Pochi minuti fa l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani ha detto che le Ypg kurde hanno cacciato i miliziani islamisti dalla città. In due giorni massacrati 150 civili. Si combatte ad Hasakah: con i kurdi schierato l’esercito di Damasco.
Roma, 27 giugno 2015, Nena News – Kobane si sarebbe liberata di nuovo. Pochi minuti fa l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani ha fatto sapere alla stampa che le forze militari kurde hanno ripreso il controllo della città siriana al confine con la Turchia, dopo il nuovo assalto compiuto nei giorni scorsi dallo Stato Islamico.
Sarebbero ancora in corso scontri a sud di Kobane tra combattenti kurdi e miliziani islamisti, ma questi ultimi sarebbero stati espulsi dalla città dove erano rientrati giovedì. La nuova liberazione – seguita a quella di gennaio, che pose fine a mesi di assedio islamista – sarebbe giunta a poche ore da un’esplosione che ha colpito la comunità stamattina.
In due giorni l’Isis si è vendicato dell’umiliziane subita all’inizio dell’anno, compiendo una carnefica: sarebbero quasi 150 i civili uccisi a Kobane in 48 ore, molti dei quali giustiziati nelle proprie abitazioni, con colpi di pistola sparati da distanza ravvicinata. Per riprendere la città persa a gennaio, lo Stato Islamico ha inviato giovedì tre kamikaze travestiti da combattenti kurdi ed entrati dal confine turco, a bordo di veicoli che hanno sfondato la linea kurda. Un fatto che ha provocato la rabbia della popolazione kurda siriana e turca e che ha risvegliato le dure accuse mosse da mesi al governo di Ankara, ritenuto responsabile non solo di garantire libertà di movimento ai miliziani islamisti, ma di foraggiarne le attività.
Prosegue invece la battaglia a Hasakah, città kurdo-araba vicino al confine con l’Iraq. Le rinnovate violenze hanno provocato un nuovo esodo della popolazione civile: secondo fonti locali almeno 120mila persone si sono date alla fuga, da Hasakah e dai villaggi vicini.
Presa d’assalto due giorni fa dagli uomini del califfato, che hanno occupato il centro della città, Hasakah è oggi teatro di scontri tra forze kurde e esercito siriano da una parte e islamisti dall’altra (l’amministrazione della città è divisa a metà, tra Damasco e kurdi), seppure le Ypg abbiano precisato che non c’è al momento un coordinamento con le truppe governative. Ieri il ministro dell’Informazione siriano, Omran al-Zoubi, ha fatto appello ai residenti perché prendano le armi per difendere Hasakah: “Chiedo ad ogni uomo, ad ogni giovane uomo e ad ogni giovane donne di prendere le armi e di muoversi verso la linea del fronte per difendere la città”.
La preda, per il califfo, è ghiotta: occupare Hasakah significa controllare il triangolo di territorio che unisce i confini di Turchia, Iraq e Siria e garantirsi una libertà di spostamento di miliziani e armi molto più consistente del passato. Significherebbe annullare definitivamente le frontiere con l’Iraq e creare un corridoio di territorio che dalle province ovest irachene, saldamente in mano all’Isis, corrono lungo il nord della Siria fino alla “capitale” islamista Raqqa e quindi alle porte di Aleppo. Nena News
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