Salvini
mette in discussione i livelli di civiltà raggiunti dall’umanità,
e dire questo – e varie voci lo affermano – non è roba da poco e
non può non avere conseguenze.
Salvini
va fermato e cacciato ora, usando tutte le “armi” per impedirne
l’avanzata; ora che è ancora attaccabile, che al di là delle sue
esternazioni, non ha il consenso di massa che si attribuisce.
Ma
su questo le forze democratico borghesi stanno facendo pochissimo,
limitandosi al massimo a denunciare o a lamentarsi, non usando
neanche i normali strumenti della democrazia borghese –
l’opposizione con prese di posizioni concrete di singoli
magistrati, sindaci, giornalisti, intellettuali, e altri sono
importanti ma appunto un’eccezione. Stanno lasciando campo libero
all’avanzata di Salvini, così cancellando anch’essi di fatto la
Costituzione e i risultati storici antifascisti.
Si
ripete quello che successe in Italia durante l’ascesa del fascismo,
in cui le istituzioni democratiche
non fecero ciò che era possibile per bloccarne la strada e questo contribuì all’ascesa di Mussolini. Oggi, se vogliamo, è anche peggio, perché Salvini, il fascio-populismo già è al governo.
non fecero ciò che era possibile per bloccarne la strada e questo contribuì all’ascesa di Mussolini. Oggi, se vogliamo, è anche peggio, perché Salvini, il fascio-populismo già è al governo.
Il
presidente Mattarella è l’espressione più chiara di Istituzioni
che non solo non fermano la politica, i provvedimenti, l’azione
esplicitamente anticostituzionale, illegale di Salvini, di questo
governo, ma li avallano, Mattarella sta firmando tutti i
provvedimenti, e non è affatto obbligato a farlo.
Nel
campo dei movimenti, della sinistra di classe vi è da parte di molti
una sorta di sottovalutazione del salto che questo governo
fascio-populista ha prodotto. Con un discorso giusto: tutti i governi
nel sistema capitalista rispecchiano gli interessi della classe
dominante (siano di destra, centrodestra, centrosinistra, di
“sinistra”), si considera questo governo simili agli altri
precedenti.
Questo
invece che alimentare, elevare la lotta di classe, la normalizza, la
banalizza. E in Italia ne abbiamo avuto eccome su questo esperienza e
conseguenze. In sintesi era lo scontro centrale a fronte dell’ascesa
del fascismo tra Gramsci e Bordiga, e Gramsci dovette fare una dura
lotta contro Bordiga, e senza di essa non avremmo avuto il PCI e la
Resistenza antifascista.
Certo,
tutti i governi sono dei padroni e peggiorano le condizioni di vita
dei proletari e delle masse popolari, ma le loro forme dipendono
dalla fase dello scontro di classe, dal ruolo del paese nello
scenario imperialista, e la borghesia capitalista vede il governo che
le serve e interviene (come sta accadendo oggi nella contraddizione
Confindustria/governo Lega-M5S).
E’
Marx che ci insegna – negli scritti storici, e in particolare nel
primo: “Lotte di classe in Francia”, come i comunisti devono
analizzare la fase, le forze, le loro contraddizioni, unità e
differenze, per combatterle realmente.
La
lotta contro Salvini non va, quindi, banalizzata come la normale
lotta contro i governi e gli uomini della borghesia. Occorre che
soprattutto le forze rivoluzionarie lo comprendano e ne traggano le
dovute conseguenze.
Occorre
fare chiarezza e lotta nel campo proletario, delle masse popolari.
Occorre che gli operai, tutti i lavoratori, i giovani, le donne si
schierino, l’unità, oggi ancora di più, può essere frutto solo
della lotta, dello scontro sia pratico che ideologico; in cui parte
importante è la lotta alla piccola borghesia reazionaria e al
sottoproletariato, che, ieri come oggi, si fanno base di massa del
moderno fascismo.
Occorre
tra i lavoratori lottare contro la linea opportunista, elettoralista,
la cui più organica espressione è nell'aristocrazia operaia,
rappresentata in generale nei sindacati. I comunisti devono
trasmettere la prospettiva rivoluzionaria, la sua necessità e
possibilità. In questo ci aiuta e occorre utilizzare il 50°
anniversario del 68 e del 69, che ha dimostrato che la rivoluzione in
Italia è possibile e che ogni conquista, da quelle sindacali a
quelle democratiche, civili, ogni avanzamento e trasformazione
sociale sono possibili se frutto dello scontro aperto, anche armato,
con lo Stato, il governo, i padroni, l’intero sistema borghese il
quale dietro i veli democratici nascondeva e nasconde la dittatura
della classe dominante.
Quegli
anni hanno già dimostrato che il proletariato e il suo centro la
classe operaia può tutto, può conquistare e trasformare da un
giorno all’altro, dare soluzione ai problemi del lavoro, di
condizioni di vita, sociali, della scuola, della sanità, di una
cultura al servizio delle masse, ecc. .
Oggi
più che mai i comunisti devono essere conosciuti e riconosciuti dai
proletari e dalle masse per quello che dicono e per quello che fanno.
L’odio
di classe è l’arma dei comunisti. Dentro l’odio c’è l’amore
infinito per l’umanità. I comunisti – come diceva Marx – non
celano mai i loro scopi, e – come diceva Mao – si mettono al
servizio del popolo.
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