era l’Estonia, con il 13,10%. A seguire la Svezia (12,43%), la Lettonia (11,48%), la Croazia (11,34%), il Lussemburgo (10,96%) e l’Austria (10,37%). Tra i Paesi europei più popolosi troviamo all’ottavo posto la Francia (8,86%), al decimo la Germania (8,79%), all’undicesimo la Spagna (8,77%), al tredicesimo la Gran Bretagna (8,63%) e soltanto al diciottesimo posto l’Italia (6,96%), al di sotto della media europea (7,21%).
Tenendo
conto di questi numeri è alquanto difficile sostenere che gli
immigrati in Italia siano “troppi”, quanto meno in relazione agli
altri Paesi europei. In realtà i dati mostrano che tra gli Stati più
popolosi dell’Unione Europea l’Italia è il Paese con meno
immigrati in percentuale. Semmai sono da considerarsi anomale le
scarse percentuali di presenza di immigrati extracomunitari in alcuni
Paesi europei: Slovacchia (0,60%), Polonia (1,13%), Romania (1,23%),
Bulgaria (1,31%) e Ungheria (1,96%). Se l’Unione Europea ha un
senso, per il principio di corresponsabilità sono questi i Paesi che
– prima degli altri – dovrebbero fornire aiuto agli altri Stati
per gestire i flussi migratori. C’è un altro dato interessante
fornito da Eurostat: le domande di asilo presentate dagli immigrati
extracomunitari che chiedono la protezione umanitaria. In valore
assoluto l’Italia nel 2017 era al secondo posto con 126.550
richieste, mentre al primo c’era la Germania con 198.255. Ma se –
anche in questo caso – consideriamo il numero di richieste rispetto
agli abitanti del Paese, la classifica cambia in modo
significativo. Al primo posto si trova la Grecia con 57.020 domande
che corrispondono a 5,30 richieste ogni 1.000 abitanti, seguita da
Cipro con 5,24 domande. Malta è al quarto posto con 3,50 richieste,
mentre la Germania è sesta con 2,40. L’Italia si colloca
all’ottavo posto con 2,09 domande ogni 1.000 abitanti. Non solo: i
dati parziali del 2018 mostrano un netto calo di arrivi di immigrati
e di richieste di asilo presentate in Italia. Pertanto, anche in
relazione alle domande di protezione internazionale l’Italia non
può essere considerata un’eccezione rispetto agli altri Paesi
della UE. Molti pensano che il problema dei rifugiati sia
prevalentemente europeo, come se da tutto il mondo i profughi
cercassero di entrare in Europa. Ma i dati recentemente forniti
dall’UNCHR, l’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite,
mostrano una realtà molto diversa. Nel rapporto Global Trends
l’UNHCR riporta che a fine 2017 nel mondo le persone costrette alla
fuga erano 68,5 milioni, tra le quali c’erano 25,4 milioni di
rifugiati, che hanno lasciato il proprio Paese a causa di guerre e
persecuzioni. I dati mostrano che l’85% dei rifugiati risiede nei
Paesi in via di sviluppo, molti dei quali versano in condizioni di
estrema povertà e non ricevono un sostegno adeguato. Il Paese che
ospita il maggior numero di rifugiati è la Turchia (3,5 milioni).
Seguono il Pakistan, l’Uganda, il Libano e l’Iran con 1 milione
di rifugiati in ciascuno Stato. La prima nazione europea è la
Germania con 970 mila persone per le quali è stato riconosciuta la
protezione umanitaria. In Italia i rifugiati sono 167 mila.
Considerati i numeri effettivi degli immigrati, dei richiedenti asilo
e dei rifugiati presenti sul territorio nazionale, viene da pensare
che tutto sommato l’Italia potrebbe offrire più solidarietà,
accoglienza e protezione. Invece, chi oggi paventa il pericolo di
un’invasione di stranieri, evidentemente ha deciso di ignorare i
dati reali.
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