Una
giunta regionale caduta per corruzione, targata fondamentalmente PD e
da sempre asservita ai padroni, all’Eni e a ciò che c’è di
affaristico e parassitario in questa regione, dove le fabbriche, in
primis la Fca Sata di Melfi, sono un corpo estraneo nelle mani dei
padroni, verso i quali il potere politico oltre che il servilismo
sviluppa, insieme ai sindacati confederali, solamente il clientelismo
per piazzare assunzioni.
Dalla
putrefazione della giunta PD, in una fase di assenza di opposizione
proletaria, politica e sociale significativa – anche in questa
regione la sedicente sinistra si è dispersa in malo modo.
Si
disputano la Regione tre ignobili personaggi. Un ex generale, salvato
dalla galera da Forza Italia e oggi è da riferimento dei rottami
berlusconiani e dei fascisti mai scomparsi della Meloni e soprattutto
dell’astro nascente e vincente Salvini. Quest’ultimo, come al solito, coi soldi pubblici della sua funzione di Ministro degli Interni, ha fatto la sua campagna elettorale, sperando di continuare la sua marcia trionfale incamerando i voti del suo campo e del sedicente campo avverso degli M5S.
dell’astro nascente e vincente Salvini. Quest’ultimo, come al solito, coi soldi pubblici della sua funzione di Ministro degli Interni, ha fatto la sua campagna elettorale, sperando di continuare la sua marcia trionfale incamerando i voti del suo campo e del sedicente campo avverso degli M5S.
Un
velo pietoso poi bisognerebbe stendere sul candidato del
PD-centrosinistra. Il cui unico “titolo di merito” che ha fatto
scalpore è quello di vantarsi di essere ‘almirantiano’ e figlio
coerente del Msi.
I
5stelle che anche qui avevano fatto il pieno di voti, perfino degli
operai alla Sata di ìMelfi, ora sono degli aperti ingannapopolo,
riconosciuti come tali, con una maschera sempre più difficile da
mantenere. Mattia è un ex di Forza Italia, che non è riuscito a far
carriera neanche in quel partito che come costume di molti dei
5stelle, compreso il signore che fa il primo ministro, è un
vanta-titoli. Il programma è addirittura copiato quasi di sana
pianta, guarda un po', dalla rivista di Massimo D’Alema – ma si
sa che nel M5S i programmi sono pura carta straccia.
Quasi
lo stesso giorno delle elezioni manifestano decine di migliaia di
persone a Roma (i No tap, No Tav…) proprio contro le false promesse
dei programmi della Di Maio/Grillo/Casaleggio associati.
Non
manca come sempre nel teatrino della politica la comparsa della
sedicente sinistra più radicale, Tramutoli. Questa volta il docente
piccolo borghese, il cui titolo di credito principale è di aver
avuto una dichiarazione di sostegno di Varufackis, altro personaggio
di cui sarà necessario parlare in occasione delle elezioni europee.
Circa
i candidati che sono nelle liste non mancano la solita serie di
impresentabili. Due di loro addirittura sono dei condannati, che in
caso di elezione sarebbero sospesi.
Non
votare in questa Regione è solo un atto di semplice dignità. Ma
ormai ampiamente insufficiente se proletari e masse non soggiogate
dall’ideologia e dalla politica borghese, nè subito ricattati per
un pezzo di pane di lavoro sottosalario non trovano la maniera per
organizzarsi e lottare e per costruire a partire da questo
l’alternativa politica e sociale necessaria.
La
chiave della Regione è ancora e sempre il ruolo degli operai della
Fca di Melfi. Nessuno può scordare che in questa Regione, il miglior
prodotto della lotta di classe furono i 21 giorni della rivolta della
Sata
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