Anche ieri decine
di operai hanno presidiato dentro e fuori l'aula del giudice dove si
teneva il processo. Questo speriamo che influenzi positivamente la
decisione del giudice.
Anche
perchè a fronte delle testimonianze rese da alcuni delegati Rsu e da
alcuni operai, che hanno dichiarato che era falso che la Mittal avesse
nei vari incontri fornito comunicazioni dettagliate reparto per reparto
dei criteri adottati per selezionare gli operai; come a fronte
dell'intervento conclusivo dell'avvocato del Usb, Mario Soggia che ha
detto: primo che la Mittal non aveva rispettato i criteri di scelta
previsti dalla legge 223, che avrebbe dovuto indicare lavoratore per
lavoratore; secondo che durante la fase degli incontri al tentativo
dell'azienda di mettere sul tavolo la questione delle esternalizzazioni,
vi era stata opposizione e quindi rinuncia da parte della Mittal a
proseguire su questo aspetto, quindi non è vero che era prevista la
esternalizzazione; terzo che gli stessi criteri indicati dall'azienda
(professionalità, livelli) sono stati adottati in maniera arbitraria,
arrivando poi ad introdurre un altro criterio quello della turnazione
(dentro gli operai turnisti, fuori i normalisti), o della certificazione
medica all'abilitazione professionale; per non parlare
dell'arbitrarietà della cosiddetta "media ponderata" per carichi
familiari e anzianità lavorativa, che comunque avrebbe interessato solo
il 5% dei lavoratori,
la responsabile del personale della ArcelorMittal e i suoi avvocati, si sono arrampicati sugli specchi: hanno parlato di "graduatoria", ma poi hanno dovuto ammettere che non vi era alcuna graduatoria scritta e pubblica; hanno detto che non si trattava di "esternalizzazione" ma di "rimodulazione" dei servizi e del personale (una maniera strana per chiamare una operazione che ha visto per es. nelle pulizie civili assumere solo 3 operai su 120); che l'art. 28 manca di attualità, perchè per tutta la fase degli incontri, anche dopo l'accordo l'Usb non avrebbe fatto nulla.
Noi Slai cobas sc speriamo che vi sia una sentenza positiva, perchè sarebbe la prima incrinatura dell'Accordo del 6 settembre.
Fermo restando che l'azione della Mittal, come abbiamo detto dal primo momento, non è in violazione dell'accordo (su cui, invece, resta il giudizio positivo dell'Usb) ma in violazione delle leggi. E fermo restando che anche una vittoria sull'art. 28 non significherebbe automaticamente rientro degli operai in cigs al lavoro, dato che per questo occorre molto di più, occorre che l'Usb ritiri la firma dell'accordo del 6 settembre e si costringa a ridiscutere l'intero accordo.
Ma questo l'Usb non lo fa...
la responsabile del personale della ArcelorMittal e i suoi avvocati, si sono arrampicati sugli specchi: hanno parlato di "graduatoria", ma poi hanno dovuto ammettere che non vi era alcuna graduatoria scritta e pubblica; hanno detto che non si trattava di "esternalizzazione" ma di "rimodulazione" dei servizi e del personale (una maniera strana per chiamare una operazione che ha visto per es. nelle pulizie civili assumere solo 3 operai su 120); che l'art. 28 manca di attualità, perchè per tutta la fase degli incontri, anche dopo l'accordo l'Usb non avrebbe fatto nulla.
Noi Slai cobas sc speriamo che vi sia una sentenza positiva, perchè sarebbe la prima incrinatura dell'Accordo del 6 settembre.
Fermo restando che l'azione della Mittal, come abbiamo detto dal primo momento, non è in violazione dell'accordo (su cui, invece, resta il giudizio positivo dell'Usb) ma in violazione delle leggi. E fermo restando che anche una vittoria sull'art. 28 non significherebbe automaticamente rientro degli operai in cigs al lavoro, dato che per questo occorre molto di più, occorre che l'Usb ritiri la firma dell'accordo del 6 settembre e si costringa a ridiscutere l'intero accordo.
Ma questo l'Usb non lo fa...
Il
giudice del lavoro Lorenzo De Napoli si è riservato la decisione in
merito al ricorso su comportamento antisindacale (ex articolo 28)
presentato dal sindacato Usb contro ArcerlorMittal, in relazione
all’accordo stipulato il 6 settembre scorso tra azienda e sindacati al
Mise. Il sindacato lamenta la mancata applicazione dei criteri per la
scelta degli operai dell’Ilva da assumere e quali lasciare in forza
all’amministrazione straordinaria. Oggi si è svolta la seconda udienza.
“Usciamo molto soddisfatti – dichiara in una nota il coordinatore provinciale Francesco Rizzo – perché,
in merito alla nostra denuncia, abbiamo confermato la nostra tesi con i
documenti e quindi con fatti inconfutabili. Oltre al materiale
presentato nella prima udienza, quella del 19 febbraio scorso, oggi
abbiamo presentato altra documentazione“. Secondo l’Usb, l’azienda “a
sua difesa non ha presentato nessun atto concreto posto ‘nero su
bianco’ e si è limitata a raccontare verbalmente cose prive di riscontri
cartacei ed in parte non attinenti alla discussione tenuta davanti al
giudice De Napoli”. L’Usb ringrazia i “numerosi lavoratori
presenti in tribunale, che con orgoglio si sono sentiti rappresentati
davanti alla legge. Attendiamo la sentenza definitiva – conclude l’organizzazione sindacale – e restiamo fiduciosi per una conclusione positiva ed a nostro favore“.
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