PER UN’EUROPA SENZA BARRIERE - SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALISTA - Sab. 19/09 ore 15 corteo a Bologna
Negli occhi delle centinaia di migliaia di uomini, donne, bambini che approdano stremati in Sicilia (2.600sono rimasti in fondo al mare dall'inizio dell'anno) o in Grecia, in marcia verso la Germania attraverso i Balcani è impresso un mondo di miseria, oppressione, sfruttamento e guerra che va rovesciato dalle fondamenta.
Gli Stati europei, che per decenni hanno saccheggiato le regioni da cui questi fratelli di classe provengono, che sono fautori o complici delle guerre da cui essi fuggono, che speculano sulla fame che li spinge a cercar fortuna altrove, giocano a scaricare ciascuno sul paese vicino il dovere dell'accoglienza, e si trovano d'accordo solo sul respingimento dei "migranti economici" colpevoli di fuggire solo dalla miseria e non anche dalla guerra.
Noi non dimentichiamo i milioni di italiani ed europei emigrati nelle Americhe più di un secolo fa, e verso il centro Europa negli anni '50 e '60 del '900? fuggivano la stessa miseria di questi nuovi migranti.
I paesi imperialisti d'Europa e d'America dicono di essere terre di libertà e democrazia ma si
cingono di fili spinati e di centri di detenzione per chi ha commesso il "crimine" di cercare un lavoro e una vita migliore.
Gli imperialisti europei hanno imposto la miseria ai lavoratori greci, ora la Germania si presenta con il cuore in mano – ma solo per i siriani! – una carità pelosa per prendere due piccioni con una fava: forza lavoro qualificata che in questo paese comincia a scarseggiare e un veicolo di influenza politica sul Medio Oriente.
Ovunque in Europa i Salvini, Le Pen, e Farage cercano i voti dei poveri aizzandoli contro gli ultimi arrivati, accusati di essere la causa della loro povertà: in realtà per dividerli e poterli sfruttare ancor più. La crisi colpisce il proletariato e la borghesia cerca di sviare la risposta di questi verso i propri fratelli di classe che arrivano da altri paesi in cerca di lavoro.
Ma quando Cameron ha minacciato di chiudere le porte anche ai giovani europei (40 mila emigrati italiani in Gran Bretagna in un anno) i media borghesi hanno gridato contro la violazione dei diritti... Anche i giovani italiani senza lavoro hanno dovuto rendersi conto di cosa vuol dire la politica delle porte chiuse.
Basta con queste campagne di menzogne e di odio!
Basta muri, reti, filo spinato, CIE, CARA, impronte e permessi di soggiorno!
Libertà per tutte le persone di viaggiare e stabilirsi e lavorare dove si sceglie di vivere!
NO all'Europa fortezza! Siamo per l'accoglienza senza discriminazioni non solo per solidarietà umana, ma per solidarietà di classe.
Unità tra lavoratori italiani, europei e immigrati: respingiamo i politicanti che seminano divisione e odio per dividerci e sfruttarci!
Le lotte dei lavoratori della logistica organizzati nel SI.Cobas con le lotte, italiani insieme ai
compagni provenienti da tutto il mondo, hanno dimostrato che con l'unità tra proletari, con la lotta comune si può imporre al padrone il rispetto della dignità dei lavoratori e dei contratti, si può migliorare le nostre condizioni tutti insieme e vedere come il nemico da combattere siano i borghesi ed i loro governi.
Solo con l'unità internazionalista tra i lavoratori di tutto il mondo potremo rovesciare questo sistema che per la ricchezza di pochi impone sfruttamento, miseria e morte alla massa.
SI COBAS NAZIONALE
Proletari comunisti - PCm Italia
settembre 2015
Gli Stati europei, che per decenni hanno saccheggiato le regioni da cui questi fratelli di classe provengono, che sono fautori o complici delle guerre da cui essi fuggono, che speculano sulla fame che li spinge a cercar fortuna altrove, giocano a scaricare ciascuno sul paese vicino il dovere dell'accoglienza, e si trovano d'accordo solo sul respingimento dei "migranti economici" colpevoli di fuggire solo dalla miseria e non anche dalla guerra.
Noi non dimentichiamo i milioni di italiani ed europei emigrati nelle Americhe più di un secolo fa, e verso il centro Europa negli anni '50 e '60 del '900? fuggivano la stessa miseria di questi nuovi migranti.
I paesi imperialisti d'Europa e d'America dicono di essere terre di libertà e democrazia ma si
cingono di fili spinati e di centri di detenzione per chi ha commesso il "crimine" di cercare un lavoro e una vita migliore.
Gli imperialisti europei hanno imposto la miseria ai lavoratori greci, ora la Germania si presenta con il cuore in mano – ma solo per i siriani! – una carità pelosa per prendere due piccioni con una fava: forza lavoro qualificata che in questo paese comincia a scarseggiare e un veicolo di influenza politica sul Medio Oriente.
Ovunque in Europa i Salvini, Le Pen, e Farage cercano i voti dei poveri aizzandoli contro gli ultimi arrivati, accusati di essere la causa della loro povertà: in realtà per dividerli e poterli sfruttare ancor più. La crisi colpisce il proletariato e la borghesia cerca di sviare la risposta di questi verso i propri fratelli di classe che arrivano da altri paesi in cerca di lavoro.
Ma quando Cameron ha minacciato di chiudere le porte anche ai giovani europei (40 mila emigrati italiani in Gran Bretagna in un anno) i media borghesi hanno gridato contro la violazione dei diritti... Anche i giovani italiani senza lavoro hanno dovuto rendersi conto di cosa vuol dire la politica delle porte chiuse.
Basta con queste campagne di menzogne e di odio!
Basta muri, reti, filo spinato, CIE, CARA, impronte e permessi di soggiorno!
Libertà per tutte le persone di viaggiare e stabilirsi e lavorare dove si sceglie di vivere!
NO all'Europa fortezza! Siamo per l'accoglienza senza discriminazioni non solo per solidarietà umana, ma per solidarietà di classe.
Unità tra lavoratori italiani, europei e immigrati: respingiamo i politicanti che seminano divisione e odio per dividerci e sfruttarci!
Le lotte dei lavoratori della logistica organizzati nel SI.Cobas con le lotte, italiani insieme ai
compagni provenienti da tutto il mondo, hanno dimostrato che con l'unità tra proletari, con la lotta comune si può imporre al padrone il rispetto della dignità dei lavoratori e dei contratti, si può migliorare le nostre condizioni tutti insieme e vedere come il nemico da combattere siano i borghesi ed i loro governi.
Solo con l'unità internazionalista tra i lavoratori di tutto il mondo potremo rovesciare questo sistema che per la ricchezza di pochi impone sfruttamento, miseria e morte alla massa.
SABATO 19 MANIFESTAZIONE A BOLOGNA IN SOLIDARIETÀ DI CLASSE CON CHIUNQUE SIA COSTRETTO A MIGRARE DALLE LORO TERRE .
APPUNTAMENTO ALLE ORE 15 DA PIAZZA UNITA' !
SI COBAS NAZIONALE
*****
Nel
fuoco della lotta di classe significa oggi concentrarsi sui due
problemi essenziali:
la
lotta per la caduta del governo Renzi,
la
lotta solidale e antimperialista nell'emergenza migranti.
Su
questo Proletari comunisti intende fare di questo autunno un
autunno di guerra al governo, con
proposte, iniziative unitarie e iniziative autonome che acuiscano lo
scontro di classe e facciano conoscere i
maoisti italiani come punto di riferimento e di avanguardia in
questa lotta, al
servizio degli interessi delle masse operaie, proletarie.
Sulla
questione immigrazione occorre assumere un ruolo di prima fila nella
solidarietà, nell'organizzazione della lotta dei migranti, nella
trasformazione dell'emergenza in lotta contro l'imperialismo, i suoi
Stati, i suoi governi - innanzitutto il nostro - che prima producono
miseria e guerra e poi rifiutano accoglienza, libertà di
circolazione, diritto d'asilo,diritto di cittadinanza.
Esprimere
solidarietà significa combattere innanzitutto il razzismo nelle
sue forme di Stato, politiche e nelle sue espressioni di massa.
Quest'ultimo
fronte è il fronte principale dato che noi puntiamo sulla
mobilitazione delle masse per raggiungere i nostri obiettivi.
Dallo
Slai cobas per il sindacato di classe di Palermo è partito un
appello a fare una battaglia esplicita contro il razzismo nelle fila
dei lavoratori, precari,disoccupati,masse popolari. E' una trincea
che deve investire le lotte, ma anche la base dei sindacati di base
e del sindacalismo confederale, dato che toccherebbe al sindacato
come organizzazione di classe e di massa essere protagonista della
solidarietà e dell'unità tra lavoratori e masse di migranti.
Invece oggi i sindacati confederali e non solo sono i
sostenitori del silenzio complice verso i governi
imperialisti, lasciano
soli i migranti che arrivano nei barconi, così come quelli
rinchiusi nei Cie, nei Cara e nei mille luoghi in cui sono
depositati e deportati
I
sindacati dei lavoratori devono promuovere manifestazioni di
solidarietà con i migranti e contro il razzismo. “Mai
con Salvini” non può essere la parola d'ordine e l'azione solo
dei settori più combattivi del movimento che pagano e paghiamo con
denunce, arresti.
Proletari
comunisti-PCm Italia e le organizzazioni del lavoro di massa da esso
dirette e influenzate devono promuovere prese
di posizione, scioperi, manifestazioni su questi temi.
In
questo senso l'eperienza dello Slai cobas per il sindacato di classe
di Taranto di questo ultimo mese è un esempio che parla all'intero
movimento di lotta.
E'
naturalmente importante l'organizzazione
sindacale di classe dei migranti che lavoranonel
nostro paese,
nel settore della logistica e in numerose fabbriche e posti di
lavoro.
Ma anche qui non si può tenere la lotta degli operai della logistica in un recinto sia pure combattivo e classista.
Proletari comunisti- PCm Italia si batte invece perchè questo settore proletario sia alla testa della lotta contro i padroni, contro l'imperialismo e che scenda in campo qui ed ora nella battaglia per l'accoglienza, la libertà di circolazione, il diritto di asilo e il diritto di cittadinanza.
Ma anche qui non si può tenere la lotta degli operai della logistica in un recinto sia pure combattivo e classista.
Proletari comunisti- PCm Italia si batte invece perchè questo settore proletario sia alla testa della lotta contro i padroni, contro l'imperialismo e che scenda in campo qui ed ora nella battaglia per l'accoglienza, la libertà di circolazione, il diritto di asilo e il diritto di cittadinanza.
La
questione migranti è l'espressione della contraddizione principale
nel mondo tra imperialismo e popoli oppressi. Sono
le guerre, la rapina e la contesa imperialista per il controllo
delle materie prime, delle fonti energentiche - dentro l'attuale
crisi economica mondiale - che tornano a casa; e quindi sono un
terreno centrale della lotta antimperialista all'interno dei paesi
imperialisti.
Noi
appoggiamo tutte le iniziative in corso, in Italia e in Europa, per
l'accoglienza, i diritti dei migranti, ma
in tutte queste iniziative dobbiamo sostenere con forza che non
esistono “migliori politiche per l'immmigrazione”, senza
rovesciare i governi imperialista, a partire dal nostro governo.
L'estate
ha fatto tornare in evidenza attraverso il carico di morte da
fatica, l'esercito sommerso dei braccianti, dalle campagne del sud a
quelle altrettanto pregne di schiavismo del nord. Tutti si sono dati
a raccontare la fatica e la schiavitù dei braccianti, tra cui tante
donne che oltre che schiavizzate vengono molestate e violentate;
tutti a scaricare la colpa solo sui caporali e a fare oggettivamente
da sponda alle cosiddette “nuove leggi sul caporalato” del
governo.
Ma
i caporali sono l'ultimo sporco anello di un sistema che è lo
sfruttamento capitalistico e imperialista dei braccianti e
dell'agricoltura, è
il sistema dei padroni che realizza nelle campagne già ciò che
governi e padroni vogliono realizzare in tutto il sistema
industriale con leggi, come il jobs act, ecc.
La
lotta nelle campagne è lotta anticapitalista e antimperialista dei
settori più sfruttati e schiavizzati del proletariato e
quindi è un anello della riorganizzazione, ricostruzione del
sindacalismo di classe, e dell'unità di classe.
Tocca
quindi al sindacalismo di classe assumersi questa responsabilità.
*****
Il
sindacalismo di classe non è il sindacalismo di base che
si modella secondo le normali dinamiche del dissenso sindacale di
tutti i settori del mondo del lavoro rispetto ai governi e al
sindacalismo confederale – vedi oggi la lotta contro la “Buona
scuola”, ecc. - ma
il centro e il luogo della riorganizzazione degli operai di fabbrica
e dei settori più sfruttati del proletariato.
Proletari comunisti - PCm Italia
settembre 2015
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