- stralci da
- Sergio Cararo
- contropiano
Londra e Parigi scaldano i motori dei bombardieri. Da un lato annunciano l’accoglienza per 15mila profughi siriani direttamente dai campi, dall’altro intendono iniziare entro ottobre una campagna di raid aerei in Siria. La Gran Bretagna pensa di impiegare i bombardieri Tornado stanziati nella base militare britannica a Cipro e finora utilizzati solo sporadicamente contro i miliziani dell’Isis sull’Iraq. Il ministro britannico George Osborne alla riunione dei ministri del G-20 ad Ankara aveva affermato che “un piano per una Siria più stabile e in pace” deve prevedere la lotta contro la “radice del problema: il malvagio regime di Bashar al-Assad e i terroristi dell’Isis”. Dunque i bombardieri inglesi non si dedicheranno solo ai tagliagole dell’Isis ma anche – e secondo noi soprattutto – alle forze armate siriane.
Il presidente francese Francois Hollande, ha invece l’avvio immediato di voli di
ricognizione sulla Siria che dovrebbero anticipare i bombardamenti dei Mirage 2000 e dei Rafale delle forze aeree francesi. Un esperto militare come Gianandrea Gaiani scrive su Analisi Difesa che “le parole di Hollande lasciano qualche dubbio circa il fatto che il nemico che Parigi vuole colpire sia davvero l’ISIS”,appena due anni or sono i franco-britannici erano entusiasti inviare i oro jet a colpire la Siria di Assad.” A meno che Londra e Parigi non seguano le orme di Ankara con i jet di Ankara che da oltre un mese, con la scusa della guerra all’ISIS, bombardano i curdi, cioè i più fieri avversari dei jihadisti” sottolinea giustamente Gaiani.
Ma i governi europei sono ormai “fulminati” sulla via di Damasco e decisi a sfruttare per i propri interessi (in questo caso la destabilizzazione finale della Siria di Assad) l’impatto emotivo derivante dall’emergenza rifugiati che è arrivata nel cuore dell’Europa. Hollande e Cameron sembrano quindi intenzionati a giocare la carta dei raid sulla Siria sfruttando l’onda emotiva che colpisce l’opinione pubblica, scrive Analisi Difesa e cita a tale un proposito alcuni sondaggi, come quello condotto in Francia dalla Odoxa secondo cui il 61% del campione di un migliaio di francesi sarebbe favorevole a un intervento addirittura terrestre contro l’ISIS in Siria, mentre in Gran Bretagna il sostegno a un intervento militare in Siria raccoglierebbe il consenso del 52% consensi pur senza specificare se si tratti intervento aereo o anche terrestre ,secondo un sondaggio pubblicato dal Sun.
Da cosa nasce questa accelerazione di Gran Bretagna e Francia? La prima, più che con i partner europei, da sempre gioca le partite in proprio e in raccordo con gli Stati Uniti. La Francia invece intende recuperare sul piano dell’attivismo (e dell’avventurismo) militare il protagonismo e l’autorevolezza che sul piano politico è stata invece incassata dalla Germania. Berlino fa il “beau jeste” dell’accoglienza dei profughi siriani e la Francia va a bombardare la Siria, con una ripartizione di bombe tra tagliagole dell’Isis e soldati siriani che sarà da uno a dieci (una contro l’Isis, dieci contro le forze armate di Assad).
Nessun commento:
Posta un commento